Gli astrofisici sono psicoanalisti e viceversa

Da LogicaUnitaria.

GLI ARGOMENTI CHE TRATTERO' NEI PROSSIMI GIORNI CON NUOVI ARTICOLI

che poi sono gli argomenti su cui in questi giorni sto riflettendo o per meglio dire verso cui il pensiero mi sta conducendo.


Telegraficamente:


1. Astrofisica e Psicologia oggi infine sono divenuti due sinonimi per cui un' astrofisico almeno potenzialmente ha tutto il necessario per capire più di uno psicologo di psicoanalisi e ugualmente uno psicoanalista almeno potenzialmente ha tutto il necessario per capire più di un astrofisico della vera natura dell'UNI-verso.


2. La questione principe di tutte le questioni di psicologia è la questione del vuoto.


Sommario

La gente fondamentalmente ha un solo problema; il problema del tempo.

La gente si annoia e per non annoiarsi il tempo lo riempie.

Non importa come: una rapina in banca o una buona azione riempiono comunque il tempo, l'importante è avere una agendina piena di appuntamenti.

Ma non è meglio eliminare il tempo invece di riempirlo?

Gli psicologi, gli psicoterapeuti e anche i precedenti psicoanalisti aiutavano a riempirlo mentre gli ultimi psicoanalisti hanno optato per dissolverlo .

Questo grazie anche alle acquisizioni della fisica quantistica del novecento che ci ha fatto capire che il tempo e lo spazio sono la stessa cosa.

Il tempo, la noia e una bella agendina piena di tante cose da fare. fare, fare e poi ancora fare

Esistono due tipi umani fondamentalmente e entrambi vivono come due astronauti che fanno si le passeggiate nello spazio ma ben legati all'astronave madre con un ben forte attaccamento ad essa grazie a una sorta di cordone ombelicale perchè sanno che se si rompe per loro è la fine in quanto si perderanno nel vuoto dell'universo.

I due tipi umani sono:

a. coloro che affrontano il vuoto e diventano nevrotici poichè affrontano se stessi.

b. coloro che fuggono il vuoto e diventano psicotici poichè scappano da sè stessi

Allora non c'è salvezza? o nevrotici o psicotici?

La soluzione l'aveva già intuita in un frammento di una sua poesia, un poeta che si è suicidato a Torino nel 1950, Cesare Pavese:

"La casa è dove è quella donna" (Cesare Pavese)

"La casa" che tradotto è la stazione spaziale madre.

Paradossalmente è proprio l'anima cioè la donna che ci libera dalla coscienza collettiva che ci lega alla stazione madre.

L'universo è tutto vuoto come una grande gruviera con pochissimo formaggio e tanti buchi enormi.

Si dirà: ma se l'universo è popolato di miliardi di miliardi di stelle e galassie cioè di massa come può essere vuoto?

Eppure anche se la massa cioè il pieno è tanta, il vuoto è molto molto di più talmente tanto che si può dire che l'universo praticamente è tutto vuoto.

Ma che cos'è il vuoto?

Il vuoto è come il pieno: cioè spazio-tempo.

E che cos'è lo spazio-tempo?

E' la distanza tra l'uno e l'altro del discorso e quindi il tempo necessario per coprire quello spazio di separazione tra i due dell'Uno.

Dunque ci stiamo prendendo in girr o Dio forse è un Dio burlone che ci sta prendendo in giro come quei topi in gabbia che girano girano girano sulla ruota ma non arrivano mai alla meta.

E ci si illude che poi c'è il traguardo ma la ruota gira e noi con essa giriamo in tondo.

E il topo sapiens-sapiens gira e gira fino a che scaduti i suoi 70 o 80 anni muore ma il gioco ricomincia da capo sempre uguale a se stesso fondamentalmente con una nuova generazione e via di questo passo: il progresso è solo una illusione.

Da questo punto di vista sembra una presa in giro ma a fin di bene perché se si capisce come funziona veramente il gioco della vita invece di affrontare il vuoto o di scappare da esso, cioè affrontare noi stessi o scappare da noi stessi si fa in modo di avere come meta la scomparsa dello spazio-tempo che è la scomparsa sia del vuoto che del pieno cioè della massa.

Come si fa?

Rinunciando a trattare fuori di noi.

Perchè è vero che l'altro esiste ed esiste veramente e che non è una illusione ma l'altro siamo noi stessi, l'altro è sempre noi.

Fuori non c'è niente se non noi stessi nella forma di transfert.

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