Filosofia e scienza medica

Da LogicaUnitaria.

Sommario: il vero tumore terminale dell'Essere è il processo di progressiva frammentazione del sistema conoscitivo che noi siamo e che l'universo è che impazzendo sempre più ci traghetta verso il non-essere.


Tumore terminale e nichilismo

In questa epoca contemporanea un nuovo male si è fatto presente e sempre più ci impone la sua presenza.

Non sto parlando di psicopatologia ma di patologia.

Di che si tratta?

Del cancro, una malattia terminale.

Il concetto di totalità

Ma che cosa c'entrano le cellule tumorali con quel filosofo dalle grandi capacità megasintetiche che fu Hegel?

C'entra c'entra poichè là dove si oblia il concetto di totalità, di totalità vera beninteso, l'entropia comincia a farla da padrone e il singolo individuo pur di sopravvivere come singolo non esita a distruggere "lo stato": il figlio che distrugge la madre malgrado ad essa sia legato da un cordone ombelicale che entrambi mantiene in vita.

Purtroppo molti la fanno facile la soluzione e consigliano di assumere un cocktel di vitamina D, bicarbonato e altre sostanze alcalinizzanti o vitaminiche, altri addirittura proponendo il caffè come anti-tumorale, presupponendo in sostanza e fondamentalmente come eziologia di un tale male del secolo una sorta di asfissia della cellula da mancanza di ossigenazione.

Non voglio negare che una qualche ragione questi oncologi la hanno ma stiamo dicendo la stessa cosa: la mancanza del concetto di "totalità" è proprio mancanza di ossigeno.

Un universo chiuso a progressiva entropia

L'universo chiuso di cui parlano gli astrofisici e i fisici quantistici e anche i teorici della termodinamica è proprio la mancanza di ossigeno.

Ma noi sappiamo che una strada per fuggire dall'universo chiuso c'è ed è una via tutta in verticale perchè dal "PALAZZO DELLO SPORT" (utilizzo qui un simbolo propostomi in un linguaggio onirico dall'inconscio universale per indicare la logica della competitività che oggi la fa da padrona) si può fuggire solo dal tetto.

All'inizio come ci insegna la storia del divenire biologico c'erano due possibilità: l'atmosfera di metano e l'atmosfera di ossigeno e la cellula infine optò per la via dell'ossigeno.

Fece bene? Fece male?

Non era forse meglio un'atmosfera di metano per far evolvere la vita?

Sta di fatto che proprio scegliendo la via dell'ossigeno dopo 3,5 miliardi di anni (la dialettica della natura non è frettolosa ma come un operaio coscienzioso lavora step by step allo stato dell'arte e non alla carlona) nacque l'homo sapiens sapiens.

L'esodo dall'universo

Questa però non è una pubblicità in favore dell'ossigeno e quindi ecologista in quanto se in quanto esseri materiali l'ossigeno è proprio l'ossigeno viceversa in quanto esseri pensanti l'ossigeno non è appiccicarsi a questo o quel pensato particolare frammentandoci ancora di più di come già siamo frammentati ma l'ossigeno è una visione della totalità che ci consolidi e unisca e sintetizzi ancora di più di come noi siamo già adesso poichè è questa del processo di sintetizzazione coincidente con il processo di soggettivazione progressiva che la storia dell'universo ha fin qui sempre seguito.

No questa quindi se questa è pubblicità, è pubblicità in favore di ciò che disse un allievo di Hegel e autore di "La stella della redenzione" nel 1921:

"Unità è solo un divenire unità" (Franz Rosenzweigh)

e quando non si segue questa via o quando non la si segue più, in quel momento già non si è più nella via dell'ossigeno, la via maestra del processo evolutivo e individuativo del progetto di un nuovo divenire senza più fare storia.

Non siamo noi quindi ad avere un tumore terminale ma è la stessa specie umana che non persegue più la via dell'unità ma al contrario quella di una maggiore frammentazione aumentando l'entropia dell'universo ossia il disordine. La via del processo di individuazione universale tuttavia prosegue ma prosegue solo oltre l'universo indicando così la nuova e vera direzione: dal labirinto della storia universale si può scappare solo dal tetto e questo è ciò che chiamiamo l'ultimo esodo paragonandolo all'esodo dle popolo ebraico costituitosi come popolo eletto nella sua fuga dallo schiavismo in cui versava nell'antico Egitto presso i popoli politeisti.

L'esodo dall'universo verso un oltre l'universo è la nuova direzione e consiste non più in una esplosione ma in una implosione della relazione oltre la storia.

In principio infatti era la relazione e solo la relazione.

Tuttavia non si tratta di fare gli eroi poichè il mito/archetipo dell'eroe appartiene ancora al mondo della logica della separazione in cui l'uno e l'altro non sono ancora l'Uno.

E' vero che la storia è stata fatta dagli eroi ma oggi chi fa la storia è il lavoro quotidiano, lento ma continuo.

La costanza e la buona volontà vincerà il mondo della frammentazione dell'attività pensante che tutti ci unifica nell'Unico Pensiero: il Pensiero Uno.

Non si tratta più infatti di percepirci come i tanti figli del Padre ma come il Padre stesso e solo allora si percepirà che il Padre è la persona duale: il maschile e il femminile di Dio, la potenza infinita e l'atto infinito dell'unico pensante che è il Soggetto Uno che pur essendo Uno è anche duale essendo due i momenti processuale del suo movimento infinito.

Per riassumere

Che cos'è dunque e in definitiva questo tumore terminale dell'universo e quindi anche della vecchia specie umana?

E' un sistema conoscitivo che frammentandosi sempre più invece di unificarsi impazzisce non avendo più una direzione per cui non gli resta che ripetere sempre più il punto di arrivo ma ad ogni ripetizione il sistema consocitivo ristagna sempre più frammentandosi sempre più e impazzendo sempre più aumentando così la sua entropia e disordine del sistema conoscitivo poichè l'universo è proprio questo: un sistema conoscitivo come il sistema atomico, il sistema molecolare, il sistema uomo.

Non esistono tante opzioni: frammentarsi o unificarsi.

Chi sceglie ma non è una scelta, di frammentarsi si frammenta sempre più in un circolo vizioso dove ogni frammentazione chiama una nuova frammentazione.

Chi sceglie ma non è una scelta, di unificarsi si unifica sempre più in un circolo virtuoso dove ogni unificazione chiama una nuova unificazione-

L'importante è la buona volontà poichè a riuscire ci pensa l'Automaton, la volpe, il processo evolutivo che è autonomo e automatico, quello che Hegel chiamava anche l'astuzia della storia.

I complottisti sbagliano quando ci vogliono convincere che chi guida i giochi sono poche lobby, non che non possa essere vero ma chi dice l'ultima parola è sempre la volpe, il Gran Burattinaio, la Divina Provvidenza.

Il fatto però che "tutto è bene quel che finisce bene" non ci esuma comunque dal lavoro per non essere anche noi dei collaborazionisti delle forze controrivoluzionarie e nichiliste che perseguono la frammentazione.

Stop: capolinea! Scendere prego: la storia è finita.



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