Il ruolo dell'eccezione nella storia
Il ruolo dell'eccezione nella storia: pensiero scientifico e pensiero magico
Silvia Montefoschi sostiene che "La donna altro non è che un soggetto travestito da donna".
Sarà verò?
C'è da crederci?
Eppure indipendentemente che Silvia Montefoschi sia anche un medico e psicoanalista e che precedentemente sia stata una ricercatrice nel campo della biologia è anche una donna, dunque almeno in quanto donna saprà cos'è una donna.
Eppure anche a lei parve stravagante una simile definizione ma fu l'inconscio universale che gliela suggerì in un sogno e lei ne convenne immediatamente e l'inconscio universale non dovette molto argomentare per persuaderla in tal senso.
Che dire?
O è solo roba da intellettuali poichè la realtà, la realtà vera intendo, è tutta un'altra cosa?
Anche in questo caso forse vale la solita risposta: "E' quello che è".
La natura infatti in perenne evoluzione non converte ma seleziona.
La natura non è femminista, la natura non sta dalla parte di chi deve fare i conti con un corpo maschile nè con chi deve fare i conti con un corpo femminile: la natura cioè l'Automaton cioè il "Pensiero Uno" persegue solo il suo progetto originario di riunificazione dei frammenti dell'Essere per cui chi si converte si converte e chi non si converte lo seleziona.
Seleziona certamente i più forti ma i più forti sono coloro che sono più funzionali ad un tale progetto di riunificazione mentre chi vi si oppone o fa resistenza, farà il suo tempo.
Il problema del soggetto e la sua maschera è un problema che si pone per tutti: maschi e femmine.
Come finirà questa storia?
Indubbiamente sarà un massacro: io contro io, maschera contro maschera.
Ecco perchè si impone il progetto dell'ultimo esodo, questa volta esodo dall'uni-verso.
Chi va verso l'uno (uni-verso)?
E' il soggetto conoscente che cerca il suo oggetto conosciuto per poter essere soggetto conoscente ossia che gli legittimi una tale maschera e ugualmente è l'oggetto conosciuto che cerca un soggetto conoscente che lo faccia essere come oggetto conosciuto e che lo legittimi in tale maschera. Come dire che ad entrambi piace sentirsi bene nella loro pelle.
Cos'è allora l'intersoggettività?
Sono i due soggetti che dall'alto della loro visione comune vedono le loro maschere, i loro travestimenti e se ne ridono.
Se ne ridono della separazione soggetto-oggetto.
Loro chi?
I due soggetti: la potenza e l'atto, la potenza dell'atto e l'atto della potenza, il motore a due tempi del pensiero uno.
Molti vivono nel mito della scienza ma già David Hume ci rese edotti che il pensiero scientifico che pretendeva di sostituirsi al pensiero magico, anch'esso è invece un pensiero magico.
Di nuovo ritorna il leigt motiv: il pensiero non rappresenta la realtà ma la crea.
La scienza vive di miti: l'oggettività, la verità.
Ciò che è funzionale e utile al corpo umano è l'oggettività e la verità, è cioè l'utile, l'utile alla specie umana e anche l'utile in termine di potere e denaro.
Si trova sempre ciò che si cerca.
Cos'è che muove lo scienziato?
Cos'è che ANIMA lo scienziato?
Hanno dunque ragione i fisici quantistici che sostengono come l'osservatore influenza l'oggetto dell'osservazione e anzi lo determina.
Si trova sempre ciò che si cerca: sembra ritornare l'impostazione nietzschiana sul "pensiero alto, nobile, aristocratico" o "pensiero attivo" e il" pensiero basso e plebeo" o "pensiero reattivo".
Dice l'umano: ma se sei così intelligente come è che non hai un conto in banca di milioni di euro?
Così oltre alla definizione di oggettività e di verità abbiamo anche la definizione di intelligenza.
E poi ci sarebbe ancora da dire qualcosa sul mito della statistica proprio alla scienza quando noi sappiamo che chi fa la storia non è la statistica ma proprio l'eccezione e questo lo sappiamo già fin dai tempi di Platone che infatti concepiva la conoscenza e la realtà come un prodursi del prototipo, l'eccezione e poi un ripetersi delle famose copie dell'idea-prototipo cioè la realtà statistica.
Del resto che cosa fa il movimento cristico prommuovendo la coscienza cristica se non proprio esplicitare la croce tra la realtà dell'eccezione verticale e la realtà orizzontale della statistica? La croce cioè dall'esserci simultaneo dei prototipi sull'asse verticale della croce e delle copie sull'asse orizzontale della croce?
E' il prototipo dunque, l'idea, l'archetipo che si traveste e che si traveste da copia.