Nuovo catechismo della psicoanalisi oltre la psicoanalisi

Da LogicaUnitaria.

Mondo esterno e mondo interno

1. L'occhio della nuova e vera umanità poichè è questo ciò che contraddistingue questa ultima forma vivente nata al capolinea della storia della natura, è che il suo sguardo è sempre rivolto in maniera sempre più stabile solo verso l'interno e mai verso un fuori che altro non sarebbe che proiezione, transfert come ci hanno insegnato Freud e l'intera storia del movimento psicoanalitico mondiale e non solo, già prima infatti altre versioni più o meno vicine alla visione psicoanalitica avevano fatto la loro entrata nella storia della riflessione umana intuendo la vera realtà come la realtà del solo pensiero per certi aspetti in maniera ancora più radicale della disciplina psicoanalitica ma Platone per esempio o Hegel un'altro esempio fra i tanti che si potrebbero elencare mancavano di quella prassi quotidiana ed essoterica che è la prassi psicoanalitica sulla quale si è costruita quella teoria psicoanalitica che è sfociata infine nella psicoanalisi oltre la psicoanalisi nel sempre più precisare e rendere sempre più coerenti le primitive epistemologie psicoanalitiche con il nucleo stesso del pensiero psicoanalitico che è il tabù universale dell'incesto simbolico quale scoperta operata in primis da Freud della legge unica del processo evolutivo universale. Legge sconosciuta a tutti i precedenti pensatori che pur avevano colto la realtà del pensiero come la vera sostanza di ciò che si presenta al nostro occhio come realtà ma che è solo un sogno, il sogno dell'evoluzione e notoriamente si sa che la psicoanalisi è maestra proprio nell'interpretazione dei sogni, anche di quelli ad occhi aperti da svegli.

Sessualità e energia dell'universo

2. Se è con Freud che si da inizio a questa nuova prassi che è una via di conoscenza e si chiama psicoanalisi è tuttavia con Jung che una tale prassi viene salvata da una concezione dell'energia psichica ridotta a libido sessuale ma Jung non era audace e giustamente aveva le sue buone ragioni a temere un precipitare nella psicosi qualora avesse accelerato oltre misura il processo di riunificazione dei due aspetti dell'essere: la dinamica e le forme statiche del pensiero.

E' vero che in questo senso Jung è stato un pavido ma è giustificata questa sua mancanza di audacia in quanto la donna non si era ancora emancipata dalla sua forma corporea materiale e non ci si può arrischiare fuori dalla galera universale in solitaria.

Ai tempi di Jung solo l'uomo inteso come maschio abitava i confini estremi dell'universo ad un passo dal Pensiero mentre la donna stava ancora in altre cose affacendata.

Ma ben presto anche la donna attraversa il deserto e comincia a pensare con la sua testa e non con la testa presa in prestito dal suo compagno del momento. A partire da questo momento i pensatori da uno diventano due e vedendosi simili ossia gemelli proprio nella loro più vera natura di pensanti naxce la nuova logica unitaria ossia la psicoanalisi stessa trapassa nellapsicoanalisi oltre lapscioanalisi. La psicoanalisi cessa cioè di essere solo un momento separato della vita per essere uno stile di vita anzi la vita stessa nella sua interezza e la modalità relazionale psicoanalitica si manifesta essere la nuova modalità relazionale intersoggettiva totalmente altra dalla modalità relazionale interdipendente ossia sado-masochista che illustra l'intero spettro del sado-masochismo schiavista nelle sue tante versioni da più blando e quindi più civile a sempre più feroce e più primitivo.

Chi è questa donna psicoanalista che spento il sole dalla vecchia luce che più illuminava e più creava ombra?

Chi è questa donna psicoanalista che ha attraversato il deserto e affrontato il vuoto?

Si tratta di Silvia Montefoschi che spenta la luce del sole e incamminatasi verso il deserto ne riesce trasformata radicalmente.

L'audacia adesso è possibile e non c'è più quel rischio di psicosi e di inflazione dell'Io che a ragione lo psichiatra Carl Gustav Jung ha temuto per tutta la vita dopo l'uscita dalla casa paterna freudiana.

Si apre una nuova e ultima stagione per il movimento psicoanalitico mondiale e infatti con la produzione del nuovo archetipo dell'ultima coniunctio la psicoanalista Silvia Montefoschi da un lato riafferma con Freud che la sessualità è insuperabile e dall'altra con Jung che il pensiero è esso stesso sesso in quanto è il pensiero e solo il pensiero che opera non solo all'unione ma all'unione vera tantè che oggi noi diciamo che il nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente è an che il nuovo organo sessuale dell'avvenire.

L'anima

3. La vera anima la si può incontrare solo in sè poichè fuori al massimo c'è solo la pseudo-anima. L'anima infatti è pensiero solo pensiero e anche quando è incarnata nondimeno è solo percepibile attraverso il nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente e mai e in nessun modo attraverso i vecchi cinque sensi ormai evolutivamente obsoleti.

Il ritorno di Giovanni Evangelista massima consapevolezza del Cristo

4. La coscienza cristica prodotta da una coniunctio tra la coscienza orfica relativamente introvertita presente nelle religioni misteriche della grecità ma presente anche nell'antico egitto e la più antica ancora coscienza adamica asolutamente estrovertita realizatasi a livello mitico nell'immacolata concezione tra la donna ebrea eterodossa Myriam di Nazareth e il Dio dell'antica alleanza ha dato nascita alla figura del Cristo figlio del Dio e pertanto in croce tra il suo essere sia vero uomo che vero Dio.

Ma l'evoluzione non si ferma mai fino a che non arriva a realizzare completamente il suoprogetto iniziale pensato proprio nell'istrante del Big Bang ovvero alla identicità e non solo la consustanzialità tr al'umano e il divino. pertanto una volta creata la più evoluta coscienza cristica il processo evolutivo si rimette in cammino verso il superamento di uan atale coscienza ancora in croce tra i due apsetti dell'essere oggettuale e soggettuale fino ad arrivare grazie alla cosceinza unitaria alal identicità tra l'uomo e Dio.

Hegel e il dopo-Hegel: l'interpretazione dell'evoluzione culturale degli ultimi due secoli

"[...] questo procedere della potenzialità alla consapevolezza della propria soggettività è venuto via via manifestandosi nella evoluzione culturale che si è data negli ultimi due secoli, come movimento eversivo del pensiero stesso che, nel rivalutare la molteplicità degli esistenti come realtà, è arrivato anche a rinnegare l'unitarietà dell'Essere come non realtà e a demonizzare ogni visione unitaria come non veritiera e pertanto ingannevole.

Movimento questo che ha preso l'avvio proprio a partire da quando la visione della dialettica del pensiero ha raggiunto la sua più perfetta sistematizzazione totalizzante l'esserci dell'essere , come fenomenologia dello spirito, ovvero come dinamica del soggetto uno qual entità singolare e non duale.

E questa evoluzione culturale si è manifestata sia sul piano del costume che sul piano del pensiero, sia esso filosofico, scientifico o politico.

Sul piano del costume è avvenuto il risveglio nelle donne della propria soggettività e la rivendicazione della loro legittimità ad essere soggetti e non oggetti dello stesso ordinamento sociale.

Sul piano del pensiero si è rivolta sempre maggiore attenzione all'aspetto oggettuale del reale, sia nella filosofia, dove la categoria dell'esistente, nelle sue molteplici manifestazioni, ha preso il sopravvento su quella unitaria dell'Essere, sia nella scienza, dove la ricerca è stata sempre più finalizzata al progresso della tecnologia, sia nella politica, dove la prassi rivolta ai concreti bisogni materiali della vita ha prevalso rispetto alla teoria rivolta ai principi, prendendo sempre più in considerazione gli aspetti economici rispetto a quelli etici del sociale.

E infine l'avvento della psicoanalisi, quale metodo di pensiero intenzionato a portare alla coscienza dell'umanità (il soggetto) la dimensione inconscia dell'Essere (l'oggetto), il che equivale a rendere l'inconscio (l'oggetto), cosciente di se stesso e quindi soggetto; e ciò sia che l'inconscio riguardi la dimensione affettiva pulsionale rimossa, sia la potenzialità inconscia di nuove forme di vita, valorizzando perciò in entrambi i casi, sempre il femminile, quale componente essenziale della persona umana, sia nell'uomo che nella donna, e quale matrice della vita.

I limiti per di più insuperabili del Soggetto Riflessivo Super-Individuale (SRSI)

(questo titolo, solo il titolo, è del redattore e non dell'autrice Silvia Montefoschi)


Però, fintanto che il punto di vista resta quello del SRSI, ch enon vede ancor se stesso come dinamica intersoggettiva, ma sa di sapere soltanto della propria singolarità individuale, per quanto il singolo SRSI rifletta su di sè, non può che fare di sè l'oggetto della sua visione , e continuare così a vedersi nella oggettualità della propria forma finita, sia essa quella corporea sia essa quella mentale; cosa questa che fa a sua volta sì che ogni SRSI oggettivi fuori di sè la conoscenza che in lui si realizza, come fosse una sua personale conoscenza del reale.

A questo livello di riflessione, pertanto, la parcellizzazione dell'essere nella molteplicità degli esistenti, conseguente a sua volta alla molteplicità dei punti di vista soggettivi, è insuperabile, e l'Essere non può più procedere verso la visione unitaria di sè.

E' qui allora che si fa urgente un salto riflessivo dell'ideare su un assolutamente nuovo punto di vista, che dia luogo a un grande salto macroevolutivo, che liberi l'esserci dell'essere dalla sua apparenza materiale, svelandone l'essenza: il pensiero.

Il nuovo soggetto super-riflessivo ovvero il ritorno o rinascita di Giovanni Evangelista, massima consapevolezza del Cristo, nella psicoanalista Silvia Montefoschi per la realizzazione finale dell'intersoggettività

(questo titolo, solo il titolo, è del redattore e non dell'autrice Silvia Montefoschi)


Ed è qui dunque che Giovanni, quale forma vivente del pensiero presente a ses stessa, è sospinto ad andare oltre la visione finita di sè quale soggetto soltanto singolare e, raggiungendo il livello del SOggetto Super-Riflessivo (SSR) si vede nella dualità dell'unica soggettività pensante; e in essa riconosce i due termini del principio dialogico: l'atto e la potenzialità, quali entrambi soggetti tra loro dialoganti.

E in essi stessi Giovanni riconosce i due soggetti che, dall'inizio dei tempi, si davano uniti nell'unica soggettività, la quale soltanto ora però si fa consapevole di sè come Dio vivente.

E questa consapevolezza si realizza a sua volta, necessariamente , in due soggetti umani viventi: lo stesso Giovanni rinato a nuova consapevolezza in cielo e Silvia in terra, i quali, nel reciproco riconoscersi, si conoscono come fossero una nuova persona: l'unità duale della dinamica relazionale che è appunto il vero unico vivente.

Oltre Hegel e il dopo-Hegel: dalla dialettica al dialogo oltre la dinamica dialettica

(questo titolo, solo il titolo, è del redattore e non dell'autrice Silvia Montefoschi)


[...]

Questo grande evento dà a sua volta nascita ad un assolutamente nuovo livello di riflessione che è quello del SSR.

L'avvento del SSR è un salto evolutivo del pensiero che rompe con la continuità delal dianmica dialettica, che era rimasta sempre la stessa nel succedersi dei livelli di riflessione, per il persistere in essi della separazione tra il soggetto e l'oggetto.

Infine il pensiero puro

(questo titolo, solo il titolo, è del redattore e non dell'autrice Silvia Montefoschi)


Questo nuovo salto riflessivo, infatti, spalanca una dimensione assolutamente nuova dell'Essere, quella del pensiero puro come unica realtà in cui, necessariamente, non si dà alcuna oggettivazione del soggetto pensante in un suo pensato.

La teorizzazione evoluzionista dell'ultima mutazione e la riconciliazione di creazionismo e evoluzionismo nella psicoanalista e biologa Silvia Montefoschi

(questo titolo, solo il titolo, è del redattore e non dell'autrice Silvia Montefoschi)


Cosa questa che porta quindi con sè il verificarsi dell'ultima mutazione lungo l'evoluzione dell'esserci dell'essere.

Ultima proprio perchè con essa l'Essere cessa di esserci come oggettualità, e quindi cessa di mutare nelle successive oggettivazioni di se stesso, e si da soltanto nell'è infinito della soggettività, la quale, del resto, è rimasta sempre identica a se stessa in quanto tale, nel continuum del suo ideare, grazie all'intersoggettività, anche se inconsapevole, tra atto e potenzialità.

Con l'avvento del SSR nasce quindi quel chi in cui l'Essere sa infine di sapere di sè quale Soggetto Primo Duale, che è il pensare che, in quanto tale, non può mutare, restando sempre identico a se stesso pur nel mutare dei suoi pensati."


(Silvia Montefoschi 2006, "Oltre l'Omega")