Dalle civiltà della valle dell'Indo alla psicoanalisi di Freud-Jung-Montefoschi

Da LogicaUnitaria.

Sommario: questo articolo vuole essere una lettura dell'evoluzione della specie umana.

1. La regione intono al Lago Vittoria in Africa orientale (homo habilis: 2 milioni di anni fa)

2. Il sud-Africa (homo sapiens-sapiens: 100 mila anni fa)

3. Il genocidio di tutte le altri speci umane da parte dell'homo sapiens-sapiens (30 mila anni fa)

4. La civiltà sorta nella regione intorno al fiume Indo

5. Lo sviluppo e la prosecuzione di quel genere di riflessioni sempre meno tecnico e più teologico-ontologico nella filosofia greca e prima ancora presso l'antico Egitto, e ancora con la civiltà ebraica che inaugura un filone di pensiero che giungendo a nozze con la coscienza orfica-pitagorica darà nascita alla tradizione dell'occidente giudeo-cristiana.

6. Il pensiero dialettico in Hegel

7. L'emergere alla consapevolezza anche di una dialettica della natura inconscia con la psicoanalisi

8. Il superamento dell'interdipendenza universale grazie proprio al metodo psicoanalitico che fa emergere alla consapevolezza il progetto primordiale intersoggettivo rimasto sotteso all'interdipendenza universale lungo tutto intero il processo storico evolutivo sia a livello della materia propriamente detta (atomi e molecole inorganiche) che della materia biologica e anche nel corso della produzione ed evoluzione della noosfera

9. Il manifestarsi del metodo psicoanalitico infine come l'ultima rivoluzione scientifica essendo la psicoanalisi il vero metodo scientifico

L'apparizione del fenomeno umano nella natura - atto primo

La trasformazione o forse meglio sarebbe dire "l'evento prodotto dalla sincronicità" che dà nascita alla specie animale-umana avviene in uno spazio ben preciso: nella regione dell'africa orientale intorno al lago Vittoria pressapoco nell'attuale Kenia.

E' qui che nasce due milioni di anni fa il primo animale simbolico, l'homo abilis, che crea il primo simbolo che è anche il primo strumento di lavoro che dà avvio sia alla storia della produzione simbolica che produce la "noosfera", sia alla storia del lavoro.

A questo livello dell'evoluzione umana l'homo abilis è appunto "abilis" perchè utilizza la sua nuova capacità simbolica per riflettere il mondo esterno e non ancora il mondo interno dando avvio alla storia della tecnica che non avrà interruzioni fino ai giorni nostri: dalla pietra paleolitica fino a internet.

L'apparizione del fenomeno umano nella natura - atto secondo

A questo livello l'hardware umano non è ancora completamente evoluto ed è in Sud-Africa con la nascita di un nuovo tipo umano "l'homo sapiens-sapiens" che poi saremmo noi che giunge a compimento l'evoluzione biologica della specie umana.

Questa seconda tappa inizia 100 mila anni fa e da allora l'evoluzione è proseguita solo a livello software e infatti la nostra struttura corporea è ancora identica a quella dell'uomo di 100 mila anni fa.

A quel tempo non esisteva una specie umana solo ma più speci umane in quanto altre speci si erano evolute in orizzontale e solo una di queste si incamminò in verticale producendo l'attuale specie umana.

L'aggressività umana

Va da sè quindi che essendoci più speci umane iniziò una guerra all'ultimo sangue che la vinse la nostra specie ma la vinse solo 30 mila anni fa, il che significa che per 70 mila anni dissipò tante energie per questa guerra.

Non c'era posto per tutte queste speci per cui non si trattava solo di "vincere" ma si trattava proprio di sterminarle le altre speci umani che ripetevano se stesse senza portare nessun contributo a uscire dal ciclo ripetitivo di un eterno ritorno che comincia all'alba e poi si ripete lungo il giorno fino al tramonto del sole per poi ripetersi il giorno dopo come una sorta di "impiegato tedesco".

Qui nessuno nega il valore e l'importanza di un "pavimento" ma assieme al pavimento occorrono anche gli "alpinisti" e gli alpinisti del tempo erano i nuovi esemplari di homo sapiens sapiens e non certamente le altre speci umane che pertanto dovevano essere non solo vinte ma proprio eliminate per non costituire più una vera minaccia.

Alcuni obietteranno: ma non potevano solo farsi più in là? In fondo il pianeta Terra soprattutto per quei tempi con pochissima popolazione umana era talmente vasto che bastava spostarsi un poco per evitare una tale minaccia.

E' proprio questo quello che fecero i primi esemplari di homini abilis quando vivendo come degli handicappati in promiscuità con le scimmie infine si svegliarono e compresero che non è che erano delle scimmie di un tipo handicappato ma semplicemente appartenevano a una nuova specie ancora animale ma non più scimmiesca e neanche semplicemente animale ma animale-umana con una enorme immaginazione e capacità simbolica che a sua volta incrementava ancora più una tale immaginazione.

Alcuni, soprattutto tra i cosiddetti "animalisti" sostengono che gli umani sono non solo cattivi ma molto più cattivi degli animali e in quanto a ferocia non c'è paragone e questi animalisti sono talmente "buoni" loro che non esiterebbero ad ammazzare un essere umano pur di salvare un cane o un gatto.

Non che non sia vero, è vero che l'essere umano è l'animale più feroce della natura, ma la verità che spiega questa aggressività umana che non ha paragoni in altre speci animali è presto spiegata dalla struttura mentale umana molto diversa da quella di ogni altra specie animale in quanto nel regno animale non si conosce l'Io in quanto solo gli animali-umani posseggono una identità egoica e quindi grazie alla funzioen dell'Io hanno una storia e fanno storia.

La conseguenza della nascita dell'animale con un "Io" ossia di un animale-storico è che gli altri animali aggrediscono solo per motivi di difesa o di sopravvivenza cioè per istinto di conservazione della loro forma corporea e si sentono minacciati solo nella loro forma corporea proprio perchè non hanno una identità storica. Gli esseri umani invece hanno una identità egoica e quindi storica per cui anche se tu non attacchi fisicamente un essere umano se però questi si sente attaccato nella sua identità mentale parte in quarta con una ferocia inaudita per eliminarti fisicamente proprio per salvaguardare la sua salute psicologica. Detto in altri termini uccidere il nemico è per gli esseri umani una sorta di psicoterapia. Val a dire che ne va della loro salute mentale. Sembra un paradosso ma è così. Se poi Caino è solo un Caino simbolico o concreto non c'è problema: l'importante è eliminare l'Altro. Detto in latri termini si uccide per guarire ed è anche per questo che c'è poco da incensare l'amore umano troppo umano perchè l'amore umano è ancora una forma di aggressività. Alcuni preferiscono uccidere il nemico e altri se lo scopano ma è sempre aggressività, volontà di inglobare l'Altro in sè per non sentirsi scissi. Così molti cantano "amore, amore" intendendo un bel piatto di pastasciutta succulento: amore come cannibalismo simbolico. Non c'è quindi da meravigliarsi se da un tale tipo di amore dia luogo a parecchie problematiche insolute e financo a vere proprie malattie mentali come nevrosi e anche psicosi proprio perchè poi ognuno per non affrontarle le scarica su un qualsiasi capro espiatorio o anello più debole del gruppo che sia il gruppo famigliare o il gruppo sociale. Questo spiega anche perchè il vero nucleo della realtà tutta è il tabù universale dell'incesto simbolico di cui la psicoanalisi ha fatto il suo nucleo centrale di riflessione ed anche il punto di partenza per la sua azione operativa. Ed ecco anche perchè noi distinguiamo tra "Uno" e "Uno vero". Ed è proprio l'aver compreso il tabù universale dell'incesto simbolico come chiave di interpretazione di tutta la realtà, personale(Freud) collettiva (Jung) e universale (Silvia Montefoschi), che ha fatto la fortuna della psicoanalisi e del suo metodo di conoscenza.

Una specie incompiuta

La verità è che questa nuova specie animale si trova ad avere un nuovo potere, quello della produzione simbolica, ma essendo una novità di non essere capace a gestirla ma accade quindi che è la produzioen simbolica a gestirsi i singoli esemplari umani e anche i popoli e le civiltà ossia le realtà collettive stesse tramite gli archetipi del gruppo umano.

Occorrerà ancora del tempo prima di poter prendere quella nuova "patente di guida" per farsi dei veri "soggetti" della produzione simbolica per cui la specie umana risultò a lungo non essere nè un animale degno di questo nome ma neanche un vero umano degno di questo nome.

In conclusione potremmo dire che la storia umana è la storia di una specie che non è nè carne nè pesce come si suol dire e ci vorranno ancora altri "steb by step" evolutivi prima di conquistare la sua vera identità con la nuova e vera umanità degli ultimi tempi.

I gruppi umani della Valle del fiume Indo

E' qui che nasce la filosofia in senso lato cioè non la filosofia come la intendiamo come tradizionale di pensiero occidentale ma è qui che nasce la vera vocazione della specie umana. E allora anticipiamo la nostra tesi: è la filosofia e non la tecnica o altro, la produzione più alta della specei umana e la psicoanalisi rappresenta solo l'ultima filosofia.

E' qui quindi nella valle dell'Indo che inizia l'ultima tappa della storia dell'evoluzione della vita: dalla molecola del DNA fino alla Valle dell'Indo.

Questa attitudine dell'umanità più evoluta a filosofare troverà ma solo in seguito altri luoghi di incubazione ad alto livello e più precisamente in Mesopotamia nella regione tra i fiumi Tigri e Eufrate e nell'Antico Egitto nella valel del Nilo e po ancora in Palestina dove maturerà la civiltà ebraica e che fecondata dalla civiltà orfica-pitagorea dell'antica Grecia produrrà l'occidente attuale giudaico-cristiano la cui punta teologica è raoppresentata dal filosofo tedesco Hegel.


Non tutto è coscienza: la dialettica della natura

La realtà è infatti dialettica e Hegel è il genio della dialettica per antonomasia: egli comprese la dialettica dello spirito cioè della coscienza e la teorizzò giungendo così alla massima consapevolezza della stessa.

La storia con Hegel era finita ma non tutto è coscienza e fu così che nel 1895 con la scoperta-invenzione della psicoanalisi quale nuovo e vero metodo scientifico iniziò lo sprint finale della storia dell'evoluzione dell'universo: dal Big Bang entropico e dal rumore assordante della radiazione cosmica di fondo al grande e fine ascoltare nega-entropico della voce del femminile di Dio da parte del primo psicoanalista Sigmund Freud grazie al quale la dialettica della natura quale dialettica dell'inconscio giunge alla parola.

Ma Sigmund Freud era solo l'inizio dello sprint finale e venne Jung e poi ancora la biologa e psicoanalista Silvia Montefoschi che pose termine alla centenaria storia della psicoanalisi dando avvio alla psicoanalisi oltre la psicoanalisi che non è una nuova filosofia dopo la filosofia psicoanalitica che si era imposta nella storia millenaria del pensiero filosofico come l'ultima e insuperabile filofia e come ultiam rivoluzioen scientifica: psicoanalisi oltre la psicoanlisi infatti non è più una nuova filosofia ma è la vita, la coincidenza di vita e pensiero.

L'Archè' è anche l'Arca della salvezza

Anche Silvia Montefoschi come ultima psicoanalista appartiene alla storia della psicoanalisi e infatti il prototipo della psicoanalisi oltre la psicoanalisi non è Silvia Montefoschi ma sono GiovanniSilvia.

Ma è in quella Valle del fiume Indo che si da inizia pur nella consapevolezza dei suoi protagonisti a questa ultima fase della storia dell'universo.

Oggi l'universo non c'è più e se ci sembra che ci sia ancora è per via della memoria e della forza di inerzia della memoria.

Oggi la vita non è più nell'universo popolato più solo di tracce mnestiche che hanno la parvenza di vita solo perchè sono ambulanti ma la vita oggi è emigrata in un "Oltre" in un grande ultimo esodo proprio simile a quello che necessitò la traversata del mar rosso.

I 144 mila, non gli eletti nè gli aristocratici ma la nuova umnaità più evoluta già adesso pur avendo il proprio corpo nel pianeta Terra o in altri pianeti abitati, tuttavia vive già oltre l'universo più o meno consapevolmente.

Ecco perchè essendo già arrivati al capolinea della storia universale il compito nuovo non è più quello di andare avanti ma semmai quello di stare fermi, di stabilizzarci e mettere su casa in questo Oltre che caricandosi sempre più di energia non è chge farà finire ciò che è finito dato che il finito proprio perchè finito non può finire mai ma può solo scomparire.


La scomparsa in assoluto delle forme finite dell'Essere

Questo è molto importante che le forze rivoluzionarie (il riferimento è alla rivoluzione logica come ultima rivoluzione e rivoluzione radicale del reale) comprendano per non farsi illusioni nè alimentare false speranze e aspettative fuorvianti: le forme finite dell'essere non finiranno mai ma scompariranno che non è la stessa cosa.

Inoltre GiovanniSilvia hanno precisato non solo che scompariranno ma che "scompariranno in assoluto".

Una malattia terminale al termine della storia dell'universo

I nostri antichi antenati avevano risolto più pacificamente un tale conflitto spostandosi più in là: una volta capito che non erano handicappati ma veri umani dissero "saluti e baci" alle scimmie con le quali convivevano in promiscuità convinti che anche loro erano delle scimmie sia pure delle scimmie malriuscite, e si fecero più in là in un'altra zona del territorio dell'Africa fino a giungere a stanziarsi in Sud-Africa.

Qualcosa di simile fecero in tempi più recenti i "padri pellegrini" che dall'inghilterra attraversarono l'oceano per stanziarsi nei nuovi territori degli stati uniti d'america da poco scoperti da Cristoforo Colombo.

Ma oggi dove ci si può spostare più in là? Gli Stati Uniti sono già popolati dagli americani, la Russia dai russi, la Cina dai cinesi.

Questo nostro, di noi ultimi rivoluzionari, non poterci fare più in là, come si suol dire, è anche ciò in cui consiste il nostro essere malati e per di più di una malattia terminale.

Perchè malati? Perchè a differenza della vecchia umanità che è nata per vivere in questo universo noi siamo nati sempre dalla natura in perenne evoluzione ma non nati per vivere in questo universo per cui risultiamo poco funzionali per vivere in un mondo finito e questo fa di noi una specie malata ma malata non come i malati veri che necessitano di qualche cura per essere di nuovo funzionali a vivere in questo mondo: per noi non c'è nessuna cura e siamo perciò inguaribili.

In questo senso i nuovi umani che vogliono trovare uan armonia con questo mondo sono solo dei poveracci inevitabilmente masochisti dato che la verità è: o noi o loro.

Attenzione però ad interpretare questo "loro" perchè la nuova umanità non essendo dualista ma monista sia pure del monismo proprio all'Uno-Duale quale Uno vero ne consegue che questo "loro" consiste innanzitutto:

1. nell'abbandonare l'anima

2. nell'abbandonare infine anche il corpo

Noi non possiamo "farci più in là" ecco perchè è necessario produrre una grande astronave quale nuova Arca di Noè che non vadi semplicemente a 20 mila chilometri all'ora come le attuali astronavi ma che viaggi a velocità superluminale ovvero oltre i 300 mila km/al secondo e non per raggiungere un altro pianeta dato che anche per l'universo intero vale il detto "tutto il mondo è paese" ma per andare oltre lo stesso universo.


Tutto il mondo è paese

"Tutto il mondo è paese" significa semplicemente che gli abitanti degli altri pianeti sono nella stessa barca ovvero che sono come noi nel bene come nel male e che non sono rispetto a noi nè superiori ma nenache inferiori e che hanno i nostri stessi problemi da risolvere anche loro per vivere nell'universo o per iniziare o concludere un percorso oltre l'universo.


La velocità superluminale del Pensiero nuova Arca di Noè

E' quindi il Pensiero quella astronave che può collocarci e stanziare la nuova e ultima specie quella dei veri umani e fondatori del regno umano oltre l'universo nel punto-momento del PRESENTE-INFINITO quale omega oltre omega.


"In principio era la relazione" dice Giovanni Evangelista e quella relazione che era in principio è anche la nuova Arca della salvezza dall'apocalisse finale.


La piattaforma di incontro per un nuovo inizio oltre il nichilismo

Ai confini estremi dell'universo esiste già una piattaforma immaginabile se vogliamo come una grande portaerei, o anche come una gigantesca astronave costituita da 144 mila astronavi. In verità attualmente è abitata da GiovanniSilvia il prototipo dell'archetipo dell'ultima coniunctio ma coloro ossia tutti i 144 mila anche se saranno qualche milione ma non più di tanto essendo comunque sempre una minoranza proprio per via dell'economia del processo evolutivo, costoro che vi giungeranno poichè avranno incarnato perchè realizzato l'ultima coniunctio produrranno come una enorme centrale nucleare talmente potente in termini di negaentropia che dissolverà la corrente nichilista presente nell'universo affrancandosi totalmente da essa uscendo così una volta per tutte dall'universo.

E' qui che sorge il problema se GiovanniSilvia siano già in quell'Oltre o siano solo ai confini estremi dell'universo, vale a dire su questa piattaforma ad attendere il momento in cui perfino l'ultimo dei 144 mila non si perderà.

Comunque stiano le cose già al livello della piattaforma ai confini estremi dell'universo siamo già in uno stadio di critica radicale del nichilismo.


Il Pensiero chiama ma chi ama il mondo non risponde.

Il Pensiero chiama ma chi si attarda a vivere nel mondo non risponde.

Il Pensiero chiama ma se il mondo tira ancora si rinuncia a rispondere.

Il Pensiero chiama ma se non si ama il Pensiero ma la vecchia umanità ancora ci seduce non soltanto non si risponde ma non si sente nemmeno la chiamata coperta dal chiasso del mondo.

Il mondo chiama "il chiasso" con il nome di "vita" mentre il Pensiero chiama "vita" il silenzio".

In principio era il silenzio e il silenzio produsse la parola d'amore, il Logos, poi ancora fu il chiasso, lo pseudo-logos, l'usurpatore della parola vera, la parola che è ancora "pros ton zeon", "la luce che splende ancora nelle tenebre", il silenzio presente ancora nello stesso chiasso, non il maschile del mondo ma il maschile del femminile di Dio.


L'inno all'Uno

[...]

Non c'è amore umano

per quanto forte esso sia

che sappia cos'è

l'amore assoluto

che è soltanto di dio

ovvero di chi

non ama più sè

ma solo l'amante

che è tutto ciò che è

ed è ancora lui stesso

ma da lui separato

stanet il limite

della propria forma finita

[...]


Non c'è pienezza umana

per quanto grande essa sia

che sappia cos'è

la pienezza assoluta

che è soltanto di dio

ovvero di chi

percepisce se stesso

come fosse l'altro da sè

e percepisce l'altro da sè

come fosse se stesso

si che l'uno e l'altro

si percepiscono uno


("L'inno all'Uno" è una poesia di Silvia Montefoschi presente nell'opera "L'essere vero" del 1996)

Dall'interdipendenza universale all'intersoggettività grazie alla psicoanalisi

La struttura mentale dei nuovi umani così ben descritta da Silvia Montefoschi nella poesia "Inno all'Uno" altro non è che l'intersoggettività che sottesa all'interdipendenza infine emerge alla coscienza determinando una nuova identità non più storica ma puramente relazionale.

Come fa ad emergere alla coscienza?

Emerge alla coscienza grazie ad una critica radicale del modello relazionale interdipendente che se portata a compimento fa emergere come per magia ossia naturalmente e spontaneamente una nuova identità, quella proprio dei nuovi umani e fondatori del vero Regno Umano.

Ma a questo punto dobbiamo domandarci: chi può portare a compimento una simile critica radicale del modello relazionale interdipendente?

La risposta è una sola: la psicoanalisi che è una psicologia del transfert ossia proprio una psicologia dell'interdipendenza.

Ecco perchè diciamo che l'ultima filosofia ossia la psicoanalisi infine è morta alla sua identità trapassando nella psicoanalisi oltre la psicoanalisi il vale a dire che ha cessato di vedersi non solo come psicoterapia o psicologia ma ha cessato di vedersi anche come filosofia per riconoscersi più soltanto come la vita vera.

Ecco anche spiegato perchè diciamo che la psicoanalisi è lo sprint finale del processo evolutivo universale.

La questione della trasmissione del metodo psicoanalitico

Tuttavia come può uno psicoanalista che non conosce per esperienza diretta la bontà dello sprigionarsi delle potenze energetiche intersoggettive a sua volta trasmettere il metodo psicoanalitiche all'allievo o all'allieva?

Ci sarà si una trasmissione ma solo del nichilismo ossia della convinzione della insuperabilità della forza gravitazionale universale che dà forma alle forme finite dell'essere e quindi anche alla vecchia umanità ma a questo punto la psicoanalisi sarà una filosofia come tante altre buona giusto per far salotto.

La psicoanalisi vera invece è pura azione senza rappresentazione, azione rivoluzionaria diretta finalizzata a dissolvere le forze nichilistiche che fanno resistenza al natale del vero Regno Umano che rompe ogni legame ombelicale con i precedenti tre regni ancora materiali che comunque in un lontano passato hanno permesso la sua evoluzione, proprio come dei genitori divenuti oggi e solo oggi insignificanti e il riferimento è beninteso ai regni minerale, vegetale e animale che hanno tessuto la storia evolutiva dell'Essere Uno che pur essendo Uno nondimeno è anche Duale poichè solo l'Uno-Duale è l'Uno Vero perchè l'Uno non-duale è ciò che chiamiamo anche relazione simbiotica-interdipendente che alterna la pace al bisticcio tipico del modello relazionale sado-masochistico che ha fatto la preistoria della socialità della vecchia umanità.

Il silenzio assoluto della nuova percezione intersoggettiva

"Sarà solo un istante

e

una luce abbagliante

dissolverà la tenebra

che ancora ottenebra

la nostra mente

e

si udrà la voce

dell'assoluto silenzio

che dice

la fine il fine

l'infinito"

(Silvia Montefoschi, 25 aprile 2009)




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