Jung sull'ordine pubblico

Da LogicaUnitaria.

L'animale-umano appartiene a quella tipologia di animali detti animali sociali.

Entro i confini della biosfera

L'evoluzione della funzione simbolica che non ha pari in ogni altro animale sociale lo ha reso estremamente sociale ed è infatti la comunicazione la sua caratteristica originale e non la riproduzione sessuale.

La vecchia riproduzione sessuale è invece ancora una eredità che parla delle sue origini dal regno animale la cui caratteristica invece è proprio questa riproduzione sessuale attraverso cui le informazioni passano da un esemplare ad un altro esemplare della specie e in questo senso se è vero che la comunicazione anch'essa è sessualità come ci ha insegnato la psicoanalisi, in particolare la psicoanalisi freudiana che infatti ritiene la cultura essere solo una sublimazione della vera meta dell'incontro con l'altro che è sessuale.

Similmente però possiamo dire che la sessualità è comunicazione anch'essa cioè scambio di informazioni anche se le informazioni che ci si scambia non sono informazioni di tipo simbolico ma di tipo biologico e infatti non vanno nella direzione della produzione di un'opera culturale ma di un'opera biologica cioè il figlio concreto.


Dalla biosfera alla noosfera

Se gli animali propriamente detti non escono in alcun modo dai confini della biosfera, l'animale-umano invece proprio tramite la comunicazione simbolica è all'origine di una nuova sfera del vivente, una sfera invisibile di per sè, la noosfera ma che si fa visibile per il tramite dell'artificio.


Noosfera invisibile e nuova natura artificiale visibile

L'artificio o natura artificiale è il prodotto visibile e quindi concreto dell'esistenza di una noosfera che di per sè è invece invisibile pur possedendo in quanto "pensati non più ripensati" e quindi "pensiero statico" una massa immateriale.


Noosfera e materia oscura

Una ipotesi avanzata è che la cosiddetta materia oscura che comunque si fa visibile indirettamente per il tramite della forza gravitazionale che esercita è che la noosfera coincida proprio con la cosiddetta materia oscura. Altri, come Jung hanno parlato di "inconscio collettivo" ma Jung non ci ha mai saputo dire dove stava concretamente questo benedetto inconscio collettivo. E' stata invece la psicoanalista Silvia Montefoschi che ha individuato proprio nel codice genetico del DNA la forma concreta dell'inconscio collettivo. Ugualmente altri come per esempio Teilhard de Chardin in particolare, hanno parlato di "noosfera" ma non ci hanno saputo dire dove stavano i simboli, le idee, che la costituivano concretamente al di là del suo manifestarsi nell'artificio e una ipotesi che potrebbe fornire una risposta a questo interrogativo è proprio la materia oscura.


La necessità ontologica all'imitazione come simbiosi necessaria individuo-società

A partire proprio da questo desiderio di socializzare dell'animale-umano il singolo individuo è portato istintivamente a guardare e a imitare gli altri e sulla base di una tale imitazione, a costruire le categorie per auto-pensarsi e quindi costruire la propria identità che se anche ribelle rispetto a ciò che viene considerato nella norma si costruisce comunque sempre a partire da un rispecchiamento nella coscienza collettiva imitativa.


Aut aut: simbiosi o ostracismo

Ricordiamoci sempre quello che diceva Jung sull'ordine pubblico. Jung che concepì anche un inconscio collettivo oltre quello personale di Freud riteneva infatti che in verità non erano le forse poliziesche a mantenere l'ordine pubblico nelle nostre società umane ma ciò che realizzava veramente l'ordine pubblico era invece soprattutto l'istinto di imitazione.


La madre ecclesia

Un esempio chiarificatore: conosciamo come soprattutto a partire dal concilio vaticano secondo siano nate molte realtà ecclesiali in seno al cattolicesimo in rotta con il vaticano e la gerarchia. Molte critiche ma senza voler uscire dalla santa madre chiesa: e dove cazzo vanno? Lontano dalla madre non c'è vita ma solo il freddo del vuoto oscuro e senza luce dell'universo.

Questo vale per tutti i gruppi.

La madre fissa le colonne d'ercole: è lei stessa le colonne d'ercole, i confine estrema della possibilità di sopravvivere un po come gli elettroni che sono legati come i cani al guinzaglio al protone pena il disintegrarsi se potessero, ma non possono, allontanarsi in orbite troppo lontane dal protone.

la madre è la personificazione principale dell'ordine pubblico.

Essa dice: si può andare quì e quì oltre c'è solo il freddo e il buio e anche il caos oltre che il silenzio.

Solo nella madre c'è la parola, la vita, qualcosa.

Solo nella madre c'è il movimento.

Al di là delle colonne d'ercole c'è il silenzio, la fissità, il buio, il freddo, il non essere.

La madre è l'essere e ogni coscienza di essere separata dall'essere è solo coscienza del nulla, coscienza di niente e quindi non coscienza che in quanto tale scompare si annichilisce.


Quale soluzione per i nuovi cosmonauti?

Portarsi la madre con sè oltre le colonne d'Ercole.

La madre infatti prima ancora della società e del gruppo è il "Tu" originario.

Se nel tagliare il cordone ombelicale al gruppo si salva comunque quel 'tu' che ci da la vita vera, non si rischia di perdersi negli spazi infiniti dell'universo.

Non è il corpo materiale che ci rende schiavi di un gruppo anzi il nostro corpo concreto è già esso stesso l'oggettivazione conseguente di una tale oggettivazione dell'io-tu originario.

Io-tu, società e ordine pubblico: la società in quanto espressione di una ridondanza dell'io-tu necessita di un ordine pubblico poichè la ridondanza è già di per sè caos in quanto entropia, la ripetizione di una informazione è infatti già di per sè disordine in quanto massificazione dell'energia.

La prospettiva di una esplosione demografica pertanto prima ancora che farci pensare al problema alimentare ci dovrebbe far pensare alla necessità di incrementare l'apparato militare per l'ordine pubblico tra gli stati e l'apparato poliziesco per l'ordine pubblico interno agli stati.


Per una teoria delle reti molecolari

Inoltre in un caso simile sfuggire alla vecchia madre, il gruppo simbiotico, sarà sempre più difficile.

Il gruppo simbiotico infatti è una rete ma rete non nel senso che favorisce la comunicazione come si potrebbe intendere in questa nuova epoca che vedono la nascita della grande rete il world weid web che contiene tante reti minori ma nel senso di trappola, nel senso di "intrappolati nella rete".

La rete anche se non era ancora informatica è sempre esistita: è la società stessa quale molecola umana costituita dai tanti nodi, gli individui atomizzati che grazie alla rete riescono a fuggire al loro destino inevitabile autistico.


Autismo o simbiosi sociale?

Si è sempre pensato alla simbiosi come simbiosi materna ma esiste anche se meno visibile una simbiosi paterna che permea tutta la realtà sociale, tutte le realtà sociali. E questa simbiosi paterna non è meno potente nell'intrappolare i singoli individui da quella materna e anzi proprio per il suo essere meno visibile e meno visibile perchè anzi incentivata poichè più produttiva e anzi premiata.

Perchè diciamo che questa "trappola per atomi" è più invisibile?

Proprio perchè essendo in qualche modo premiata e quindi incentivata si camuffa come norma ma è la simbiosi come norma.

Non è un caso che chi esercita la funzione paterna che sia Dio, il maestro, lo psicoanalista, il genitore o comunque qualcuno riconosciuto superiore cessa di riconoscerti nel momento che tagli il cordone ombelicale paterno ( sì, esiste anche un cordone ombelicale paterno).

Ecco perchè l'anima, l'anima vera e non la proiezione dell'anima, cioè la pseudo-anima è così importante.


La simbiosi o l'anima

L'aut-aut quindi non si pone nei termini di anima o autorità ma nei termini di anima o simbiosi.

La questione della simbiosi quindi si pone come la vera problematica dell'emancipazione e della liberazione e non quella dell'autorità.

Ecco perchè la via psicoanalitica e non la via dei vari anarchismi ottocenteschi, sessantottini o anche cristiani, costituisce la vera via della redenzione.

Lo spirito ha sempre pensato la liberazione come liberazione dalla madre mentre occorre pensare la liberazione come liberazione dal padre ma chi è che ci può liberare sia dal padre che dalla madre?

L'anima solo l'anima, il tu vero.

Fuori non c'è niente: fuori c'è solo il nulla.

Ecco perchè il mondo, il mondo evoluto rappresenta il trionfo del nichilismo ma il trionfo del nichilismo manifestando la vera meta dell'universo cioè il nulla dell'esteriorità dell'essere manifesta anche l'essere vero, cioè l'interlocuzione con il tu vero.

L'essere vero: il trionfo dell'anima, il tu, l'altro vero.

La conclusione non può essere che una sola.

Una sola parola d'ordine: salvare l'anima.

E' vero che Silvia Montefoschi ha invece lanciato le parole d'ordine: abbandonare l'anima e poi abbandonare anche il corpo a si tratta dell'anima in quanto psichismo (in greco antico anima infatti si traduce psiche) ma lo psichismo è quando la relazione con l'anima non è diretta, immediata ma mediata cioè quando la relazione con l'anima non è dialogica ma ancora dialettica ma si sa che la dialettica è interminabile: conflitto/pace, contraddizione/sintesi che diviene nuova contraddizione essendo la potenzialità infinita.

Salvare l'anima va inteso quindi con il salvare la vera anima.



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