La mappa del territorio e il territorio

Da LogicaUnitaria.

Come si sa uno dei concetti centrali della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) è quello di "Mappa del territorio".

Ebbene partendo da questo concetto e servendoci della visione raggiunta in altri ambiti, da Friedrich Nietzsche in filosofia e poi da Silvia Montefoschi in psicoanalisi, occorre dire che:

"La mappa del territorio coincide con il territorio proprio perché non esiste un testo ma solo interpretazioni e interpretazioni di interpretazioni".

Questa informazione è di fondamentale importanza ma non è sufficiente condividerla ossia saperla solo in teoria ma occorre poi anche applicare un tale sapere radicale con tutte le sue implicazioni nella vita di tutti i giorni.

Per completezza occorre precisare che ormai si sa che il pensiero non rappresenta la realtà come più comunemente si crede ma al contrario la crea proprio. Questo rafforza ancora di più quanto detto e cioè che la mappa del territorio che noi creiamo coincide con lo stesso territorio, dunque noi pensando creiamo la realtà che il pensiero vorrebbe rappresentare e che invece crea. Noi cioè creiamo il territorio.

Un'altra citazione della psicoanalista Silvia Montefoschi ci conferma in questa tesi e ci aiuta a precisare tale impostazione di pensiero:

"L'essere è così come si vede e si vede così come è nell'istante in cui è." (Silvia Montefoschi)

La mappa del territorio dunque è il territorio o, ma è la stessa cosa, il simbolico coincide con il reale.

Il simbolico è il reale significa che il pensiero non rappresenta la realtà come comunemente si tende a credere, ma al contrario, il pensiero, la realtà la crea e del resto che cosa è il fenomeno della proiezione o tansfert se non prendere le proprie rappresentazioni per realtà? Quest'ultima affermazione sembra contraddire quanto precedentemente detto perchè è sottinteso che per superare il transfert o fenomeno della proiezione occorre essere in grado di saper distinguere tra ciò che è la nostra proiezione e una presunta realtà talvolta chiamato anche principio di realtà.

In verità però non è che le nostre proiezioni non siano realtà solo che occorre essere in grado di vederli da un livello riflessivo superiore per poterne interpretare il vero senso.

E' proprio per questo che nella "psicoanalisi oltre la psicoanalisi" non si nega la verità del transfert dell'analizzato o anche del controtransfert dell'analista in quanto sono entrambi veri e insieme si devono impegnare a "leggerli", questa è "la lettura psicoanalitica", da un livello riflessivo superiore che entrambi li comprenda come facenti parte di una totalità inscindibile.

Ecco quindi anche spiegato perchè il transfert nella "psicoanalisi oltre la psicoanalisi" non viene più visto come la proiezione di un contenuto di pensiero ma come la proiezione di un modello relazionale, un modo di stare insieme con l'altro che poi è sempre il modello relazionale interdipendente che però sottende un altro modello relazionale, quello intersoggettivo quale intenzione di essere con l'altro in libertà ed è da questa dialettica che si genera tutto lo spettro del sadomasochismo in tutte le sua varianti.

Così si può dire che lo schiavismo non è ancora finito perchè certo lo schiavismo è quello denunciato come il traffico dei negri dall'Africa in America per esempio, lo schiavismo è anche la sottomissione della femmina al maschio ma lo schiavismo è soprattutto una necessità per il sorgere della coscienza, è dunque una sorta di divisione del lavoro o recita delle parti anche se può essere cruenta e quindi non indolore cioè non un semplice spettacolo o gioco anche se certamente c'è del piacere sia nel sadico che nel masochista.

E' quindi anche per questo motivo che la "psicoanalisi oltre la psicoanalisi" contempla infine l'emergere di una presenza dialogica costituente una nuova identità puramente relazionale tipica della nuova e vera umanità, i fondatori del "Regno specificamente umano", oltre la coscienza dialettica che è tipica di una vecchia e ormai obsoleta umanità evolutivamente parlando ancora centrata su una identità ancora storica e perciò antroporiferita ovvero tolemaico e quindi incapace di portare a compimento una rivoluzione copernicana anche al livello del proprio sistema psichico che perciò resta fondamentalmente ancora narcisistico il che dal punto di vista energetico o libidico che dir si voglia è consumazione e non produzione di energia e quindi votato all'entropia e alla fine del mondo. E' infatti proprio una umanità antroporiferita ciò che si intende con il concetto di "universo chiuso".

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