Il mistero dell'Altro

Da LogicaUnitaria.

Un'impressione solo un'impressione

Quando parliamo con l'altro in verità parliamo con noi stessi e quando parliamo con noi stessi in verità parliamo con l'Altro.

E' solo una impressione, è solo concretismo, che ci fa credere che parliamo con l'altro solo se l'altro è percepibile con i vecchi cinque sensi.

In verità l'altro c'è sempre poichè se non ci fosse noi non saremmo in quanto è l'altro che ci fa essere con il suo dirci "Tu sei". L'altro infatti qualunque cosa dica in ultima analisi ci dice solo sempre e solo "Tu sei".

Il mistero della vita è infatti una questione puramente ontologica e non di politica, economia, filosofia e se vogliamo neanche di religione o teologia.

Dal Big Bang alla psicoanalisi

Ma è proprio questo "tu sei" dell'altro che produce e attiva una tensione erotica elevatissima come quella prodottasi pochi istanti prima del "Big Bang" la cui conseguenza è stata ben descritta per la prima volta da Freud e dall'intera storia della psicoanalisi via via sempre più chiaramente: il tabù universale dell'incesto simbolico con i suoi due articoli di legge e le disavventure edipiche di una tale legge che ha fatto l'intera storia non solo umana ma dell'universo intero.

I due riflettenti e il loro riflesso

E' l'infinita energia pensante, il Dio che era in principio che liberandosi dalla simbiosi eterna mettendo in atto l'intenzione ch'era solo in potenza, produce e separa da sè infine il riflettente, e che lo lancia distante da se per tenerlo lontano da sè e quindi continuare ad essere presente a se stessa quale riflesso sempre di sè riflettente poichè già fin dall'inizo i due termini del Principio Dialogico erano già uno pur non sapendolo ancora.

Esiste un solo unico discorso

L'uno e l'altro dell'unico discorso.

E' solo questo Unico Discorso il vero esistente ma questo unico discorso, cioè questa unica persona si declina nei due momenti inseparabili di una unità processuale.


Gli inseparabili

L'individuo, l'unico vero individuo cioè l'inseparabile come suggerisce l'etimologia del termine, è questo discorso, questo Logos che era in principio, che era presso il Dio e che era il Dio.

Noi siamo un discorso vivente, dunque siamo due poichè il discorso è sempre due poichè bisogna essere due per dialogare.


La dialettica che ha fatto la storia è ancora un fermare un tale discorrere infinito in uno dei suoi momenti anche se poi grazie al prodursi dell'antitesi si riprende il cammino e la dinamica non si ferma veramente.

Il dialogo però che è oltre la dialettica non necessita nemmeno del prodursi di una antitesi poichè l'uno del dialogo a differenza dell'uno della dialettica sa di essere anche l'altro pur essendo solo uno dei due termini del principio dialogico.