Coito e cogito

Da LogicaUnitaria.

"Cogito ergo sum" diceva Renè Descartes.

E' una affermazione ontologica questa e già Parmenide a suo tempo identificava il pensare con l'esserci stesso.

Potremmo così sintetizzare in due sole tappe la storia dell'evoluzione umana ma anche la stessa evoluzione del pensiero:


1. dal coito al cogito

2. e poi ancora dal cogito di nuovo al coito


Cosa afferma infatti la psicoanalista Silvia Montefoschi?

Afferma che infine il pensiero stesso cesserà di pensarsi per più solo sentirsi.

Tradotta, una affermazione simile significa solo che viene meno quindi e infine non solo la noosfera e la comunicazione ma la stessa cultura, il mondo cosiddetto culturale e con questa trasformazioen viene quindi meno con il venir meno della cultura, quel grande conflitto tra natura e cultura denunciato da Freud in "Il disagio della civiltà" ma anche da tutta la storia della psicoanalisi e da quell'Herbert Marcuse di "Eros e civiltà".

Questo venir meno del pensarsi del pensiero che trapasserà al suo solo sentirsi lo chiamiamo anche "nuova percezione", espressione questa che rieccheggia anche le tesi di George Berkeley con il suo motto "Esse est percipi".

Il processo di umanizzazione infatti è stato un lungo e faticoso mediare l'immediatezza umana.

Questa attitudine a mediare ha fatto perdere in spontaneità all'umanità, spontaneità che però si ritrova al termine del processo di umanizzazione con il nuovo processo di transumanizzazione in cui si fa presente una nuova immediatezza questa volta immediatamente riflessiva.

Con il ritorno al coito che non è lo stesso della presitoria dell'animale-umano beninteso ma molto più potente in termini orgastici, termina la storia dell'universo e dell'energia dell'universo che Freud chiamava libido non a caso.

Non siamo più ai tempi di Jung dove la sessualità veniva si superata ma a parole tantè che Freud & company avevano gioco facile a proclamare pessimisticamente l'insuperabilità della soluzione edipica al desiderio incestuoso originario, facendoci perdi più la figura dei realisti rispetto ai più fantasiosi junghiani i quali tuttavia anche se solo in prospettiva avevano ragione su questa questione della possibilità di infrangere il tabù universale dell'incesto simbolico.

L'apocalisse pertanto dà ragione a Freud in quanto trattasi proprio di coito e nello stesso tempo anche a Jung poichè un tale coito si può dare solo al termine del processo di civilizzazione e di acculturazione in quanto nuovo ordine e non mera ribellistica infrazione della legge sociale.

Si tratta quindi più solo di far trapassare la vita tutta dai vecchi cinque sensi ovvero da una vecchia percezione che separa l'essere in soggetto/oggetto a una nuova percezione, la percezione del nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente.



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