Il vero significato della resurrezione

Da LogicaUnitaria.

Sommario: il senso vero e attuale della resurrezione dai morti

L'interpretazione concretistica della resurrezione del Cristo

Trattando nello specifico della resurrezione di quel personaggio storico vissuto 2000 anni fa in palestina, una sorta di rabbino che per le sue idee andrebbe definito ebreo eterodosso ma che ha avuto fortuna storicamente, non è necessario concepire la sua resurrezione in termini concretistici come le chiese istituzionali che anzi ne hanno fatto un dogma di fede.

Purtroppo quando non si crede alla realtà del pensiero o non si capisce che cos'è veramente il pensiero si è costretti a questi escamotage necessari più che altro per difendere la coesione di un gruppo come è il miliardo di cattolici per esempio.

La statistica e l'eccezione

Io che pur sono ateo non ho alcun problema a credere alla resurrezione del Rabbi Jeschua di Nazareth anche se non credo come invece dice il credo che è "l'unico risorto dei morti".

Siccome il pensiero non è una astrazione ma è una realtà concreta, nel momento stesso che nella preistoria umana, circa 100 mila anni fa nella regione del sudafrica, alcune popolazioni iniziarono a praticare la sepoltura dei defunti, cosa inusuale tra gli animali di qualsiasi specie e anche sia per l'homo herectus (semplice ominide dalla stazione eretta) che per l'homo habilis (ominide che già fa uso di strumenti di lavoro con i quali crea altri strumenti di lavoro), per costoro i loro morti a cui sono legati sia per affetto che per altri motivi di tipo più economico o sapienzale, sapienzale anche nel senso puramente tecnico-lavorativo, ebbene per costoro essi non sono morti ma continuano a vivere.

La realtà nel bene come nel male di un esserci oltre l'Aldiqua anche di un Aldilà

Continuano a vivere in loro ma seppur elaborano più o meno immaginosi e fantasiosi sistemi di pensiero dove collocano i loro defunti non di meno rimane il dato che primariamente i defunti continuano a vivere in loro e quindi solo per questo essi non sono morti veramente ma continuano veramente a vivere.

Qualcuno potrebbe rendere una tale tesi meno forte limitandosi ad aggiungere che sì "essi vivono" ma solo nel ricordo. Purtroppo però specificare ciò non smorza affatto ciò che di forte è stato affermato precedentemente. Nel "ricordo", "solo" nel ricordo: e dici niente! Un defunto presente nel ricordo è come un parassita o una potenza anche, quindi sia nel bene ma anche nel male. Si tratta comunque di una "presenza".

Da ateo quindi dico che non ho problemi a credere che il Rabbi di Nazareth, anch'egli come tanti altri è risorto ed è risorto primariamente in coloro che hanno sentito e quindi creduto alla sua resurrezione e che in loro lo hanno portato nel proseguio della loro esistenza.

L'oblio come fattore ontologico di selezione naturale evolutiva del Pensiero

Esiste però una potenza in natura che si chiama "oblio" e se il Cristo è rimasto sulla Terra fino a questo oggi mentre altri defunti sono scomparsi un motivo ci sarà ed è legato al processo evolutivo e alla selezione naturale dei ricordi ossia alla selezione naturale dei defunti.

L'evoluzione infatti non procede a caso ma ha un progetto ben preciso o meglio lo rende sempre più preciso precisando continuamente il tiro grazie all'esperienza che l'evoluzione stessa acquisisce tramite i suoi esperimenti, gli esperimenti della natura.


La realtà tutta è solo Pensiero

La realtà è che esiste solo il pensiero e che il pensiero, non solo adesso ma da sempre, è sempre stato l'unico essere vivente. Il pensiero non è una astrazione, il pensiero si è incarnato e quindi ha dei nomi propri di persona ma si tratta comunque del pensiero.


L'incarnazione del Pensiero

Chi dice "Pensiero" pertanto sbaglia poichè si tratta sempre di tizio, caio e sempronio ma anche di tizia, caia e sempronia. Nello stesso tempo chi dice tizio, caio e sempronio o anche tizia, caia e sempronia sbaglia poichè anche in questo caso si tratta sempre e solo del pensiero.

Il pensiero non è una astrazione ma è una persona e questa persona ha in sè sempre i due termini del pensiero poichè il pensiero è una relazione ma questi due della relazione pur essendo sempre due sono anche sempre uno poichè sono una unità processuale.


La proiezione e la materia

Il problema della condizione materiale dell'essere riguarda invece la fenomenologia della proiezione e di ciò che ad essa è connaturato: il concretismo e il feticismo.

La materia infatti è anch'esso pensiero ma pensiero fermato ma il vero pensiero è dinamica, pura dinamica e per questo diciamo:


La luce del Pensante che splende nei pensati

"Deus caritas est", Dio è dinamica, Amore.

Il pensiero non muore mai:

"poichè quella luce che era in principio (la luce della relazione che era in principio quale luce dell'amore tra i due termini costitenti il pensiero) splende ancora all'interno della materia (quale condizione oggettuale del pensiero vivente) e niente e nessuno è mai riuscito ad offuscarla in maniera definitiva (e il riferimento qui è allo pseudo-logos, il principio di opposizione)"

(Giovanni Evangelista).

Il pensante non muore mai ma muoiono solo i pensati

Alcuni avezzi ad abitare i territori della parapsicologia e del paranormale ci hanno annunciato con l'avvento di queste nuove discipline tra la scienza e la religione come lo spiritismo, la teosofia e i suoi derivati fino alla new age, che non si muore.

Certo non possiamo morire per il semplice fatto che non siamo mai nati: siamo il pensiero e il Pensiero ha il nostro nome ma noi siamo solo il Pensiero.

Solo gli oggetti nascono, hanno una storia (solo gli oggetti hanno una storia) e poi muiono cioè scompaiono.


Divenire Dio, identificarsi con il Pensante e non con i pensati

Identificarsi con il Dio Pensiero ed essere Dio stesso e non solo limitarsi ad essere consustanziali al Dio pensiero come invece predicano le chiese ufficiali per salvaguardare il principio di autorità all'interno del loro gruppo sociale religioso, è un tutt'uno con l'aver compreso il vero senso dell'evento che chiamiamo resurrezione.


La nuova identità come pura presenza oltre la storia

Solo un Dio può risorgere veramente, solo chi non ha storia ma è Essere e solo Essere ossia Presenza al di là della storia.

Come si fa a vivere nella storia pur sapendo che non si è storia ma solo relazione? E' possibile?

Si vive nella consapevolezza che la storia ormai non c'è più, nel senso che pur essendoci ancora è insignificante ossia che ontologicamente è solo il nulla.


Risorgere prima ancora di morire

Oggi solo la relazione è.

E chi è già adesso presente alla relazione immortale, è già risorto prima ancora di morire fisicamente.

La storia è solo un sogno e occorre uscirne una volta per tutte.




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