Hegel il dopo-Hegel e la psicoanalisi oltre Hegel

Da LogicaUnitaria.

Parla la figlia di Hegel ovvero il risveglio del femminile di Dio

“Il metodo psicoanalitico è l’attuazione concreta della dialettica hegeliana, in quanto in esso è il soggetto umano e non più un soggetto astratto, a prendere da sé la distanza riflessiva per conoscere se stesso”

(Silvia Montefoschi, “Psicoanalisi e dialettica del reale”, 1984)


"Il soggetto dunque ritorna, ma nel suo ritornare, non è più trascendente, bensì immanente all'uomo che riflette su di sé e, qui sta l'originale, il soggetto non è più singolare, bensì duale, come sono due i soggetti che insieme riflettono all'interno della relazione psicoanalitica."

(Silvia Montefoschi, da "Oltre Hegel: la Psicoanalisi")


"E proprio all'interno della relazione psicoanalitica i due soggetti sono venuti, via via da allora, scoprendo, come realtà vivente, quella stessa dinamica del Soggetto Trascendente Hegeliano, quale percorso che lo Spirito fa per raggiungere la visione totalizzante di sé come Spirito Assoluto."

(Silvia Montefoschi, da "Oltre Hegel: la Psicoanalisi")


“A Hegel mancava la conoscenza dell’evoluzione”

(S.Montefoschi, “Psicoanalisi e dialettica del reale” 1984, cit.pag.127)

La storia dopo la rivoluzione industriale del 700: capitalismo e filosofia

Con questo articolo ripropongo una periodizzazione della storia della filosofia ma anche della storia tutta essendo il comportamento secondario al pensiero.

Iniziamo dicendo che dopo Hegel tutti i pensatori dialogano con Hegel sia per farsi suoi partigiani e sia per criticarlo in toto o solo in parte.

Nietzsche dice che tutta la storia della filosofia dopo Platone è un lungo dialogo attraverso i secoli con Platone con il quale ha dialogato lo stesso Hegel. Ebbene dopo Hegel tutti dialogano con Platone-Hegel e lo stesso Nietzsche dialoga criticamente con questi.

Il "dopo Hegel" comincia con la critica di Max Stirner del gruppo dei giovani hegeliani che si riunivano in una birreria di Berlino per discutere di filosofia e politica e tra i quali c'erano anche oltre a Feuerbach e Bruno Bauer anche Marx ed Engels.

Engels in particolare rimarrà sempre un devoto e riconoscente allievo di Hegel tanto che quando muore "la bestia nera del marxismo" ovvero l'anarchico russo Michael Bakunin, commenta che Bakunin andava comunque rispettato. Perchè? Perchè così commenta la morte di Bakunin un Engels ormai anche teorico di una dialettica della natura, perchè Bakunin comunque aveva capito Hegel.

Nel "dopo Hegel" tra i critici di Hegel più noti abbiamo il danese Kierkegaard e lo stesso Nietzsche.

Ecco io propongo di chiamare tutta la storia della filosofia con il termine "dopo Hegel" incluso il marxismo e le correnti politiche comuniste, socialiste e anarchiche incluso tutte le sue varianti e versioni come pure il socialismo nazionalista che ha dato nascita al fascismo e quindi considerato di destra ma le cui origini ebbero una ispirazione anti-capitalista e molti dei suoi militanti provenivano da una precedente militanza nelle file dei movimenti anarchici, socialisti e sindacalisti rivoluzionari.

Il dopo Hegel in teoria termina con il 1895 ossia con la nascita della psicoanalisi che rende obsoleta ogni critica ad Hegel e anche ogni apologia di Hegel in quanto la psicoanalisi quale prassi hegeliana fondata non più su un soggetto singolare ma su un nuovo soggetto duale (come sono due i soggetti della relazione psicoanalitica) e con il riconoscimento di una dialettica anche nella natura che però a differenza di Engels individua nella dialettica dell'inconscio, va oltre Hegel per la prima volta.

Il "dopo Hegel" in qualche modo continua ancora adesso ma è comunque un movimeento obsoleto evolutivamente poichè non ha più senso con l'avvento della psicoanalisi continuare a criticare Hegel visto che l'hegelismo con la psicoanalisi critica e supera se stesso pur nella continuità.

Comunque non 'è da meravigliarsi che il "dopo Hegel" continui tutt'ora: per fare un esempio, le scimmie e altre specie precedenti sono state superate dell'uomo eppure le scimmie non sono scomparse e ugualmente la psicoanalisi ha superato Hegel eppure la critica a Hegel continua come continua il comunismo, l'anarchismo e il socialismo nazionalista.

In verità il socialismo nazionalista più noto in Italia con il nome di "fascismo" dopo la fondazione nel 1919 già nel 1921 si era trasformato con lo squadrismo nel braccio armato della borghesia agraria tuttavia è emblematico che il segretario del partito comunista italiano Palmito Togliatti nel 1936 propone ai fascisti di riprendere insieme il "programma di san sepolcro" del 1919 e di attuarlo insieme. Ancora più significativo il fatto che dopo avere aderito alla Repubblica Sociale di Salò il fascista della prima ora Bombacci e fedelissimo di Mussolini nell'aprile del 1945 preso prigioniero dai partigiani muore fucilato gridando "Viva il socialismo".

Come non bastasse sembrerebbe che addirittura un improbabile settarista e economicista Amadeo Bordiga fondatore con Gramsci del PCd'I e ormai ritiratosi dalla politica attiva per occuparsi solo del suo mestiere dacivile di ingegnere comunque tifasse in odio al capitalismo americano proprio con l'asse Roma-Berlino nel corso della seconda guerra mondiale.

Qui nessuno vuol fare del moralismo filosofico e neanche della polemica filosofica: la gente, gli umani devono pur arrangiarsi per vivere e quindi i socialisti internazionalisti ma anche i socialisti nazionalisti e poi anche gli anarchici cercano in qualche modo di scrollarsi di dosso la maledizione del capitalismo nato nel '700 con la rivoluzione tecnologica industriale.

Si dirà: ma quello è solo un dibattito, il dibattito filosofico ma la vita è altra cosa.

Questo è un abbaglio poichè la vita coincide con il pensiero, con la vita del pensiero e con l'evoluzione del pensiero.

Chi dice che la vita è altro dal pensiero è solo perchè ha erotizzato e continua a erotizzare ancora il mito dell'Eden e del paradiso perduto per sempre e già con questo si squalifica da se stesso poichè ammette di non avere gambe per camminare.

Dalla critica a Hegel del 'dopo-Hegel' alla psicoanalisi

"Ma a differenza della dialettica di Hegel che, quale verità pienamente conscia di sè chiude il divenire dello spirito che dell'essere è la sostanza, la dialettica psicoanalitica non conclude il dirsi perenne dell'essere, anche se chiude il discorso che l'essere fino ad ora ha fatto all'interno dell'attuale forma della coscienza umana.

La filosofia assoluta, che si realizza nella psicoanalisi, è sì, per il pensiero umano il compimento della sua storia a tutt'oggi, ma, per lo spirito, è il compimento di un periodo storico e l'inizio di una storia nuova.

Infatti se la filosofia assoluta di Hegel arriva a negare il futuro dello spirito eternizzando il presente (come giustamente le si imputa), è perchè lo spirito che ad Hegel si rivela, si rivela ancora entro il limite dell'universo umano avulso dall'evolversi dell'universo tutto; infatti, una volta che l'universo umano ha raggiunto la coscienza piena di se stesso, lo spirito, che solo in esso si vede consistere, non può che contemplare se stesso chiudendosi nella ripetitività del già detto.

Viceversa la psicoanalisi, quale filosofia assoluta, abbraccia la visione dell'evoluzione di tutto l'universo, di cui l'universo umano è punto e momento. La sua visone è quella della dialettica dell'intero esistente che va al di là della dialettica dell'umano pensiero in cui Hegel ferma l'evoluzione dello spirito.

La psicoanalisi coglie pertanto quest'ultimo, lo spirito, quale divenire infinito dell'essere di cui il pensiero umano è un momentaneo riflesso. Cosa questa del resto inerente al nuovo sistema di conoscenza che essa instaura, perchè il soggetto riflessivo di questo nuovo sistema, che coincide con la coscienza psicoanalitica, può guardare non soltanto al soggetto conoscente del sistema precedente, ma anche a se stesso, e infinitamente.

La dinamica conoscitiva di questo nuovo sistema, infatti, a differenza di quella del sistema precedente che si fondava sulla univocità del conoscente, sta nella presa di distanza del conoscente da se stesso, sicchè il conoscente, che coincide ormai con la funzione riflessiva può ripetutamente saltare oltre se stesso su piani sempre più elevati di riflessione, dando luogo a una serie infinita di oggettivazioni di sè, quali visoni sempre più ampie e più sintetiche del divenire dell'essere.

La psicoanalisi dunque, quale filosofia assoluta, non soltanto non preclude allo spirito un suo possibile futuro, ma è proprio essa a renderlo possibile, in quanto prospetta, per la prima volta nella storia universale, un ulteriore dirsi dell'essere oltre l'umano discorso.

Così lo spirito, che ancora in Hegel si era rivelato entro il limite della coscienza umana, soltanto in questo 'oltre' può proseguire la sua evoluzione."


(Silvia Montefoschi, "Psicoanalisi e dialettica del reale", 1984, pag.130-132)

Dalla psicoanalisi al Pensiero Uno

A questo proposito va anche aggiunto quanto Silvia Montefoschi mi disse nel corso di un incontro psicoanalitico a Sarzana una ventina di anni dopo la pubblicazione di questo scritto più sopra citato:


Andrea: "Silvia questa tua filosofia..."

ma subito Silvia mi interruppe:

Silvia: "Non è una filosofia: la 'Psicoanalisi' è ancora una filosofia ma il 'Pensiero Uno' già non è più una filosofia ma una nuova logica."

Per riassumere

1. Hegel (1770-1831)

2. Il dopo-Hegel (1831 -1895)

3. Oltre Hegel (1895-1987: storia del movimento psicoanalitico internazionale)


4. Il PENSIERO UNO: apocalisse o fine del mondo (ritorno del rimosso e scomparsa dell'inconscio universale)

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