Amica mia ignorantona
E chi lo poteva sapere
o anche sospettare!
Avevano tanti pezzi di carta
tanti di quei titoli
dottore qua
dottore là
Adesso
in ogni caso
ho appreso la lezione
e frequento solo te
amica mia ignorantona
Mai più con le scimmie amica mia
mai più
Parlo solo con te
tu che sai veramente
Cosa tu sai io non lo so
ma so che tu sai
lo sento
che tu sai
E' stato un abbaglio amica mia
un abbaglio sul sapere amica mia
Cosa vuoi che sappiano le scimmie
fanno solo a gara a chi c'è l'ha più lungo
anche le femmine fanno a gara a chi c'è l'ha più lungo
tra di loro e con i maschi
anzi loro ancora di più
stante il complesso di inferiorità congenito
ma in effetti non sanno niente
proprio niente
soprattutto non sanno la relazione
la relazione che era in principio
che è
e che sempre sarà
quella relazione che tu sai
e che sai
perchè tu sei
la relazione
Le scimmie conoscono solo il valore di scambio
e in questo sono esperte
commercianti
solo commercianti
(Andrea Morelli, "Cantare l'uno vero - Poesie e canzoni", 1a ediz. 2010)
Nota: per comprendere meglio le origini di questa poesia bisogna sapere che un giorno mi capitò di parlare con un priore di una comunità carmelitana, quindi non un semplice carmelitano, e da quel che compresi era uno studioso, un vero specialista di teologia e nella discussione ad un certo momento della discussione gli scappò questa affermazione: "Ma lo sai che Teresa di Lisieux è una ignorantona?". In effetti non aveva tutti i torti perchè Thérèse Martin non era certamente come Edith Stein (suor Benedetta della Croce), carmelitana anch'essa ma anche assistente universitaria di Edmund Husserl e che in seguito lavorò anche con Martin Heidegger. Perfino Simone Weil diceva di Thérèse Martin: "E' una bambina, solo una bambina, una figlia di papà."