Max Stirner

Da LogicaUnitaria.

Max Stirner aveva seguito alcune lezioni universitarie di Hegel e divenuto docente presso una scuola Berlino di Storia e Letteratura frequentava un gruppo di giovani hegeliani chiamati Die Freien ("i liberi") che si riunivano presso una birreria di Berlino.

Tra i membri di questo gruppo figuravano nomi che in seguito diverrano prestigiosi: Bruno Bauer, Arnold Ruge, Ludwig Feuerbach, Friedrich Engels e Karl Marx. Tra questi Max Stirner era molto amico soprattutto di Engels.

Marx nel frattempo fondò il giornale "Rheinische Zeitung" e Stirner vi pubblicò alcuni articoli nel 1842 tra cui una recensione dei lavori di Bruno Bauer.

Intanto Stirner aveva già iniziato nel 1839 la stesura delal sua opera maggiore "L'unico e la sua proprietà" che verrà data alle stampe nel 1844.

Le autorità la ritennero un'opera pericolosa così venne censurata e sequestrata ma la ritennero così difficile da comprendere da risultare in definitiva non pericolosa veramente per cui venne tolta la censura.

Dopo quell'unica opera non scrisse più altro.

In seguito si dedicò a opere di traduzione e anche al commercio finendo ben due volte in prigione per debiti.

Morì ad appena cinquanta anni.

Dei suoi vecchi amici al suo funerale vi presenziò solo Bruno Bauer.


Il dopo Hegel è una critica a Hegel

Già Feuerbach aveva iniziato la critica al maestro Hegel ma Stirner porta la critica a Hegel in maniera ancor più radicale di Feuerbach ritenendo che Feuerbach avesse sostituito il Dio di Hegel con un altro Dio che sarebbe l'umanità e per questo lo tacciò dispregiativamente di "antropologo".

In Marx Stirner il concetto di "egoismo" diviene una virtù venendo quindi inteso in senso altamente positivo e la sua è infatti una filosofia dell'egoismo dove si esaltà l'unicità dell'individuo e non l'umanità-Dio di Feuerbach che pretendeva di aver liquidato la religione.

Furono molto interessati all'opera soprattutto Bruno Bauer, lo stesso Ludwig Feuerbach, Moses Hess e Arnold Ruge ma anche lo stesso Marx e Engels come traspare dal loro epistolario di quegli anni.

Feuerbach annota che la prima impressione è che "L'Unico e la sua proprietà" sia un' opera di estrema intelligenza e genialità, che ha la verità dell'egoismo-anche se eccentrica, unilaterale, non vera- dalla parte sua. Ritiene tuttavia che la polemica di Stirner nei suoi confronti ossia contro "l'antropologia" sia solo il frutto di un malinteso.

Da parte sua invece Engels in una lettera a Marx del 1844 dice:

"Avrai sentito parlare del libro di Stirner, l'Unico e la sua proprietà, se non ti è già arrivato. Wigand mi aveva spedito le bozze impaginate, che mi ero portato dietro a Colonia e poi avevo lasciate ad Hess. Il principio del nobile Stirner è l'egoismo di Bentham, solo che nel suo caso viene sviluppato per un verso più consequenzialmente, per un altro meno consequenzialmente. Più consequenzialmente perché Stirner pone il singolo in quanto ateo al di sopra di Dio o addirittura come entità ultima, mentre Bentham lascia ancora stare Dio al di sopra di tutto in una qualche nebbiosa lontananza. Meno consequenziale Stirner lo è in quanto vorrebbe evitare la ricostruzione della società dissolta in atomi, quale viene messa in opera da Bentham, ma non ci riesce.Questo egoismo non è che l'essenza portata a coscienza della società di oggi, la cosa ultima che la società di oggi può dire contro di noi, la punta acuminata di ogni teoria che si muova all'interno della stupidità corrente. Ma appunto per questo la cosa è importante, non dobbiamo accantonarla, bensì sfruttarla proprio in quanto perfetta espressione della pazzia corrente e,operando in essa un ribaltamento, continuare a costruirci sopra. Questo egoismo è così spinto all'estremo, così pazzo e al tempo stesso così cosciente di sé che nella sua unilateralità non può mantenersi un solo momento, ma deve subito rovesciarsi in comunismo."

Marx e Engels si occuparono più diffusamente dell'unica opera di Stirner "L'unico e la sua proprietà" nel loro scritto "L'ideologia tedesca" del 1845 e poi Engels ancora nel 1886 in "Ludwing Feuerbach e la morte della filosofia tedesca".

Il messaggio di "L'unico e la sua proprietà" fondamentalmente si può sintetizzare dicendo: non alienare l'io in un Dio e neanche nell'umanità.

Per Stirner infatti solo l'individuo esiste veramente e tutto il resto è una alienazione.

Così infatti scrive in "L'unico e la sua proprietà":

"Ogni essere superiore a me stesso, sia Dio o l'uomo, indebolisce il sentimento della mia unicità e impallidisce appena risplende il sole di questa mia consapevolezza. Se io fondo la mia causa su di me, l'unico, essa poggia sull'effimero, mortale creatore di sé che se stesso consuma, e io posso dire: Io ho fondato la mia causa su nulla."

Se pertanto il pensiero di Hegel fu una consequenziale riflessione sul fenomeno dell'alienazione questa era la personale elaborazione stirneriana della questione dell'alienazione.



Ritorna alla Home Page
© Copyright - All Right Reserved 2004-2018 by Centro Studi Silvia Montefoschi