Esteriorità dell'essere e interiorità dell'essere
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Oggi se ho tempo mi propongo di scrivere questo articolo che è da un po' che una intuizione avuta vorrebbe essere sviluppata in tutti i suoi passaggi logici.
Verterà sulla questione dei tipi psicologici introvertiti e estrovertiti già studiata da Jung e sulle due grandi civiltà occidentale più estrovertita e orientale più introvertita.
Concludendo dicendo che l'Essere deve infine giungere a non avere più una esteriorità che però non va confusa con l'introversione poichè l'introversione riconosce comunque e legittima ancora l'esistenza di una esteriorità dell'essere.
Paradossalmente è proprio l'occidente con il cristianesimo e poi con la psicoanalisi che raggiunge l'interiorità assoluta dell'essere grazie al concetto di "processo di demassificazione".
Il guaio degli introvertiti incluso la "femmina classica" è infatti che chiedono sempre "permesso" ad un mondo estrovertito e questo perchè non credono che quanto in loro si pensa non è la loro soggettività soltanto ma è la vera realtà oggettiva nel senso di reale.
Gli introvertiti sono degli scettici e sono degli scettici perchè vedono che l'estroversione aiuta di più a fare i soldi e oggi è i dio denaro che ha una forza ontologica.
Anche quelli che hanno i soldi amano i soldi solo per la loro valenza ontologica: nessuno ama i beni materiali neanche i ricchi ma tutti amano essere solo essere, niente altro che essere.
Qualunque cosa un individuo faccia la fa per essere, persino in un crimine non c'è cattiveria ma anche quello è un atto filosofico.
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