In principio era l'intenzione
"In principio era l’intenzione
l’intenzione di esserci dell’essere
quale amore per sé delll’essere stesso
E se l’intenzione “era” in principio
l’essere era l’intenzione
e in principio era l’amore
L’amore della potenzialità
per la sua attuazione
e quindi per l’atto
da cui desidera essere attuata
e l’amore dell’atto
per la sua realizzazione
e quindi per la potenzialità
che desidera attuare
Ma la potenzialità non è
se non
potenzialità dell’atto
e l’atto non è
se non
attuazione della potenzialità
La potenzialità e l’atto
si davano perciò
prima che l’essere
si desse nel suo esserci
come due enti tra loro non distinti
nell’unico ente
che era l’amore
quale principio
di tutto ciò che è
Ma l’amore è l’amare di colui
che ama colui che ama
sì che
perché si dia l’amore
occorre essere in due
L’amore allora
per amarsi
pose sé fuori di sé
e nel vedersi così
nei due amanti
che portava in sè
li distinse l’uno dall’altro
li separò
e si amò nel loro amarsi
L’uno si fece così due"
(Silvia Montefoschi, “La glorificazione del vivente nell’intersoggettività tra l’uno e l’altro”, 1995, cit. pag. 17, “Prologo”)