Globalizzazione e internazionalismo nell'operaismo e nel postoperaismo

Da LogicaUnitaria.

L'operaismo o sinistra operaista è una corrente di pensiero marxista antiautoritaria, sviluppatasi in Italia agli inizi degli anni sessanta.

La corrente partiva dalla considerazione che la classe operaia fosse il motore dello sviluppo economico: che fossero le lotte operaie a determinare lo sviluppo capitalistico, e non viceversa. Di conseguenza, non poteva che essere la classe operaia l'agente principale di un processo rivoluzionario, che scavalcasse le istituzioni classiche (partiti, sindacati), visti come una "gabbia". Gli operaisti teorizzavano che le masse operaie dovevano prendere coscienza della loro forza e rinunciare al lavoro, e di conseguenza perdere la loro identità. Un'autodistruzione necessaria per l'abbattimento del capitale.

L'operaismo

Alcune date fondamentali:

1956 In URSS Kruscev denuncia i crimini di Stalin e conseguentemenetmente si avvia un processo di destalinizzazione

1959 Il PSI rompe l'alleanza con il PCI e apre alla linea di centrosinistra

Nella fase del "boom economico" o "miracolo economico" che rappresentarono la fine degli anni cinquanta per l'Italia terminata la fase della ricostruzione post-bellica e dopo la crisi del socialismo internazionale provocata dalla destalinizzazione del 1956, nel 1959 il PSI rompe l'alleanza con il PCI e opta per una linea politica fautrice di una prospettiva di centro-sinistra.

In seguito a questa scelta uno dei suoi dirigenti in dissenso su questa linea, Renato Panzieri dà un primo avvio a quel processo che diverrà costitutivo della corrente operaista del marxismo italiano che attraverserà prima il movimento del '68 e po anche quello del '77 per trasformarsi in seguito dopo alterne vicende legate ai cosiddetti "anni di piombo" in quello che viene denominato post-operaismo.

Quaderni Rossi (1961)

Nel 1961 Mario Tronti, Toni Negri e Renato Panzieri, principali teorici del primo pensiero operaista, fondarono, insieme ad altri intellettuali comunisti, la rivista Quaderni rossi, che sarà la culla del pensiero operaista, per opera di intellettuali staccatosi dal Partito Comunista Italiano, troppo legato all'Unione sovietica, ma anche dal Partito Socialista Italiano.

In particolare e fatto non di poco conto, il gruppo dei Quaderni rossi mettono più in rilievo alcuni testi di Marx a cui le altre correnti marxiste del passato del movimento operaio avevano posto meno attenzione e li rivalutano:

  1. la quarta sezione del I Libro del Capitale
  2. il Frammento sulle macchine dei Grundrisse
  3. il Capitolo VI inedito del I libro del Capitale

Classe Operaia (1963)

Nel 1963 dal gruppo fondatore della rivista uscirono Mario Tronti, Alberto Asor Rosa, Rita Di Leo, Romano Alquati, Toni Negri, Massimo Cacciari e altri per fondare "Classe operaia".

Uno dei testi fondamentali di questo periodo è "Operai e capitale" di Mario Tronti.

Potere Operaio (1969 - 1973)

Nel 1969 il pensiero operaista diede origine a due movimenti politici rivali tra loro: uno più "ortodosso", Potere Operaio (PO), e uno più movimentista, Lotta Continua (LC). Esisteva inoltre un terzo gruppo operaista, Avanguardia Operaia, poi confluito in Democrazia Proletaria assieme a LC (DP a sua volta confluì in Rifondazione comunista nel 1991).

Autonomia Operaia (1976)

Dopo lo scioglimento di entrambi i principali movimenti, nel 1976, alcuni militanti di LC e PO entrarono a far parte della galassia di Autonomia Operaia, la cui ideologia prendeva spunto proprio dalla centralità operaia, autonoma appunto sia da partiti che da sindacati. Altri scelsero la strada della lotta armata e del terrorismo, fondando Prima Linea.

L'operaismo ebbe un suo pendant in Francia, con il gruppo Socialisme ou Barbarie, e negli Stati Uniti con la corrente di pensiero Johnson-Forest.

Alcuni autori distinguono le due derive dell'operaismo originario in un operaismo di destra e un operaismo di sinistra che poi è quello del gruppo di "Potere Operaio" ed è proprio da quest'ultimo operaismo più di sinistra che l'operaismo trapassa nel post-operaismo ovvero dall’operaio sociale al cognitariato post-fordista in quanto il post-operaismo individua in questo nuovo scenario storico proprio nel sapere la prima forza produttiva e proprio in proposito alcuni autori hanno anche usato la formula di "partito del general intellect".

"Dentro l'esperienza di Potere Operaio siamo riusciti ad intuire che la proposta di comunismo non veniva ormai più dalla fabbrica ma dall'autonomia di un nuovo proletariato sociale, immateriale e produttivo"

(T. Negri, Il Manifesto, 20-5-1998, a commento di F. Berardi, La nefasta utopia di Potere Operaio, 1998)

E' questo il nuovo soggetto rivoluzionario portatore di bisogni e di desideri comunisti.

Il post-operaismo

Il post-operaismo nasce dalla confluenza di tre correnti di pensiero rivoluzionario italiano e francese della seconda metà del novecento: operaismo + antropologia del desiderio + biopolitica.


Dopo l'influenza nel pensiero operaista classico anche degli apporti filosofici di pensatori come Gilles Deleuze, Felix Guattari (l'antropologia del desiderio) e la biopolitica di Michel Foucault, il post-operaismo negli autori di Toni Negri e Michael Hardt ha prodotto una trilogia in cui si analizza il fenomeno della globalizzazione:


- Impero: il nuovo ordine della globalizzazione (2002)

- Moltitudine: guerra e democrazia nel nuovo ordine imperiale (2004)

- Comune: oltre il privato ed il pubblico (2009)


Gli autori definiscono con questi termini il pensiero operaista:

"L'operaismo parte dal pensiero di Marx, il quale affermava che il capitale reagiva per distruggere le rivolte della classe lavoratrice. Il capitalismo è reattivo, la classe operaia è attiva."


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