Il martirio

Da LogicaUnitaria.

Attraversare la città

Proprio come Zarathustra occorre "attraversare la città" che è la socialità degli umani, la polis.

Proprio in questo "attraversare la città" senza "saltarla" come invece fanno i monaci da eremo, consiste il martirio.

La città è la storia e la storia non si può rimuovere ma occorre invece dissolverla, farla scomparire, ed è proprio attraversando la città come se non ci fosse alcuna città che si testimonia la possibilità di una nuova socialità: quella dei "veri umani".

La città: che poi è la vecchia socialità interdipendente.

Viverci all'interno e quindi attraversarla come se non esistesse più.

Testimoniare l'inconsistenza del passato, della storia.

Il martirio è necessario ed è necessario proprio per testimoniare la resurrezione possibile.

Niente "martirio" ossia niente testimonianza=niente resurrezione. Il martirio è necessario per capire. Patire infatti è conoscere. La passione, proprio come la passione di nostro signore Gesù Cristo, è una necessità del processo conoscitivo affinchè la via crucis si trasformi in via lucis.


Un martirio senza speranza

Giusto, quindi scriveva Silvia Montefoschi nei suoi ultimi scritti: la città non perdona.

Occorre abbandonare ogni speranza come una illusione, una illusione umana anzi troppo umana.

La storia è finita: non c'è più eppure la storia non vuole assolutamente e in nessun modo finire di esserci.

La vita fino ad oggi è stata la storia e così la storia anche se è finita non conoscendo altro modo di esistere è disposta a tutto pur di affermare che c'è ancora anche se nei fatti non c'è più.

E' un mondo che crolla, un mondo che tuttavia non vuole crollare nel modo più assoluto.

Ecco perchè non si deve nutrire alcuna speranza.

Tutto questo discorso getta anche nuova luce alla parola d'ordine degli innovatori: non "affinchè" ma "fino a che".

Questo vecchio mondo è finito ma questa notizia che per alcuni è una buona notizia, per altri che invece hanno investito tanto in questo vecchio mondo, è una cattiva notizia e tale che li getta nella disperazione più assoluta.

E noi sappiamo che la disperazione è cattiva consigliera: una ragione in più per non nutrire alcuna speranza.

La Rivoluzione Logica quale ultima rivoluzione è la scomparsa della vecchia specie umana e non perchè è stata una specie cattiva, anzi tutt'altro, ma in quanto ha fatto il suo tempo.

Pertanto la Rivoluzione Logica e il Martirio vanno di pari passo.

Chi pensa che l'evoluzione, la vera evoluzione, possa essere indolore non ha capito proprio niente del fenomeno "evoluzione".


Verso la città di Dio

Ad alcuni potrà sembrare ben triste questa prospettiva eppure al di là di concetti astratti come "Cielo" e "Paradiso" a cui noi moderni siamo ormai allergici, già gli antichi uomini di religione avevano visto giusto allorchè parlarono di "Città nuova", "Città di Dio", "Nuova Gerusalemme" e del resto i nuovi e veri umani ovvero gli innovatori non si definiscono forse anche come "i cittadini del nuovo mondo"?

Non si tratta di un gioco di parole poichè il termine città rimanda alla socialità e quindi alla relazione e la relazione è proprio ciò che era in principio dunque ciò che viene meno è la citta della storia ma è proprio nel venir meno della vecchi acittà della storia che dalle ceneri di questa emerge la nuova città: la città di Dio.

Ma la città di Dio e la città della storia non sono due città diverse ma sono la stessa città trasformata cioè più evoluta proprio come Eva che è la stessa Lilith trasformata.

Proprio come la stessa Miriam di Nazareth che è la stessa Eva trasformata cioè ancora più evoluta.

Proprio come la psicoanalista Silvia Montefoschi che è la stessa Myriam di Nazareth trasformata cioè ancora più evoluta.

Di individui ce ne è uno solo ed è sempre lo stesso lungo tutto il suo percorso storico evolutivo.

E questo unico individuo-duale è sempre uno pur nei suoi molteplici aspetti anche ridondanti.

La logica unitaria infatti non può che pensare così se vuole essere la nuova logica unitaria: non può pensare che secondo i criteri propri alla nuova logica che non divide più principalmente i buoni dai cattivi ma anche non ripristina più nè i vecchi dualismi nè i pluralismi.


Ulteriore documentazione

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Wikipedia


Bibliografia

  • Silvia Montefoschi, "Il principio cosmico - storia della preistoria del verbo", 1987
  • Silvia Montefoschi, "L'ESSERE VERO - IL PENSIERO consapevole di sè quale UNICO ESISTENTE", 1996
  • Silvia Montefoschi, "Dall'uno all'uno oltre l'universo", 1998



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