La staffetta evolutiva Giovanni Evangelista - Sigmund Freud

Da LogicaUnitaria.

UN SUNTO DEL PENSIERO PSICOANALITICO-ONTOLOGICO DI SILVIA MONTEFOSCHI CHE NON E' IN ROTTURA CON L'INTERA ORMAI PIU' CHE CENTENARIA STORIA DELLA PSICOANALISI MA E' IN CONTINUITA' CON QUESTA


Cosa dice Silvia Montefoschi?

In parole semplici dice che l'evento accaduto duemila anni fa in terra di Palestina e poi propagatosi in tutto il mondo costituisce il momento più avanzato dell'evoluzione del pensiero dopo di ché quella consapevolezza raggiunta dalla comunità riunita intorno al Rabbi di Nazareth in cui Giovanni figura come il punto di arrivo e più estremo di quella elaborazione del pensiero non si è fermata con Giovanni in quanto anche Giovanni aveva i suoi limiti ma è proseguita a livello sotterraneo ossia a livello inconscio per ben duemila anni per poi riapparire a livello essoterico manifestandosi in Sigmund Freud (inconscio personale) e nella psicoanalisi quale nuova via di conoscenza che ha risolto così i limiti di Giovanni portando così con Jung (inconscio collettivo) e poi ancora con Silvia Montefoschi (inconscio universale) la storia dell'intero universo al suo capolinea e oggi stiamo solo aspettando che tutto ciò che ancora appartiene alla storia di quando non si era giunti a questa consapevolezza post-psicoanalitica scompaia definitivamente come semplice ricordo che ancora permane solo per forza d'inerzia. Termina così adesso sì e solo adesso la preistoria della vita del pensiero.


1. Gesù-Giovanni (la coscienza cristica-giovannea)

2. Sigmund Freud (la psicoanalisi o la coscienza cristica-psicoanalitica)

3. Il prototipo dell'ultimo e nuovo archetipo dell'ultima coniunctio (o coscienza unitaria)


Qui di seguito questo stesso racconto spiegato dalla stessa Silvia Montefoschi.



Il limite del pensiero giovanneo

[con Giovanni Evangelista ossia Gesù-Giovanni] Il pensiero a questo punto

ha sì riconosciuto

la consustanzialità

del soggetto pensante

e dell'oggetto pensato

ma

avendo riconosciuto ciò

in se stesso

la consapevolezza

della consustanzialità

riguarda ancora solamente

il pensante

il pensare

e l'idea pensata

che resta nel pensante

ovvero il dio trino e uno

come quando chi pensa

riconosce la coincidenza

tra lui

che è il soggetto pensante

il suo pensare

e l'idea che pensa

ma non riconosce la coincidenza

tra l'idea che si dà in lui

e l'oggettualità del reale

che continua a darsi

fuori di lui

come irriducibilmente altro

dal soggetto pensante

proprio come la materia

si presenta

irriducibilmente altro

dallo spirito

Dopo Giovanni in cammino verso Freud

Questo evento però

che il pensiero stesso

ha manifestato

duemila anni or sono

in colui che l'ha testimoniato

ha dato inizio

al movimento finale

del processo evolutivo

del pensiero

che avrebbe portato

allo svelamento

del pensiero a se stesso

come l'unica realtà

concretamente esistente

abbracciante perciò

la totalità del reale

e questo movimento

rimasto per duemila anni

sotterraneo

ovvero inconscio

è emerso

alla luce della coscienza umana

da quando il pensiero

ha reiniziato a pensarsi in sè

in quel pensarsi dell'uomo

che

nella storia del pensiero

ha preso io nome di

psicoanalisi



Così

dopo duemila anni

il pensiero

torna a dire di sè

in coloro

che di esso dicono

consapevoli

di conoscerlo in se stessi



Il pensiero dunque

con la psicoanalisi

aveva reiniziato

a pensarsi in sè

e nel far ciò

era presto arrivato

a scoprire il metodo

del suo pensarsi

Il metodo del pensarsi del pensiero

Metodo che s'era dato

sin dall'inizio dei tempi

senza che egli

il pensiero si intende

sapesse di esso


Il transfert-proiezione

E il metodo

del pensarsi del pensiero

si era svelato essere proprio quello

della proiezione di sè fuori di sè

da parte di un soggetto pensante

che veniva così a identificarsi

con l'oggetto da lui pensato

e successivamente

del recupero del proiettato

dentro di sè

per arrivare a sapersi

solo in se stesso

recupero che si realizzava

grazie al procedere della riflessione

su piani sempre più elevati di visione


L'accelerazione esponenziale dell'evoluzione

Una volta che

il pensiero

era arrivato a conoscere

il metodo del suo pensarsi

e quindi del suo esserci

quale forma esistente

non poteva che

metterlo consapevolmente in atto

promuovendo tra l'altro

una notevole accelerazione

della evoluzione di se stesso

verso la visione unitaria

dell'esserci dell'essere

come unica dinamica

del pensarsi del pensiero


(Silvia Montefoschi, "Storia dell'ultimo brano della storia universale: la psicoanalisi", 1996. pag. 278-279)


Nota: solo i titoli dei vari capitoli sono del redattore ivi incluse le evidenziazioni in neretto in modo da far risaltare meglio quelli che a mio parere sono dei concetti centrali dell'ultima visione.






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