Ernst Bernhard

Da LogicaUnitaria.

Ernst Bernhard (1896-1965) medico-pediatra di Berlino di origine ebraica diviene psicoanalista di orientamento freudiano tramite un'alisi didattica svolta con gli analisti Otto Fenichel e Sandor Rado per poi passare ben presto all'orientamento junghiano da lui definita "psicologia del processo di individuazione", denomenazione questa da lui preferita a "psicologia analitica" scelta da Jung poichè Freud gli aveva vietato di usare il nome di "psicoanalisi" che riteneva legittimo solo per il suo orientamento.

Per fuggire alla persecuzione degli ebrei in Germania nel 1936 si rifugia in Italia a Roma ma dopo le leggi razziali del 1938 viene arrestato e rinchiuso nel campo di concentramento di Ferramonti in Calabria da cui infine riesce a fuggire e fatto ritorno a Roma vive nascosto come murato vivo in una stanza fino alla fine della guerra. Sempre in quegli anni di montare dell'antisemitismo in Europa suo padre morì in un lager e sua madre mori suicida.

Terminata la guerra rimarrà in Italia sempre a Roma fino alla morte.


Ernst Bernhard il guru di via Gregoriana a Roma

Benchè tedesco è' considerato il padre della psicoanalisi di orientamento junghiano in Italia.

Tanti sono stati gli psicoanalisti suoi allievi tra i quali la stessa Silvia Montefoschi che iniziò con lui la sua analisi didattica nel lontano 1952 e se la più promettente dei suoi allievi lasciò Roma nel 1956 per Milano che diverrà la sua nuova città di adozione fu anche su incoraggiamento dello stesso Bernhard affinchè facesse da punto di riferimento di questo indirizzo per i nuovi analisti del nord-Italia.

Nel 1961, con l'aumentare dei suoi allievi analisti, insieme a loro è all'origine della fondazione dell' Aipa, l' Associazione italiana per lo studio della psicologia analitica.

Tra questi suoi allievi ricordiamo oltre alla già citata Silvia Montefoschi che diverrà più nota soprattutto dopo il 1977 con la pubblicazione di "L'uno e l'altro - Interdipendenza e intersoggettività nel rapporto psicoanalitico", ricordiamo anche altri suoi allievi analisti tra i quali Mario Trevi e Aldo Carotenuto, tra i più noti ma anche Bianca Garufi e Enzo Lezzi, Marcello e Michele Pignatelli, Antonino Lo Cascio, Francesco Montanari, Paolo Aite e tra questi anche Hélène Erba-Tissot che curò l'unico scritto di cui fu autore: "Mitobiografia".


Testimonianze

"Le immagini interne formano la realtà concreta, e non viceversa": così la pensavano sia Bernhard sia Jung e lo stesso noto regista Federico Fellini il più famoso dei suoi pazienti.


"Mi piaceva tutto di Bernhard: la strada dove abitava, l' ascensore che sembrava una stanza e saliva lento come una mongolfiera, e lo studio vasto, pieno di libri, con le finestre spalancate sui tetti di piazza di Spagna. Ascoltava le mie sgangherate confessioni, i sogni, le bugie, con un sorrisetto gentile, carico di affettuosa ironia..."

(Federico Fellini)


"Di lui mi è rimasta una certa forma d' ironia e il fatto che possiamo usare il getto dei dadi: è lecito".

(Giorgio Manganelli)


Natalia Ginzburg lo descrive in un suo scritto "Mai devi domandarmi":

"Se un luogo esiste dove ci si ritrova da morti, là certo io incontrerò il dottor B. e il nostro colloquio sarà semplice, immemore di analisi e di nevrosi e forse allegro, tranquillo e perfetto".


Bibliografia

  • Mitobiografia (pubblicato postumo nel 1969)
  • Lettere tra Ernst Bernhard e Carl Gustav Jung (1934-1959)
  • Lettere alla compagna Dora Friedländer dal campo di internamento di Ferramonti (2011)


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