La consapevolezza di essere al capolinea della storia

Da LogicaUnitaria.

C'è una parola magica che più di ogni altra è magica nel senso che ci fa da spia e quindi ci permette di capire se procediamo nella giusta direzione o se invece ci stiamo confondendo.

Questa parola anzi frase magica è:

" Non affinchè ma fino a che "


AFFINCHE'

Cioè credere che il nostro fare sia un passo in avanti ancora rispetto al capolinea già raggiunto.


FINO A CHE

Cioè essere consapevoli che il capolinea è già stato raggiunto veramente e che quindi oltre non si può andare ma c'è solo da mantenersi fermi e stabili al capolinea in attesa che la macchina universo si fermi definitivamente ossia che consumi tutto quel che gli rimane di forza d'inerzia perchè il guidatore ha già frenato ossia l'apocalisse è già un evento del passato e non come invece molti credono un evento del futuro.


Illudersi

IL rischio è che noi si possa credere di fare chissà che mentre invece non si sta facendo nulla di nuovo ma solo si sta ripetendo come automi, macchine. robot, per l'ennesima volta la memoria del modello relazionale interdipendente che è poi l'ossatura, lo scheletro, ciò che ha retto e regge in piedi l'intero edificio universale.


La struttura portante dell'intero universo è una struttura ontologica

L'apocalisse è un po' come l'evento del settembre 2001 alle Twin Tower, solo che invece di far venire giù i solidissimi grattacieli di New York viene giù l'intero universo e anche quì proprio perchè la struttura che sorregge l'intero edificio si dissolve e la struttura che permette all'edificio universale di reggere è una struttura ontologica, una logica, la logica relazionale interdipendente.


Tutto si regge sull'amore

Non dimentichiamoci infatti che in definitiva questa logica è l'amore il che ci fa concordare con quanti dicono e hanno detto che è proprio l'amore che regge tutta la realtà. Il fatto è che proprio perchè l'amore stesso trapassa ad un nuovo modo di fare l'amore cioè nel momento che l'amore emigra da una vecchia logica ad una nuova logica, in quel momento nell'interdipendenza non c'è più amore poichè l'amore proprio come il soggetto è uno solo e se sta su non può stare giù.


Dal fare all'essere

Abbiamo detto "fare l'amore" ma nell'intersoggettività non si tratta di un "fare l'amore" bensì di un "essere l'amore": il "fare" in tutti i sensi è ancora legato alla vecchia logica della separazione.

Cosa c'è allora adesso nell'interdipendenza se l'amore è emigrato ad un piano più evoluto ossia è trapassato nella direzione di una nuova logica?

Rimane il teatro dell'amore, la sceneggiata dell'amore, la memoria delle parti, il gioco dei ruoli.


Dagli anima-li cioè dagli esistenti con l'anima (psiche) e quindi psichici ai robot

Non è come molti credono che oggi ci sono più solo: umani e animali. No! oggi e con il passare del tempo diventerà sempre più chiaro, abbiamo più solo umani e robot.

Molti pensano ai robot come emeriti deficenti ma si sbagliano poichè i robot sono la Ragione: la ragione finalizzata alalo scopo.

In questo senso è proprio il trionfo della tecnica.

Questo non è un demonizzare le conquiste della tecnica, tanto più che io stesso che scrivo queste cose, ne usufruisco e benedico la tenica: si tratta piuttosto non della tecnica in sè ma di una ragione che non si interroga sulle sue finalità ma solo su come fare nella maniera più intelligente possibile a raggiungere un determinato scopo.


Il processo evolutivo e individuativo di disappropriazione

Noi invece sappiamo che lo scopo è già stato raggiunto, il prototipo della nuova umanità è nato e non ci sono altri scopi da raggiungere: noi siamo uomini e donne arrivati cioè giunti già alla meta, una meta che non è la nostra meta ma è la meta del processo evolutivo universale stesso in quanto nulla è nostro, nulla ci appartiene, neanche le nostre vite ma tutto è funzionale ad una tale processo individuativo e neanceh il processo di individuazione è nostro poichè anche quello è il processo di individuazione dell'universo: la proprietà, ogni proprietà non è un furto come molti hanno detto nei secoli scorsi ma è invece contro natura.


Una coscienza enorme

Non si può vivere per se stessi, neanche per la propria personale evoluzione ma tutti dobbiamo dare il nostro contributo all'evoluzione dell'universo ma è necessario fare dell'universo, perchè non diventi un ente alienante, il nostro stesso corpo.

A questo punto molti diranno che questa è una inflazione dell'io, un delirio megalomanico, poichè i nostro corpo finisce là dove finisce la nostra pelle. Questa GRANDE IDENTITA' invece è proprio l'identità della nuova e vera umanità. Questo non significa che coloro che invece hanno una identità individuale siano matti: matti no ma poco evoluti questo sì, sono infatti la stragrande maggioranza dell'umanità cioè la vecchia umanità.

La nuova umanità è composta da uomini e donne che sono già arrivati e non devono fare altro che mantenersi saldi nella consapevolezza di essere al capolinea della storia e quindi stare fermi nella sola attesa che l'Automaton dissolva anche in noi stessi quanto rimane di quella vecchia ragione. Altrimenti si crede illudendosi di fare chissà che, mentre invece non si sta facendo niente se non alimentarsi di illusioni e quindi non si farebbe altro che produrre e produrre nebbia che invece di farci veggenti come lo è stato Giovanni e anche Silvia si diviene sempre più ciechi alla vera realtà che è invece proprio la consapevolezza di essere al capolinea della storia.


La fine della Croce dell'universo

Non si tratta quindi di "andare avanti" ma di "stare fermi" poichè oggi è proprio chi è capace di stare fermo che va veramente avanti.

Quando c'era l'albero dell'evoluzione si andava avanti sia nei rami che nel tronco ma oggi c'è più solo il tronco cioè non c'è più la croce dell'universo e dell'evoluzione: la psicoanalisi ha messo la parola fine perfino all'evoluzione della coscienza cristica e lo stesso cristianesimo che peraltro è stato d aduemila anni a questa parte la punta più evoluta ed estrema dell'evoluzione è stato relegato tra gli arnesi della storia divnendo evoutivamente obsoleto.

Sono stati proprio gli esponenti più evoluti della cosceinza cristica e in primis Giovanni Evangelista e Freud benchè ebreo e ateo era un vero cristiano, a concepire una nuova coscienza: la coscienza unitaria che, questa si, ha redento veramente lo stesso redentore.

Questa è l'epoca della via lucis dopo la via crucis, l'epoca della resurrezione.

Oggi la croce è più solo il simbolo dell'ultimo capitolo della storia dell'universo e quindi dell'evoluzione della natura: il cristianesimo è stato il movimento di dialettizzazione del pensiero prima negli uomini e poi nelle donne.

Oggi tutto questo è finito ed è finito poichè un nuovo sole è spuntato: il sole della nuova coscienza unitaria, del dialogo oltre ogni dialettica.

Il cristo, cioè l'uomo e la donna dalla coscienza cristica sono stati gli ultimi eroi ma oggi l'archetipo stesso dell'eroe è tramontato.

L'evoluzione della natura oggi non richiede più nè eroi nè crocifissi.


Ritorna alla Home Page
© Copyright - All Right Reserved 2004-2018 by Centro Studi Silvia Montefoschi