Eccezioni e normalità

Da LogicaUnitaria.

Un tempo molto tempo fa quando l'umanità era ancora costituita da pochi esemplari sempre in costante pericolo di estinzione noi eravamo una eccezione della natura, un vero prototipo che la natura stava ancora collaudando prima di passare come sua abitudine alla produzione in serie.

Con il passare del tempo questa eccezione cessò di essere una eccezione e ormai raggiunta la stabilità cessò anche di essere in costante pericolo di estinzione raggiungendo infine i sette miliardi di esemplari umani.

La natura cessò di avere problemi: morto un esemplare se ne rifà un altro tanto.

Ormai il codice proprio come a un programmatore informatico, alla natura era divenuto familiare e lo conosceva a memoria. In questo caso non si trattava del codice di questo o quel linguaggio di programmazione ma del codice del DNA fatto di quattro sole lettere proprio come il tetragramma che è il nome di Dio nella Cabala ebraica che in questo caso è A, C, G, T ovvero Adenina, Citosina, Guanina, Timina.

Con questo alfabeto di sole quattro lettere è stata scritta tutta la storia della letteratura biologica umana ma più in generale tutta intera la letteratura biologica da quattro miliardi e mezzo di anni fa fino ad oggi dunque a partire dal monocellulare o primo vivente procariote.

In tutta questa lunga storia la questione fondamentale resta la questione del narcisismo che è legata alla questione energetica che insieme alla questione identitaria costituiscono il nucleo di tutta la problematica dell'Essere.

La psicoanalisi stessa o meglio come ormai siamo usi chiamarli, "gli psicoanalisti d'altri tempi", ritengono che se non si esagera il narcisismo è normale e non patologico.

Questo modo di ragionare dei vecchi psicoanalisti è dovuto al criterio che adoperano che è psicopatologico e non evoluzionista.

La nuova e ultima psicoanalisi allo stato dell'arte invece è solo interessata all'evoluzione.

In passato soprattutto tra i movimenti innovatori sociali, culturali e politici si era posta la questione se la psicoanalisi fosse una forza conservatrice o rivoluzionaria. Oggi questo problema non si pone più poichè la psicoanalisi non solo si è costituita teoricamente come forza rivoluzionaria ma addirittura come l'unica forza veramente rivoluzionaria sia nella teoria che nella prassi.

Ritornando al discorso iniziale diciamo che solo l'eccezione è evolutiva e quindi rivoluzionaria mentre la normalità anche se necessaria costituisce solo il pavimento, la base da cui partire per il lungo viaggio dell'evoluzione.

La psicoanalisi si occupa pertanto di queste eccezioni e alimenta queste eccezioni.

Se un minimo di narcisismo è considerato normale dalla vecchia psicoanalisi, la nuova psicoanalisi allo stato dell'arte lavora proprio a eliminare anche quel minimo di narcisismo cosiddetto normale poichè il rapporto con sè (rapporto intrapsichico) coincide con il rapporto con l'altro (rapporto interpersonale). Anzi per la nuova psicoanalisi non esiste alcun rapporto intrapsichico ma sempre interpersonale poichè l'altro che sia interno o esterno è sempre l'Altro.

Come ha ben evidenziato la psicoanalisi intersoggettiva americana (Storolow, Atwood. Jessica Benjamin ecc... ecc..) il pensiero psicologico è affetto da un mito, il mito della mente isolata.

Contro questo mito il nuovo pensiero psicologico più moderno è insorto e la psicoanalisi europea nella persona di Silvia Montefoschi ha portato alle estreme conseguenze le implicazioni di questo mito dando così nascita dopo la psicoanalisi intersoggettiva anche una nuova "psicoanalisi intersoggettiva radicale" o conseguente detto anche "Pensiero Uno" proprio perchè è il concetto di "Pensiero Uno" la chiavce ermeneutica di qeusta nuova psicoanalisi nata in continuità e non in rottura con tutta la storia del pensiero psicoanalitico da Freud a Jung in poi.

La psicoanalisi a differenza del cristianesimo non è una ideologia filantropica poichè è smaliziata e sa bene che non esiste altro che l'amore per sè stessi e quindi anche nell'amore dell'altro si è interessati. Il problema è un'altro ed è quello della qualità di questo amore per sè che coincide con l'amore per l'altro. La qualità o è narcisistica e quindi antroporiferita ed egoriferita o non è narcisistica e quindi non antroporiferita e egoriferita.

Siccome dal nostro punto di vista o si ama il cammino o si ama il momento evolutivo raggiunto, la questione diventa che il narcisismo in questo caso altro non è che un sinonimo di feticismo e l'antroporiferimento è proprio un feticismo. Nemmeno la relazione in sè bisogna amare ma solo il divenire della relazione poichè questo divenire della relazione è il vero figlio ben più che il figlio concreto di cui si dovevano accontentare i vecchi umani per non sottostare totalmente al dominio del feticismo ossia al mondo della cosa.

"Al di là di me e di te pensare in maniera cosmica" Suggeriva il filosofo Friedrich Nietzsche la cui filofia dell'oltre-uomo è un primo tentativo di superare l'antroporiferimento.

La relazione è infatti più importante di me e di te ma il divenire della relazione è ancora più importante.

E quale può essere il divenire possibile di una relazione evolutivamente impostata cioè di una relazione psicoanalitica?

Quello della saldatura che è ben più di un semplice matrimonio ma è la nuova e ultima forma vivente: la nuova persona duale nella quale l'amore per me coincide con l'amore per te e l'amore per te è una cosa sola con l'amore per me.

Questa e solo l'apparizione nella storia di questa nuova forma vivente coinciderà con il termine dell'annosa questione dibattuta da filosofi e politici: la questione dell'alienazione.

La scomparsa dell'alienazione coinciderà pertanto con una nuova dinamica dell'essere, la dinamica che ha prodotto l'universo quando l'essere trattava ancora sè fuori di sè come altro da sè, alla nuova dinamica che demassificherà l'intero universo e quindi dissolverà anche lo spazio-tempo che costituiscono la geografia e la storia dell'universo. Questo ultimo passaggio avverrà nel momento in cui si imporrà la nuova dinamica dell'Essere che tratterà più solo sè in sè distinto da sè ma non più separato da sè.

L'altro infatti siamo sempre noi stessi: non esiste in natura un altro che sia veramente altro cioè separato da noi se non nel transfert ovvero nella dinamica proiettiva.

L'essere infatti così si è comportato fino ad ora: lanciava il sasso e poi rimuoveva nell'inconscio questo sapere di avere lanciato il sasso così non capiva perchè gli arrivavano dai cosiddetti altri, altri sassi o pan per focaccia, cioè in altre parole l'Essere faceva lo gnorri.

La psicoanalisi ha avuto come missione di porre fine una volta per tutte a questo stato di cose facendo ritornare alla coscienza, dall'inconscio in cui si trovava il ricordo del peccato originale ma soprattutto l'atto rimovente più ancora che il contenuto della rimozione.

La differenza tra la nuova e la vecchia psicoanalisi è proprio qui: mentre la prima si occupa ancora del contenuto della rimozione la nuova psicoanalisi si occupa più solo dell'atto rimovente al di là di ogni contenuto che si è voluto rimuovere.

Del resto il contenuto che si è rimosso in generale lo conosciamo già per sommi capi: è un sapere, il sapere che l'altro è una sola persona con noi e non separato da noi e in altri casi ciò che si è voluto rimuovere è che l'altro pur essendo una sola persona con noi è distinto da noi e soprattutto è irreversibilmenete distinto da noi per cui la fantasia di una relazione simbiotica è insostenibile realisticamente ma è proprio l'unione nella distinzione che è poi la vera unione cioè reale e non fantastica che fa dissolvere una volta per tutte quella fantasia incestuosa che solo realizzandola può dissolversi definitivamente ma l'incesto si può realizzare solo tra due forme che hanno posto nella loro funzione pensante la loro vera identità poichè solo con una tale nuova identità si può divenire gemelli:

"Solo coloro che si fanno identici si possono congiungere veramente" (Silvia Montefoschi)

In conclusione: superare il narcisismo coincide con il superare l'antroporiferimento.



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