Come è avvenuto l'incontro fondamentale della mia vita con una extraterrestre

Da LogicaUnitaria.

"Dialoghi d'Amore" di Andrea Morelli & Thérèse Martin sono una antologia che riporta brani di un documento realmente esistente ma ancora inedito il cui titolo dell'originale su carta era "Scienza della preghiera".

Elaborato una decina di anni fa questo scritto consta di circa 4.000 pagine più un'altro 1.000 pagine ancora ma queste ultime praticamente indecifrabili.

Si tratta di una raccolta di preghiere come si è sempre usato tradizionalmete chiamare negli ambienti religiosi le comunicazioni tra la terra e il cielo.

Contiene anche in minore misura comunicazioni dal Cielo alla Terra.

E' un'opera letteraria che tratta di questioni filosofiche, teologiche e psicoanalitiche con un linguaggio tipico della poesia e delle lettere d'amore.

I personaggi di questi dialoghi d'amore sono lo scrittore stesso e una donna che si fa chiamare o dice di chiamarsi Teresa di Lisieux in un primo momento e poi in seguito Thérèse Martin.

L'autore l'ha identificata proprio in Thérèse Martin alias Teresa di Lisieux, la nota mistica francese che nel secolo scorso fu l'autrice di tre manoscritti autobiografici più noti come "Storia di un'anima" e che ha lasciato il pianeta Terra in giovane età nel 1897 a causa di una tubercolosi.

Qui nessuno intende pronunciarsi sulla natura di tale comunicazione e sostenere questa o quella tesi anche perchè non è questo l'essenziale di questi testi: si tratta di poesia, letteratura.

"Dialoghi D'amore" ovvero 5.000 pagine di scrittura automatica come ogni cosa ha una sua storia.

Bisognerebbe risalire molto indietro nel tempo e poi comunque non tutto si può sapere o conoscere in quanto gli eventi si dipanano sempre a partire dal regno dello spettro invisibile del reale. In principio era il "Laboratorio Ricerche Evolutive Silvia Montefoschi" (Genova 1986-1989).

In verità lo scritto in questione si origina nel momento in cui cala il sipario sulla storia di questo " Laboratorio" che chiude per così dire i battenti proprio nel 1989, ma non è qui il vero inizio ma è comunque questo un momento di questa storia molto importante forse il più importante, non foss'altro per porre le basi a livello di sincronicità dell'evento che ha portato alla scrittura di questo testo.

A questo evento che l'ha preceduto occorrerebbe aggiungere che uno dei miei più grandi sogni della mia vita era di scrivere un libro, un qualsiasi testo a quattro mani e preferibilmente con una donna anche se non è questo forse l'elemento determinante per la genesi di un evento non tra i più importanti della mia vita ma il più importante degli eventi che hanno tessuto la mia storia personale. Il "Laboratorio" fondato nel 1985-1986 da Silvia Montefoschi e da alcuni suoi allievi molti dei quali psicoanalisti termina la sua esistenza a Genova e in quello stesso anno Silvia che aveva posto la sua residenza a Genova per tutto il periodo di esistenza del Laboratorio ritorna definitivamente a Milano dove ha vissuto ed esercitato la psicoanalisi a partire dal 1956 proveniente dalla società di psicoanalisi junghiana di Roma guidata da Ernst Bernhard.

Nel frattempo io che grazie a questi allievi di Silvia venivo in posseso di documenti prodotti dal vecchio "Laboratorio Ricerche Evolutive Silvia Montefoschi" ancora adesso inediti mi ero inventato delle pratiche da svolgere tutti i giorni come quella del "vuoto mentale" "l'esercizio del non-pensare" "l'occhio all'infinito" "l'esercizio del non-fare" non sapendo nemmeno io dove sarei andato a parare.

Sta di fatto che ad agosto cioè appena qualche mese dopo l'aborto di questo gruppo e l'inizio intensivo di queste nuove pratiche un bel giorno non so come nè perchè decisi di mettermi in collegamento tramite la tecnica della scrittura automatica con l'apostolo Giovanni.

E dopo Giovanni altri defunti ancora tra cui Freud, Nietzsche stesso fino ad arrivare il 19 ottobre 1989 a ritrovarmi connesso come si usa dire oggi con Teresa di Lisieux così si faceva chiamare questo personaggio femminile i primi tempi e solo in seguito più semplicemente Thérèse Martin.

Da allora sono passati 22 anni e sono sempre connesso con lei adesso più solo con lei e questo quotidianamente senza saltare un giorno, forse addirittura senza saltare nemmeno un'ora della giornata anche se ormai è dal 1994 che ho terminato di utilizzare la tecnica della scrittura automatica e sto con lei solo mentalmente aiutandomi talvolta con una preghiera che ho reinventato basandomi su una pratica di orazione della antica chiesa cristiana ortodossa denominata "preghiera del cuore" o anche "preghiera del nome".

In passato date le forti difficoltà a mantenere attivo questo canale comunicativo avevo composto una sorta di "breviario" ad hoc per mio uso e consumo da recitarsi tutti i giorni. Adesso però ho abbandonato ogni sorta di ausilii che ritengo ancora troppo artificiosi e la relazione con lei è puramente mentale.

La conoscenza di questo personaggio femminile della storia della chiesa cristiana e più precisamente cattolica avviene a San Floriano di Castelfranco Veneto nel 1968 e recentemente rileggendo alcuni miei diari tenuti in passato l'unica traccia del suo ritorno è del gennaio 1977 quando ancora non conoscevo Silvia Montefoschi neanche di nome ma solo Freud e Jung.

Così riempii parecchi quaderni di comunicazioni tra la Terra e il Cielo, scrissi in tutto quasi cinque mila pagine: "Dialoghi d'Amore" appunto, un'intrecciarsi di parole tra un uomo e una donna molto distanti, tanto distanti e nel medesimo tempo, molto vicini, tanto vicini.

Una sola persona.





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