La psicoanalisi oltre la psicoanalisi non è una filosofia orientaleggiante

Da LogicaUnitaria.

La mia impressione è che nei prossimi articoli devo lavorare a chiarire che "la psicoanalisi oltre la psicoanalisi" cioè l'attuazione dell'archetipo dell'ultima coniunctio non è una filosofia orientaleggiante: non è buddhismo, non è induismo. Credo ci sia necessità di fare charezza su questo onde evitare ogni possibile equivoco dato che invece sembrerebbe che si presti per qualche ragione oscura ad un tale equivoco.

Non ricordo ma qualcuno ha detto o scritto che Silvia Montefoschi aveva in somma stima Sri Aurobindo maestro yoga e la sua compagna Mere Alfassa e che abbia voluto imnpostare il "Laboratorio Ricerche Evolutive" l'ultimo gruppo psicoanalitico da lei costituito sul modello di un Asrham coem quello che avevano creato intorno a sè proprio i poeti yoga e scienziati evoluzionist Sri Aurobindo e la sua compagna. Questo è possibile e del resto sia Sri Aurobindo che Mére erano evoluzionisti che lavoravano per la creazione di una super-umanità ma siamo molto lontani dalle filosofie e religioni orientali. Qui non si cerca il Nirvana o la pace dei sensi e non si considera la molteplicità nemica dell'Uno semmai siamo più vicino al detto dello Zarathustra di Nietzsche che insegna la necessità di "attraversare la città" per andare oltre ma la città per Silvia Montefoschi è un labirinto e per andare oltre questo labirinto occorre salire in verticale poichè la fuga dal labirinto, "l'esodo dall'universo" come lo chimiamo noi, è possibile solo attraverso il tetto e non esplorando e rovistando in tutte le molteplici stanze dell'edificio psichico ossia dell'edificio storico come invece fanno i vetero-psicoanalisti ignari della vera finalità di una psicoanalisi che non voglia essere uno strumento per il mantenimento dell'ordine pubblico. vera finalità che poi è l'attuazione dell'archetipo dell'ultima coniunctio.

Nel buddismo come in altre filosofie e religioni orientali ma anche occidentali discriminano tra comportamenti virtuosi da comportamenti che non lo sono ma per "la psicoanalisi oltre la psicoanalisi" una tale distinzione è insignificante in quanto tutto è veramente Uno, questa è infatti la "logica unitaria". Non si tratta nemmeno di fare l'apologia di principi che orientino i nostri comportamenti come l'amore, la compassione o la tolleranza poichè anche in questo caso anche ciò che non è amore, compassione e tolleranza è manifestazione dell'Uno. Si tratta cioè di coincidere con la logia unitaria ossia con ogni manifestazione dell'essere uno.

Il vero discrimine quindi è solo tra vecchia logica della separazione in qualsiasi versione essa si manifesti e nuova logica unitaria.

E non si tratta nemmeno di accettare tutto ciò che accade come potrebbe sembrare. A questo proposito e cioè per evitare che si interpreti la nuova logica unitaria come fatalismo e apologia della passività di fronte agli eventi, in un colloquio che io ebbi tempo fa, poco prima della sua morte, con Silvia Montefoschi così mi redarguì su un possibile equivoco in cui io stavo per cadere:


Andrea Morelli: “Quindi, se ho ben compreso, tu accetti il processo?”

Silvia Montefoschi: “Io non accetto il processo: IO SONO il processo.”


(Tratto da “Dialogando con Silvia Montefoschi” )


Per una maggiore intelligibilità del dialogo citato, tratto dall’archivio audio di Andrea Morelli “Dialogando con Silvia Montefoschi”, chiariamo che con il termine abbreviato di “processo” i due dialoganti si riferiscono al “processo individuativo-evolutivo universale” che poi altro non è che quel concetto elaborato per la prima volta dallo psicoanalista C. G. Jung di “processo di individuazione” e esteso da Silvia Montefoschi all’universo intero come fosse un solo individuo e inteso come l’unico e vero “paziente” del metodo psicoanalitico. Universo che quale “intero” sottomettendosi nella sua forma umana ad un tale metodo realizza quello che la psicoanalista quale ultima staffetta della storia della psicoanalisi riteorizzò nella forma di un “processo di individuazione universale”.


Questo è il lavoro a cui noi militanti dell'ultima rivoluzione che è solo logica siamo chiamati a portare a compimento affinchè la vita tutta finalmente esca dalal sua lunga preistoria che è stata determinata proprio da un alogica ancora preistorica poichè la vita divine la grande vita solo attraverso una rivoluzione logica di tipo radicale che determini il trapasso dalla vecchia logica della separazione alla nuova logica unitaria che è solo quest'ultima oltre il tabù universale dell'incesto simbolico e che pertanto sventa ogni deriva edipica e quindi competitiva affinchè l'Io-Tu relazionale raggiunga l'unità ma nella distinzione. la distinzione ma nell'unità poichè l'intersoggettività oltre l'interdipendenza è "io sono te e tu sei me ma tu sei solo tu e io sono solo io".