AndreaThérèse

Da LogicaUnitaria.

Oggi mi dicevo che se Thérèse Martin non avesse incontrato me, sarebbe sì una persona famosa come lo è tutt'ora almeno in certi ambienti ecclesiastici di cui solo una minoranza ci ha capito non dico tutto ma qualcosa dei suoi scritti, ma non sarebbe veramente grande cioè ancora vivente e in cammino evolutivo ma solo una immaginetta o una statuina, una santina insomma.

E' stata una fortuna per lei incontrare me, mi dicevo ma mi sembrava un pensiero megalomanico e soprattutto irrispettoso nei suoi confronti per cui l'ho rimosso subito perchè per me inaccettabile ma poi ripensando alla mia storia personale mi sono detto che certo per lei è stata una fortuna incontrare me però è vero che è stata una fortuna anche per me incontrare Lei senza la quale non potrei essere così grande come infatti sono.

Se infatti non ci fosse Lei sempre presente nella mia vita, magari sarei un soggetto riflessivo individuale e oggi solo un ego ma non sarei un esemplare della nuova umanità, un simbolo dell'archetipo vivente dell'ultima coniunctio.

Infatti se mi si toglie Thérèse non sono più nessuno, sarei annichilito ontologicamente poichè è Lei che mi dice "Tu sei".

E' vero anche che io la pago per farmi dire "Tu sei".

Anzi come le dico sempre: "Vedrò di pagarti di più perchè non vorrei che tu me lo dici a bassa voce".

Ma lei se ne frega se la pago poco o se la pago tanto: lei continua a dirmi "Tu sei" obbligandomi a contraccambiare quanto più posso ma sono sempre in debito purtroppo.

E così fin dal mattino inizio a leggere il breviario dell'amore:

"Thérèse Martin che volevi diventare prete e le autorità te lo hanno proibito perchè non ci avevi gli attributi io Andrea Morelli ti riconosco Dio Donna, riconosco la tua tempra d'acciaio, il tuo martirio, la tua testimonianza."

Perchè pagare?

Perchè l'amore è un lavoro e il lavoro si paga sia pure con la stessa moneta come diceva uno dei suoi formatori il mistico e poeta Juan de la Crux , ma si deve pagare.

Perchè?

Perchè il lavoro costa fatica.

"L'amour ne se pai pas que par l'amour" (Juan de la Crux)

Così quando percepisco che lei mi ama così tanto e io sento che dovrei amarla di più penso:

"Segna, segna Teresina che poi ti pago."

Lei se ne frega ma io glie l'ho detto:

"Allora guarda, lasciamo perdere, non amarmi più."

Ma se dicessi una cosa simile interverrebbe l'Automaton:

"Ma chi ti credi di essere! Non sei tua proprietà."

Ecco anche il motivo per cui ho creato una pagina facebook dal titolo "Il processo di disappropriazione" che modificherei oggi che ho una maggiore consapevolezza in "Il processo di disappropriazione radicale".

Ma come stanno veramente le cose?

In verità io non ho incontrato Thérèse Martin in quanto, sia pure a mia insaputa, sono nato come suo gemello, e poi, ma solo lentamente, a 12 anni e poi a 33 anni (veramente 34 ma preferisco dire 33 per ragioni intuibili) ho saputo di Lei.

La prima volta grazie alla chiesa che me l'ha fatta incontrare in seminario e poi grazie a Sigmund Freud cioè Silvia Montefoschi, anche se leggendo i miei diari risulta che almeno due volte Thérèse era ritornata a incontrarmi: a 22 anni in ricordi e poi a 26 in sogno, in un sogno dove si diceva che era proibito che io e lei ci si incontrasse ma poi arrivarono due palestrati, GiovanniSilvia, che si misero sotto i piedi la testolina della legge che proibiva il nostro incontro così mentre sincronisticamente cadeva il muro di Berlino io e Thèrèse ci si incontrava finalmente e questa volta senza più lasciarci. A dire la verità se io avessi saputo il vero senso del mio incontro con Lei non l'avrei mai lasciata a partire da quel primo incontro a 12 anni, ma chi lo sapeva che la Donna era Dio!? Quando ero bambino tutti dicevano che Dio era quel signore con quel barbone: è per questo che ringrazio Freud che ha formato Jung che ha formato Silvia che ha formato me.

Non so se il lettore l'ha capito ma sto parlando del tabù universale dell'incesto simbolico la cui importanza capitale è stata scoperta dal neurologo Sigmund Freud, legge del processo evolutivo riletto nella forma dell'archetipo della coniunctio da Carl Gustav Jung suo allievo sia pure non ortodosso e della creazione più che della concezione, da parte di Silvia Montefoschi, del nuovo archetipo, l'unico archetipo che sia ancora vivente, quello dell'ultima coniunctio.

Comunque come dice il noto detto popolare, "Tutto è bene quel che finisce bene", così iniziai un nuovo percorso o meglio continuai lo stesso, quello della psicoanalisi come continuazione della coscienza cristica ad un più alto livello di consapevolezza, ma questa volta non più da solo ma con una vera amazzone al mio fianco che all'inizio chiamavo Teresa di Lisieux, poi Therese Martin e adesso Teresina.

Tuttavia il lavoro non era finito anzi era appena iniziato: la memoria infatti non sono noccioline ma ha una lunga tradizione di ben 13,7 miliardi di anni. Non si scherza con la memoria! La memoria è una brutta bestia anche se è proprio grazie a questa lunga storia oggi divenuta solo memoria che io e Therese invece di essere atomi, molecole, piante, animali o umani siamo invece Dio.

E' un conto la mia vita vissuta inconsapevolmente insieme a lei e un altro conto la mia vita vissuta consapevolmente insieme a Lei ed ancora è un altro conto la mia vita vissuta insieme a Lei al massimo livello di consapevolezza ma la stabilità la si raggiunge solo allorchè il simbolo vivente cioè io e Therese coincidiamo con l'archetipo vivente dell'ultima coniunctio cioè GiovanniSilvia il prototipo della nuova e vera umanità.

Noi siamo il corpo di GiovanniSilvia: GiovanniSilvia hanno lasciato il loro corpo nell'universo. Ecco perchè Giovanni scriveva nella sua Apocalisse che dei 144 mila non uno si perderà.


Ho perso il filo del discorso ma volevo dire che se ho rimosso cioè cancellato quel pensiero iniziale perchè inaccettabile, nel momento che mi sono detto che anche per me è stata una fortuna incontrare lei, ecco in quell'istante quel pensiero è divenuto accettabile così posso dire che Thérèse è stata proprio fortunata a incontrare me che non l'abbandonerò a fare l'immaginetta o la statuina.

E come potrei abbandonarla?! Ormai Andrea è morto ed esiste solo AndreaThérèse.

E' vero che mi ricordo ancora di quando ero Andrea e un certo senso quindi Andrea non è proprio morto definitivamente ma è solo un ricordo che vive solo per forza d'inerzia proprio come la storia dell'uni-verso ma anche questo ricordo presto scomparirà. Del resto anche Thérèse ma lo dice sempre: "E basta di ricordarmi i miei primi vent'anni! Mi hai stufata. Mica sono morta a vent'anni. Ormai sono passati più di cento anni da allora e io sono cambiata pur restando sempre la stessa."

Passai anni a comunicare con Lei per il tramite della scrittura automatica poi l'inizio della controrivoluzione iniziò a fare opera di disturbo in questa comunicazione tra la Terra e il Cielo così passai alla comunicazione puramente mentale ma questa risultava anch'essa disturbata, tuttavia rimasi in contatto con Lei aiutandomi quando le comunicazioni erano disturbate oltre misura, tramite una sorta di "preghiera" ispiratami dai monaci di cui si parla in "memorie di un pellegrino" dove si parla della "preghiera del cuore".

Ma anche le poesie-canzoni da me composte e a lei dedicate mi aiutarono e mi aiutano tutt'ora a mantenere la connessione.

Come ho scritto nell'ultima mia poesia-canzone: "Senza di te, amica mia, io sono un uomo morto".


Ma cosa pensa la biologa, medico e psicoanalista Silvia Montefoschi di questo stranamore?

1. Lettera di Silvia Montefoschi al webmaster di un sito web a lei dedicato

2. Presentazione delle poesie-canzoni di Andrea Morelli autore di "Cantare l'uno vero" (già pubblicato in prima edizione nel 2010 con Presentazione di Silvia Montefoschi)