Dal particolare all'universale verso l'Uno vero

Da LogicaUnitaria.

Una storia una città: Roma ovvero dal particolare all'universale e dall'universale all'Uno vero che è solo l'Uno-Duale il quale, quest'ultimo si manifesta solo al capolinea della storia

Qualche anno fa in un mio articolo intitolato "L'impero" scrissi:

"Nel momento in cui un Aquila terrena (l'Impero) volge al tramonto un Aquila spirituale (Giovanni Evangelista) continua a guidare la specie verso l'universale come realtà concreta."

Roma è la città della lingua universale il latino e dell'impero universale romano, la città di Giulio Cesare e di Cesare Ottaviano Augusto. E' insomma un momento della storia della stessa natura che tenta un balzo in avanti nel tentativo di superare la frammentazione in cui l'Uno originario è piombato con l'evento Big Bang. La natura lavora così, lavora in questa direzione, ha sempre lavorato in questa direzione senza alcun rispetto delle forme particolari, violentandole, massacrandole poichè l'Uno s'ha da fare costi quello che costi.

A livello degli atomi sappiamo cosa è successo e cosa succede, a livello delle molecole sappiamo cosa è successo e cosa succede, a livello umano invece dai villaggi e le tribù sparse per il pianeta si passa all'urbanizzazione e poi agli imperi e Roma questo significa.

Ma sempre in quegli anni o settecento anni dopo la fondazione di Roma divenuta la Roma imperiale il più grande tentativo di universalizzazione sbarca dalla Palestina a Roma con l'apostolo Pietro mentre Giovanni Evangelista recuperava il meglio della grecità in una riflessione sulla coscienza cristica che con la teoria del "Logos che era in principio incarnatosi" diviene ormai irrecuperabile al monoteismo ebraico di Javhè alieno dalla visione della croce universale.

Roma ritorna con il cristianesimo ad essere di nuovo la città universale.

In una intervista sugli eventi dell'11 settembre 2001 in cui fu attaccata la città di New York da un gruppo di terroristi che si erano impadroniti di alcuni aerei dirottandoli come delle bombe contro il simbolo del nuovo Impero americano, Silvia Montefoschi così commenta l'evento:

- "Ma sai... tutto sommato, da quando gli uomini sono comparsi sulla terra, non hanno fatto che picchiarsi a vicenda, prima con le clave, poi le lance, le spade, la polvere da sparo, la bomba atomica. A me dà fastidio tutto questo moralismo, "un atto contro la civiltà"... ma come, non sono stati gli americani a buttare la bomba atomica a Hiroshima? Ma perché, gli eccidi legalizzati vanno bene, e questo non va bene perché non è legalizzato? Certo che, lo so, andiamo verso il caos totale. È stato un disastro tremendo."

- "Sì, c'è una rivolta. L'America è quella che ha imposto il sistema economico mondiale. Il disastro che è accaduto è segno di una catastrofe grossa, è segno comunque della fine di un sistema di organizzazione umana che non va più oltre. L'autodistruzione dell'umanità ora non è più regolata; fino ad ora c'era una sorta di regolazione anche nell’autodistruzione, c'erano dei limiti. Ora anche il sistema dell’autodistruzione è senza controllo. Non è neppure una guerra generale: chi combatte chi? È’ la fine di questo sistema. O si trova un altro sistema di organizzazione umana... ma finora idee non ci sono. Non c'è nessun modello alternativo, nessuno più rinuncia ormai al feticismo del potere monetario. Fino a che la coscienza è quella dell'io, della salvaguardia del potere personale, la visione di Marx non si è potuta realizzare, perché essa richiede un riconoscere in sè una coscienza universale.

La logica dell'io è la logica del soggetto che sa di sapere di sè come soggetto, e che vede l'altro come oggetto su cui ha potere, e di cui corre continuamente il rischio di diventare a sua volta l'oggetto. Quindi è una guerra continua; per questo l'umanità si è sempre sbranata. Se non si supera la logica dell'Io, non c'è niente da fare. Comunque si sarà costretti a compiere questo passo per via dell'autodistruzione."

- "La differenza è che l'impero romano si colloca in un momento storico diverso da quello dell'America. L'impero romano era incalzato dalla necessità di portare una cultura universale (pensa alla diffusione delle lingue indo-europee) per far sì che gli esseri umani superassero le loro frammentazioni e si riconoscessero sempre più in una coscienza unica. Oggi l'umanità ha già raggiunto questo punto estremo, la planetarizzazione, e il lavoro per raggiungere una coscienza universale è ormai un lavoro di tipo interiore, e non sociale.

Viceversa, l'umanità che questo traguardo ha raggiunto, non può andare oltre sé stessa, oltre la logica del sociale limitato a questo tipo di struttura dell'io, ed è successo che ognuno si è ripiegato maggiormente su sé stesso. Come quando, con la nascita dell'uomo, la scimmia si è fermata sulla propria evoluzione, così con la nascita della nuova umanità la vecchia si è fermata sulla logica dell'io.

L'America allora vuole imporre un suo punto di vista, l'impero romano storicamente ha invece permesso la diffusione di una cultura universale. L'impero romano ha civilizzato il mondo. Quella dell'America è una visione della vita squallida: tutti belli e carini, tutta apparenza. Assomiglia all'impero romano nel senso che ormai siamo tutti colonie dell'impero, questo si. Ora però l'America è stata fortemente toccata, avverrà un cambiamento radicale, è la prima volta nella storia recente in cui si è trovata veramente in difficoltà. E infatti non sa bene che fare. Il terrorista può essere chiunque, è difficile individuarlo. Questo genera il terrore, non ci si può più fidare di nessuno. Figuriamoci, con tutti i movimenti immigratori che ci sono in atto..."

Non è che voglio forzare l'interpretazione sincronistica ma pensiamoci bene: la psicoanalisi ch eè sia l'ultima filosofia che l'ultimo brano della storia universale è giunta in Italia per il tramite di due città che sono state la porta italiana del verbo psicoanalitico: Trieste e Roma. trieste per la psicoanalisi freudiana e Roma per l'altra psicoanalisi più di orienatmento junghiano per il tramite di Ernst Bernhard che tra l'altro non voleva fissarsi a Roma ma a Londra. Ma vedete come funziona il caso o la sincronicità o il dstino che sembra segnato?! L'ebreo Bernhard non viene voluto dalla democratica e antirazzista ingjilterra e invece viene accettato dalla razzista, antisemita e fascista Italia e per di più nella pura e ariana città simbolica di Roma.

Tuttavia anche i freudiani spostano la loro sede centrale proprio in quegli anni da Trieste a Roma e insieme Freudiani e Junghiani proprio a Roma iniziano la loro collaborazione.

Gerusalemme, Atene e Roma.

Roma dopo i fasti dell'impero romano civilizzatore del mondo, nuova patria della rivoluzionaria visione del mondo rappresentata dal simbolo della croce infine vuole giocare di nuovo un ruolo di primo piano nella storia della redenzione con il movimento teorico e pratico psicoanalitico.

Con Silvia Montefoschi (Roma 1926) la simbolica forte della città di Roma si rifà paladina della nuova psicoanalisi universale che nulla concede a facili guarigioni che tradiscono la missione universale di una corrente di pensiero che chiaramente si presenta come la continuazione della riflessione cristica ad un livello più elevato di consapevolezza portando infine a compimento la missione originaria della stessa storia universale con la produzione del prototipo della nuova umanità: l'uno-duale cioè GiovanniSilvia, il teologo con la psicoanalista che venendo meno anche in loro ogni identità ancora storica cessano di essere l'evangelista e la psicoanalista per essere più solo GiovanniSilvia la nuova identità puramente relazionale.

Con la forza e se vogliamo anche con la violenza dell'Impero Romano universale e poi con la chiesa cristiana universale e poi ancora con la psicoanalisi universale si è arrivati al termine del percorso, ora non resta che attendere il momento X in cui tutto ciò che è stato non sarà più nemmeno come ricordo.

Cosa resterà allora di tanta lavoro ma anche di tanta violenza sulla natura e sugli umani e di tanti massacri e di martiri e testimoni?

"Io sono Te e Tu sei Me, anche se tu sei tu e io sono io." (Silvia Montefoschi)

Resterà cioè il nuovo Soggetto super-riflessivo che ereditato il testimone del lavoro evolutivo lo avrà portato a compimento dissolvendo ogni residuo di quello stesso soggetto riflessivo ancora individuale che dopo aver fatto tutta la storia umana ora non è altro che semplice resistenza al proseguio dell'evoluzione oltre il nichilismo di quell'Io ultimo residuo, quale memoria, di quel penultimo soggetto ancora individuale ormai già scomparso definitivamente con la nascita del prototipo della nuova umanità caratterizzata da un'unica soggettività unitaria nella quale ciascuno pur mantenendo il suo nome per non confondersi, in essa ciascuno si riconosce come la soggettività che tutti ci comprende e nessuno potrà più dire "nessuno mi comprende". Allora nessuno potrà più dichiararsi ateo allorchè il Dio avrà un volto Duale come è duale l'umanità. Dio infatti non è se non come pura virtualità ma lo si produce grazie al lavoro evolutivo come ogni cosa reale che è forma dell'Essere.

Una sola umanità, una sola soggettività poichè l'individuo, il vero individuo è solo uno, l'indivisibile come recita l'etimologia della parola individuo e questo unico individuo è solo l'Intero nato al termine della storia dell'universo come svolgimento del processo evolutivo unitario.

Intero che è anche la verità.

"Verità è solo l'Intero" (Hegel)

"E infine saremo ciò che veramente siamo" (Silvia Monetfoschi)

"Unità è solo un divenire unità" (Franz Rosenzweigh)



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