Perché la concezione evoluzionistica della storia è verità e nello stesso tempo è anche una menzogna

Da LogicaUnitaria.

PERCHE' LA CONCEZIONE EVOLUZIONISTICA DELLA STORIA E' VERITA' E NELLO STESSO TEMPO E' ANCHE UNA MENZOGNA?

"La psicoanalisi non è semplicemente una terapia scorporata dall’evoluzione del pensiero tutto."

(Laboratorio Ricerche Evolutive 'Silvia Montefoschi', seminari marzo-aprile 1988)

Semplice ad argomentare questa tesi sulla teoria evoluzionistica che pur presente in qualche maniera fin dai tempi del filosofo Eraclito di Efeso si è fatta strada soprattutto all'interno degli studi non più filosofici ma relativi alle scienze naturali con Lamark e Darwin.

La storia dell'universo coincide con l'evoluzione delle forme materiali che costituiscono e hanno costituito l'universo e su questo nulla da eccepire.

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L'EVOLUZIONE DELLE FORME MATERIALI E L'EVOLUZIONE DELLE FORME DEL PENSIERO

Di più: diciamo anche che non solo l'evoluzione è l'evoluzione delle forme materiali ma è anche l'evoluzione delle forme cosiddette spirituali le quali nel loro insieme queste ultime hanno costituito la nuova e più evoluta NOOSFERA dopo le forme costituenti la BIOSFERA che a loro volta erano seguite alle forme costituenti la LITOSFERA.

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HEGEL

Del resto lo stesso Hegel, pur non conoscendo l'evoluzionismo biologico, in qualche modo lui stesso è un pensatore evoluzionista pur non materialista poichè fa coincidere la filosofia con la stessa storia della filosofia come un succedersi di sistemi filosofici sempre più sintetici e in un certo senso anche più astratti ("L'astratto è proprio il più concreto" dice Hegel) che correggono e precisano il sistema filosofico precedente.

Hegel infatti è un pensatore dialettico e da genio della dialettica non è che dice come invece farebbero i pensatori re-attivi e non-attivi come accade qui su facebook: "Quel filosofo che mi ha preceduto non ha capito niente", "Quello che dice è falso" ma piuttosto da pensatore dialettico Hegel dice che tutto ciò che è stato detto è vero, tutto, e se lui ha potuto elaborare il suo sistema filosofico è grazie al lavoro di pensatori che lo hanno preceduto attraverso i quali la verità si è fatta strada giungendo fino a lui.

Per Hegel infatti la verità è solo un DIVENIRE-VERITA, è cioè la RISULTANTE di un processo che poi è nella sua essenza il PROCESSO DEL PENSIERO.

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IL DOPO HEGEL E L'IRRUZIONE DEL FEMMINILE DI DIO NELLA STORIA

E' vero anche che Hegel si riteneva l'ultimo dei pensatori ma vabbè questo è un altro discorso che meriterebbe un articolo a parte: Hegel infatti non aveva fatto i conti con il diavolo, con la donna ovvero con il femminile di Dio, l'altro Dio. Però più che dire che Hegel non aveva fatto i conti con la donna sarebbe più corretto dire che non aveva fatto i conti fino in fondo.

E infatti cosa succede nel Dopo Hegel?

καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει,

καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν.

(Giovanni Evangelista)

"E la luce del logos che era in principio

splende ancora nelle tenebre (della dimensione oggettuale dell'Essere)

poichè le tenebre (della dimensione oggettuale dell'Essere)

non sono mai, mai e poi mai riuscite

a offuscare (e quindi a oggettivare e massificare) in maniera definitiva

questa luce del logos che era in principio."

(Giovanni Evangelista)

La donna cioè il femminile di Dio, sguinzaglia quindi i suoi cani più o meno rispettosi di Hegel ma anche chi di Hegel si fa sberleffi, pernacchie e anche lo insultano anche in maniera pesante: Kiekegaard, Nietzsche, Max Stirner, Marx e Engels, e poi le diverse versioni di esistenzialisti fino alle femministe del manifesto "Sputiamo su Hegel" fino allo stesso Jacques Derrida che senza falso rispetto e spregiudicato come era, da nichilista e destrutturatore dell'intero discorso filosofico disse che di Hegel gli interessa solo come scopa.

Come dire che ormai sono vaccinati questi pensatori del "dopo Hegel" per cui quel vecchio imbroglione di Hegel a loro le favolette non glie le racconta più nè gli fa i giochi di prestigio da mago scafato da prestigiatore del concetto.

Il dopo Hegel è il trionfo del nichilismo che tuttavia non è il male ma anch'esso un momento dell'evoluzione che avanza, una volta che Hegel ha terminato il suo compito evolutivo.

Quando scrivo questa questa sezione di questo articolo mi sovviene un video su youtube di qualche anno fa ormai in cui sono presenti in una conferenza in una libreria sia il nietzschiano Gianni Vattimo che l'hegeliano Costanzo Preve e Vattimo come un monellaccio ribelle senza alcun rispetto per gli adulti si fa sberleffi di Preve facendo dei gestacci come una sorta di Crozza che imita Preve che come un Papa pontifica, come dire ironicamente:

"Non ascoltate me, ascoltate Preve che PONTIFICA."

Fortunatamente Preve era intelligente e non se l'è presa a male ma anzi ha fatto l'apologia di Vattimo calmando così l'ira di chi non sopporta i pensieri forti autoritari e totalitari.

Dopo che l'hegeliano Preve parlò dimostrando così di averci orecchio, Vattimo cambiò ed era già un altro, molto più rilassato.

Fine dell'aneddoto.

"Così con l'avvento del SSR, che si esplicita nel salto riflessivo che il metodo psicoanalitico, punto di arrivo dello stesso processo evolutivo del pensiero, compie su di sè, avviene la finale conciliazione tra le opposte correnti del pensiero umano: sia la dinamica dialettica del divenire della soggettività , sia il riscatto dell'oggettualità, quale momento essenziale a tale divenire."

(Silvia Montefoschi, 2006, pag. 87)

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L'EREDE DI HEGEL: LA PSICOANALISI DI SIGMUND FREUD

Non è un caso che la psicoanalisi comincia dopo che il dopo Hegel si è fatto beffe del discorso hegeliano e la psicoanalisi riprende il discorso di Hegel facendone però una prassi dando così nascita a un nuovo discorso fatto non più da un soggetto singolare (SRI) ma da un nuovo soggetto duale (SSR).

“Il metodo psicoanalitico è l’attuazione concreta della dialettica hegeliana, in quanto in esso è il soggetto umano e non più un soggetto astratto, a prendere da sé la distanza riflessiva per conoscere se stesso”

(S.Montefoschi, “Psicoanalisi e dialettica del reale”, 1984)

“La psicoanalisi è l’annuncio di una super riflessione poiché il pensiero uno comincia a rendersi conto del modo del suo pensare: quello del porre sé fuori di sé nell’immagine di sé per poi recuperare a sé quanto proiettato fuori di sé, realizzando una nuova conoscenza di se stesso.”

“Questo già lo vediamo nel metodo freudiano. E’ infatti il pensiero uno che già vede in Freud la proiezione, la rimozione della proiezione e il recupero della proiezione; dinamica questa che in Freud è colta ancora come fatto personale all’interno della storia di ogni singolo individuo.”

“In Jung il pensiero uno si rende conto che non è solo la storia personale che è recuperata, ma l’inconscio collettivo, e in Montefoschi il pensiero uno arriva a riconoscere tutta la storia dell’universo nell’inconscio universale.”

(Silvia Montefoschi, 2009, pag. 121)

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L'ORECCHIO DI FREUD E LA DONNA

Arriva quindi Freud con il suo grande orecchio da psicoanalista che calma il femminile di Dio infuriata oltre misura da milioni di anni di repressione e schiavitù allentando dapprima le catene e poi spezzandole: questo spiega la rivoluzione sessuale degli anni seguenti all'avvento della psicoanalisi.

Gli schiavi sono stati liberati ma che farne della libertà finalmente acquisita?

La psicoanalisi è terminata, adesso è il momento di una psicosintesi.

Così dopo Freud arriva Jung.

"Il grande passo che Jung fa compiere alla psicoanalisi consiste nel fatto che [...] egli ci addita che la conoscenza è un fatto relazionale e, poichè è l’amore ciò che nella relazione muove l’Io verso il Tu, di conseguenza ci suggerisce che la tensione erotica e la tensione conoscitiva sono in realtà una sola cosa: appunto, la tensione erotico/conoscitiva."

(Mario Mencarini e Giorgia Moretti, “Alle soglie dell’infinito – L’ultimo pensarsi del pensiero”, 1995)

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DOPO JUNG: LA PSICOANALISI OLTRE LA PSICOANALISI

Dopo l’ulteriore sviluppo delle primitive e pulsionali teorizzazioni psicoanalitiche freudiane in un senso più relazionale da parte di Carl Gustav Jung psichiatra e direttore del manicomio di Zurigo, dato da tutti come il delfino e successore di Freud per la sua vicinanza al padre della psicoanalisi e l’alta considerazione di cui lo psicoanalista “cristiano” godeva a Vienna, un allievo di Jung, il dottor Ernst Bernhard che invece era di origini ebraiche come lo stesso Sigmund Freud, da Berlino sua città natale dove si era specializzato in pediatria giunge a Roma per consegnare il testimone della staffetta psicoanalitica ad una studentessa in biologia e genetica la quale fino a qualche anno prima perseguiva solo la via della religione a partire da una esperienza mistica avuta nel corso dell’adolescenza e nella quale Giovanni Evangelista vi aveva svolto un ruolo fondamentale: questa studentessa in scienze biologiche era la futura psicoanalista Silvia Montefoschi.

Allora appena terminati gli studi di medicina all’università di Roma, grazie ad una borsa di studio si trovava a condurre delle ricerche biologiche all’università di Napoli con il professor Montalenti eminente scienziato evoluzionista ma dopo essersi imbattuta nelle opere sia di Freud che di Jung si era rivolta a Bernhard per meglio fare suo questo nuovo metodo di indagine del mondo interiore poichè aveva intuito invece che era proprio quella l’unica via di conoscenza che avrebbe avuto un avvenire scientifico: già infatti aveva colto l’ingenuità epistemologica del vecchio metodo scientifico.

E’ così che prende avvio una consapevolezza nuova nata dalla psicoanalisi ma oltre la psicoanalisi: il “Pensiero Uno”.

Cosa si intende con "Pensiero Uno"?

Così in un sogno di Silvia Montefoschi:

“La chiave d’oro dalle profondità del mare saltò nelle mie mani.”

(Silvia Montefoschi, "L'avvento del regno specificamente umano", 2004)

Sogno che così commenta:

"Che cos’è infatti la chiave d’oro?

L’unica chiave di lettura che spiega tutto ciò che è stato e tutto ciò che è.

E la chiave è dunque il soggetto pensante uno [...]"

(Silvia Montefoschi, "L'avvento del regno specificamente umano", 2004)

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GIOVANNI EVANGELISTA E IL SOGNO DELL'EVOLUZIONE

Nella sua essenza la realtà come ben ha intuito l'aquila delle grandi altezze Giovanni Evangelista altro non è che L'UNO E L'ALTRO DELL'UNICO DISCORSO (il Logos, il Legame, l'elemento connettivo).

Quindi tutte le forme, sia materiali che biologiche che infine anche le forme cosiddette spirituali altro non sono che le forme che i due termini del Principio Dialogico (il Logos che era in principio e che era presso il Dio e che era il Dio) si sono date nel loro pensarsi, oggettivarsi e infine massificarsi.

Cosa sono l'uno e l'altro dell'unico discorso?

Sono l'energia, l'energia pensante, il Pensiero Vivente, LA DYNAMIS che ha dato forma a tutte le forme dell'Uni-verso compreso i terrestri ma anche gli extraterrestri.

Perchè allora diciamo che l'evoluzionismo è vero e nello stesso tempo è falso?

Perchè in principio erano l'uno e l'altro dell'unico discorso e infine saranno sempre e di nuovo l'uno e l'altro dell'unico discorso.

Nulla è cambiato e tutto è cambiato.

All'inizio i due dell'uno erano sì, ma dormienti in uno stato di simbiosi addirittura del tipo di simbiosi assoluta che invece nell'universo dopo l'evento Big Bang non esiste.

Infine i due dell'uno finalmente risvegliatisi alla consapevolezza, divenuta per di più finalmente stabile, sia della loro irreversibile dualità sia dell'altrettanto irreversibile unità, saranno uniti ma non più simbiotici e saranno distinti ma non più separati.

Avranno cioè finalmente imparato dopo 13,7 miliardi di anni, l'unione nella distinzione, quando invece nell'universo quale preistoria dell'Essere ovvero preistoria della vita, versavano ancora in un altalenarsi bipolare di simbiosi e separazione:

- per cui se uniti rimuovevano l'irreversibile distinzione (nevrosi e psicosi di tipo isterico)

- mentre se separati rimuovevano l'irreversibile unione (nevrosi e psicosi di tipo ossessivo)

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L'UNICO SOGNATORE

Giunti a questo stadio del processo evolutivo, la storia dell'evoluzione apparirà per i due dell'uno come un sogno: il sogno dell'evoluzione.

Chi sono allora i due dell'uno?

Sono l'unico sognatore.

E cosa sogna questo unico sognatore?

Sogna il sogno dell'evoluzione che poi è l'unico sogno universale. Questa è anche l'unica chiave interpretativa di una ermeneutica del sogno valida per tutti i sogni.

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LA FINE DEL MONDO E' LA FINE DEL SOGNO

Cosa succede quando ci si sveglia?

Succede che il sogno scompare.

E' proprio in questo senso e solo in questo senso che va interpretata la frase "la fine del mondo".

La fine del mondo infatti coincide con la fine del sogno dell'evoluzione coincidente a sua volta con il risveglio degli unici veri protagonisti della storia universale: l'uno e l'altro dell'unico discorso ovvero il maschile e il femminile di Dio o ancora detto in altri termini: i due momenti inseparabili di quel CONTINUUM che è il processo del pensiero quale unità processuale costituita dai suoi due momenti dell'unico processo:

- la potenza infinita del pensiero

- e l'atto infinito del pensiero.

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LA TEORIA EVOLUZIONISTICA VERA E FALSA NELLO STESSO TEMPO

Da questo punto di vista vediamo bene come la visione evoluzionistica è nello stesso tempo sia vera che falsa.

Si capisce bene quindi perchè Silvia Montefoschi biologa evoluzionista ma anche psicoanalista intersoggettiva radicale osa correggere anche l'Apocalisse di Giovanni:

"E le cose di prima sono passate." (Apocalisse di Giovanni Evangelista)

"E le cose di prima non sono mai state." (Nuova Apocalisse di GiovanniSilvia)

"Tutto passa

anche la vita

e solo Tu rimani


Tu che hai

più vita della vita."

(Tratto da una poesia dedicata da Andrea Morelli a Thérèse Martin)

Così la vita, la vecchia vita, la vita preistorica

non essendoci più resistenze ai suoi natali

può infine rinascere come una Fenice come la nuova vita, la vita vera, la vita alla più alta potenza come non è mai stata nel corso dell'intera storia dell'universo

e questa vita vera è la vita dell'UNICO INDIVIDUO DUALE.

"E infine il Pensiero cessa di pensarsi per più solo sentirsi." (Silvia Montefoschi)

Detto in altri termini:

IN PRINCIPIO ERA DIO

E INFINE E' DI NUOVO DIO

"E i figli di Dio?" Ci si domanderà: "Che fine hanno fatto?"

Scomparsi!

E del resto erano materia, solo materia.

Una ragione in più quindi ad affrettarsi finchè c'è ancora tempo ad emigrare la nostra vera identità e farsi così fin da adesso una sola persona con l'individuo duale che era in principio e che sarà infine l'unico vivente.

Non ci resta quindi che un DIVENIRE-DIO come unica speranza, unica vera Arca di Noè.

E' proprio questo in cui consiste l'esodo dall'universo.

Chi va ancora verso l'uno non è ancora l'uno ma è ancora nell'uni-verso e ugualmente chi è già nell'uno proprio perchè è già nell'uno non va più verso l'uno e quindi non è già più nell'universo.

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CONCLUSIONI

Scappare

scappare fino a che si è ancora in tempo

dal regno della competitività

scappare

dalla preistoria dell'Essere.

Poi non ci sarà più tempo

si chiuderanno le porte del Palazzo dello Sport

e sarà il GRANDE BOATO.


Amen

"Così [...] il “Verbo”, che è poi il “Soggetto”, arriva infine a dire di se stesso, senza più declinarsi nell’ “oggetto”.

(Silvia Montefoschi, “Il principio cosmico o del tabù dell’incesto – Storia della preistoria del verbo”, 1987, pag. 261)