L'altro senso della fine della storia

Da LogicaUnitaria.

La fine della storia come evento positivo

Di solito il termine di fine della storia mette in allarme come fosse la morte di qualcosa da sempre ritenuto positivo.

Non è però così o meglio "la fine della storia" non è solo questo: è sì una morte ma anche una nuova nascita, è sì una fine ma anche un nuovo inizio.


Il significato positivo di una identità storica

La storia è nata già con il Big Bang ossia con la nascita del tempo e dello spazio, pur inconsapevole di essere la storia in quanto solo l'uomo è la prima forma prodotta dopo il Big Bang in grado di essere consapevole di fare e partecipare alla storia, e la storia cioè lo spazio-tempo è nato con la finalità di impedire un ritorno a prima del Big Bang in quanto lo spazio e il tempo che costituiscono la massa ossia le forme energetiche individuali sia degli atomi come delle molecole, come degli animali, delle piante e degli umani, impediscono proprio, se non una simbiosi parziale e temporanea almeno quella simbiosi assoluta che invece vigeva prima dell'evento Big Bang allorchè nella Singolarità originaria non c'era nemmeno una coscienza virtuale che nel momento stesso che nasceva già moriva come quella delle particelle di materia e antimateria data l'enorme forza di attrazione che queste prime particelle quale prime forme della vita mettevano in campo tra l'uno e l'altro del discorso.


Perchè è divenuta evolutivamente obsoleta l'identità storica

Tuttavia grazie alla psicoanalisi e alla sua storia centenaria sfociata infine nella nuova logica unitaria, i due del discorso pur esprimendo una forza di attrazione elevatissima mettono in campo una altrettanto forza di repulsione elevatissima in quanto pur essendo maschio e femmina sono anche maschio-maschio e femmina-femmina in quanto la potenza e l'atto del pensiero sono consapevoli di essere entrambi atto che si fa nuova potenza e potenza che si fa nuovo atto. Questa nuova situazione del Vivente da nascita ad una nuova e ultima forma in cui si struttura la nuova Vita che chiamiamo in termini energetici "Monopolo Dipolare".

La storia quindi a questo punto perde il suo senso evolutivo cessando di essere in quanto insignificante e divenendo più solo ricordo, memoria di quando una identità storica aveva ancora un senso evolutivo. Oggi infatti ha senso solo una identità puramente relazionale. Ecco spiegato anche perchè Silvia Montefoschi nell'ultimo periodo della sua vita dopo aver stabilizato l'unione con Giovanni ha rinunciato anche alla sua identità di psicoanalista per essere più solo Silvia unita a Giovanni che a sua volta non si riconosce più in Giovanni Evangelista in quanto come lui stesso afferma:

"Oggi non inneggio più all'amore. Non inneggio più a niente."

Per questa nuova forma vivente non esiste più alcun pericolo di simbiosi e non perchè dispone di un Io forte che gli impedisce di confondersi con l'altro ma perchè è divenuto tutt'uno con l'altro obbedendo e nello stesso tempo infrangendo il tabù universale dell'incesto simbolico:

"Io sono te e tu sei me ma tu sei tu e io sono solo io"


La fine della storia non è la fine della vita

Si chiude così la storia dell'universo ma la fine della storia non coincide con la fine della vita in quanto la fine della storia è anche un nuovo inizio, l'inizio di una nuova vita, la vita dell'uno duale consapevole di essere tutto ciò che è stato, è, e sempre sarà: la vita unica dell'unico vivente e questo Uno è proprio ciò che chiamiamo Uno vero distinguendolo così dall'UNo che formano il soggetto con il suo oggetto conosciuto che pur essendo anch'esso Uno non è L'Uno vero. Uno vero che poi è stato il vero obiettivo da raggiungere del processo evolutivo universale: il nuovo soggetto duale e quindi super-riflessivo con il quale termina anche la dinamica proiezione-rimozione cioè la dinamica del transfert-controtransfert di chi ignorando la realtà della "simbiosi invisibile" quale ignoranza del "sistema universo" gettava il sasso per poi nascondere la mano. Dinamica questa del transfert-controtransfert sul quale si basano gli edifici del diritto e delle morali di tutte le civiltà umane. Dinamica del transfert-controtransfert che ha avuto l'unico significato evolutivo di salvaguardare le identità individuali di quanti coinvolti nella relazione vivente.

Nel venir meno di identità individuali viene meno anche la necessità di difenderle così la conseguenza è che la vita non è più la stessa.

Così infatti scrivono GiovanniSilvia nella Nuova Apocalisse:

"E le cose di prima non sono mai state"

Affermazione questa che corregge la primitiva formulazione del solo Giovanni Evangelista nella sua Apocalisse di duemila anni fa in cui si limitava ad affermare che:

"Le cose di prima sono passate"

Termina così la psicoanalisi universale tutt'uno con il processo di individuazione universale.

Infatti chi ha bisogno di individuarsi e deve individuarsi non è il singolo individuo ma è l'universo intero nel suo insieme come "sistema universo" che da un non-sapere di sè giunge a un sapere di sè come Persona Duale, il Vero Vivente, l'unico individuo e nel momento stesso in cui l'uni-verso sarà Uno, in quello stesso istante omega non sarà più uni-verso ma sarà già oltre quel momento finale omega.



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