I limiti di Jung

Da LogicaUnitaria.

Pur essendo anche la psicoanalisi di Freud una psicologia evolutiva tuttavia è con Jung che fa il suo ingresso nell'apparato concettuale psicoanalitico il nuovo concetto di "processo di individuazione" aprendo così la psicoanalisi di Freud al sociale e alla storia e se è vero che Freud stesso appartiene al movimento dell'antipsichiatria che avrà la sua fortuna in particolare nel secondo dopoguerra tuttavia Jung fornirà all'antipsichiatria nuove argomentazioni tanto che gli "antipsicoanalisti" Deleuze e Guattari che quindi nella loro polemica non avevano di mira solo la psichiatria ma anche la stessa psiconalisi tuttavia non ebbero problemi ad affermare che "con Jung le cose cominciarono ad andare meglio" anche se aggiungono che "Jung credeva erroneamente di aver superato la sessualità" (Deleuze-Guattari, "AntiEdipo - Capitalismo e schizofrenia", 1973).

Nel 1977 Silvia Montefoschi rifonda su base puramente relazionale l'epistemologia fondante la psicoanalisi riproponendo comunque la centralità del concetto di "processo di individuazione" che ella però estende ancora più di Jung, questa volta alla storia universale nella sua totalità e rinominandolo pertanto "processo di individuazione universale".

Pertanto se Jung aveva aperto la psicoanalisi fino ad allora chiusa nell'ambito dell'ambulatorio dello pscioanalista adesso alla società tutta e alla storia umana e non solo alla storia personale del paziente con Silvia Montefoschi la psicoanalisi si apre alla storia dell'universo e quindi anche alla storia biologica del vivente fino a comprendere la stessa storia della materia.

Detto questo tuttavia c'e una differenza di non poco conto nella concezione del processo di individuazione in Jung e nella psicoanalista di formazione junghiana Silvia Montefochi e questo riguarda proprio il "processo di trasformazione" tanto che la psicoanalista al paziente che gli chiedeva se gli sarebbe servita la psicoanalisi rispondeva, con grande scandalo sia dei pazienti che degli altri psicoanalisti più ortodossi:

"Non è la psicoanalisi che può servire a te ma sei tu che puoi servire alla psicoanalisi."

Con Jung ci troviamo infatti ancora in una concezione del processo di individuazione come trasformazione individuale del singolo soggetto umano mentre con Montefoschi si tratta già di ben altro ossia della trasformazione dell'intero universo che si individua. E questo malgrado Jung con la sua concezione di un inconscio collettivo segni un passo avanti nella storia della psicoanalisi rispetto a Freud che ancora non vedeva più in là di un inconscio ancora personale.


“[...] il processo di individuazione, che ancora a Jung si presentava come trasformazione individuale del singolo soggetto umano, si rivela come un processo che coinvolge la psiche universale nella sua globalità e che si esprime in maniera corale nel parallelismo tematico dei singoli processi individuali testimonianti la ‘Dialettica dell’inconscio’.”

(Silvia Montefoschi, “Psicoanalisi e dialettica del reale”, 1984, cit. pag. 10-11)