Cronaca, realtà storica e realtà ontologica

Da LogicaUnitaria.

Diceva Silvia Montefoschi che Jung quando si esprimeva sui fatti del tempo cessava di essere il grande Jung.

Forse chissà, spero di no, ma anche io potrei cessare di essere "grande" quando mi esprimo sulla cronaca, tuttavia scriverò adesso uno o due articoli su fatti di cronaca.


Tuttavia dopo un po' di riflessione infine ho preso una decisione: ci rinuncio.

Volevo scrivere sull'attuale "Guerra in Vaticano" e sugli "Attentati a Parigi".


Mi ricordo che quando ero in seminario, ai seminaristi era severamente vietato di leggere i giornali.

Ripensandoci mi sembrava esagerato ma invece oggi capisco che invece un senso l'aveva quella proibizione.

Questo mi fa pensare alla vita di Thérèse Martin anche, che la mia "collaboratrice" nell'elaborazione di questi articoli.

Anche a Lei, in questo caso suo padre, Louis Martin lettore del giornale "La croix", vietava a sua figlia di leggere il giornale anche se era un giornale cattolico.

Eh sì! Thérèse Martin è cresciuta così.

In effetti io e Thèrèse Martin abbiamo tante cose in comune tra cui anche queste il che avvalora la mia tesi che siamo gemelli.

Thérèse però disubbidì al padre e volle leggere il giornale per saperne di più su un fatto di cronaca di cui in quei giorni, era il 1887, si faceva un gran parlare.

Si trattava di un nichilista anarchico, un certo Pranzini, da me considerato un balordo e invece mi sono informato essere persona molto acculturata, Costui aveva stuprato e poi ucciso tre donne.

In seguito verrà ghigliottinato ma Thérèse, paradossale a dirsi ma questa era la sua natura, volle prendere le sue difese e salvargli se non il corpo almeno l'anima che poi era tutto, almeno nella visione di Thérèse.

In effetti si racconta che si convertì ma solo all'ultimo minuto al cristianesimo.

La società e la storia ossia la coscienza collettiva non perdonano come anche nel caso di Jacques Fesch, un "figlio di papà" nel senso di proveniente da classe sociale agiata, anch'egli ghigliottinato nemmeno tanto tempo fa, nel 1957, per l'assassinio di un poliziotto durante una rapina ad un cambiavalute e anch'egli convertitosi in cella al cristianesimo, sembrerebbe di nuovo per l'intervento di Thérèse Martin.

Quest'ultimo delinquente però ebbe un po' di tempo prima che "La repubblique" gli tagliasse la testa, lasciandoci così un "diario mistico" tanto che oggi la chiesa è in procinto per la prima volta nella sua storia di fare santo un criminale.


Se poi questo sia bastato per salvargli l'anima ai due criminali questo non lo so anche se potrebbe essere ma l'anima di Thérèse sicuramente è uscita da questi eventi di cronaca ancor più rafforzata tantè che oggi è considerata, lei che ha vissuto tutta la vita chiusa in una cella senza alcun contatto con il mondo, patrona delle missioni e dei missionari che invece viaggiano continuamente per il mondo, per convertire la gente al cosiddetto "bene".