Equivoci a cui può indurre il nome psicoanalisi

Da LogicaUnitaria.

Alcuni potrebbero dire:

"Ma basta con questa fissazione con la psicoanalisi!

In fondo la psicoanalisi benchè gode di grande considerazione un po come ne ha goduto soprattutto nell'ottocento e novecento il marxismo, in fondo ha una tradizione di appena 100 anni come dire che non è che merita di essere presa così sul serio, un po come un bambino o un giovane."

Certo la parola "psicoanalisi" può indurre a una falsa apparenza ma proviamo a vedere la questione in altro modo senza farci sviare dai nomi ma puntando direttamente ai contenuti: che cos'è la psicoanalisi?

Dietro questo nome "psicoanalisi" si cela qualcosa di molto antico: questo qualcosa di molto antico è la coscienza cristica.

Ma allora che cosa aggiunge la psicoanalisi che già non ci fosse prima, dato che la coscienza cristica solo con l'evento del Rabbi di Nazareth comincia a divenire un fenomeno di massa ma esisteva già prima in quanto anche la coscienza come le piante e gli animali è un prodotto della natura?

La psicoanalisi aggiunge alla preistoria della coscienza cristica e alla coscienza cristica il fatto che la psicoanalisi non è una coscienza cristica ingenua ma è la coscienza cristica allo stato dell'arte.

La psicoanalisi potremmo dire è, in quanto continuazione della coscienza cristica ad un più alto livello di consapevolezza della stessa, è anche la punta più avanzata della coscienza cristica, la stessa coscienza cristica giunta al suo massimo di consapevolezza.

Non dobbiamo farci ingannare dalle etichette: è vero Freud era un ebreo, anzi era un ateo ma proprio Freud è stato invece un vero modello di cristiano, direi il Cristo stesso e come lui è morto sulla croce praticando così la "Imitatio Cristi": barbarie o civiltà? Eros o Logos?

Ed è rimasto lì su questa croce che non permetteva facili sintesi tra le due direzioni della libido, testimoniando così l'accettazione di questa croce e lì è morto come un eroe proprio come l'eroe di Nazareth crocifisso anch'egli come il suo correligionario ebreo di Nazareth testimoniando ancora che è proprio il processo di cristificazione in cui consiste, dopo il più antico processo di ominizzazione, il nuovo processo di umanizzazione, quale farsi sempre più umano dell'umano, passando invece come in una staffetta ai suoi collaboratori il progetto di una possibile redenzione dalla croce dell'universo.

Quando noi facciamo l'apologia della psicoanalisi quindi noi stiamo facendo non qualcosa di estraneo alla cultura dell'occidente ma invece proprio l'apologia della millenaria tradizione della coscienza cristica nata dalla coniunctio tra l'estrovertita coscienza adamica propria della civiltà ebraica stanziata in palestina e la coscienza non assolutamente introvertita (cioè non come le civiltà sorte sul fiume Indo che hanno dato nascita alla coscienza purusica) ma solo relativamente introvertite come quella dell'antica grecia che coltivava le religioni dei misteri e l'orfismo (Platone, Pitagora e Magna Grecia) che era anche tipica dell'Egitto. La psicoanalisi è il risultato ultimo di una tale tradizione che affonda le sue radici molto lontano e che raggiunge il suo apice e anzi sfocia solo recentemente dando i natali a una nuova logica: la nuova logica unitaria quale psicoanalisi oltre la psicoanalisi.

Non siamo quindi senza radici ma con radici ben piantate.

Tuttavia, attenzione: la nuova logica nata dalla teoria e prassi millenarie della coscienza cristica, non ha più nulla a che fare con il processo di umanizzazione ma è già il nuovo progetto di transumanizzazione.

La nuova umanità che incarna una tale logica proprio perchè la incarna non è più in croce e pertanto non ha più nulla a che fare con il vecchio archetipo dell'eroe ma solo con il nuovo archetipo dell'ultima coniounctio,

Allora per sintetizzare diciamo che la nuova logica unitaria pur nascendo in continuità con il movimento teorico-pratico della coscienza cristica non ha più nulla a che fare con una tale coscienza ritenendola pertanto superata dalla nuova logica unitaria.