Pitagora e la sua scuola esoterica

Da LogicaUnitaria.

Pitagora nacque nel 570 a.C. nell'isola di Samo dove fu allievo del filosofo Anassimandro e la sua morte avvenuta nel 495 a.C. sembra essere legata a una rivolta dei democratici contro il partito aristocratico pitagorico verosimilmente da considerarsi come una vera e propria setta mistica, scientifica e aristocratica.

Di Pitagora occorre subito dire che era un pensatore a 360 gradi, egli infatti era non solo un matematico anche se soprattutto matematico ma anche astronomo, medico, etico, fisico oltre che politico.

La vita di Pitagora presentato come un grande erudito è avvolta nel mistero, di lui sappiamo pochissimo e la maggior parte delle testimonianze che lo riguardano sono di epoca più tarda.

I pitagorici in verità furono la più antica e vera e propria scuola filosofica degna di questo nome tanto che per entrare a far parte della scuola del filosofo Pitagora occorreva passare prima di tutto attraverso un rito di iniziazione, una sorta di battesimo che dava legittimità a far parte dei discepoli di Pitagora.

Mentre la scuola pitagorica propriamente detta ovvero con Pitagora vivente va dal 530 a.C. fino al 510 a.C., l'intera tradizione delle scuole pitagoriche e neopitagoriche include invece un tempo più lungo che partendo dalla seconda metà del VI secolo a.C. giunge fino agli inizi del III secolo d.C.

Lo spirito di Pitagora quindi non può in alcun modo essere sottaciuto in quanto non muore con la sua singola personalità ma abbraccia e informa di sè l'intera epoca dal VI secolo a.C. fino al III secolo d.C. e non si ferma lì ma permea di sè l'intera storia dell'occidente con il platonismo prima e il cristianesimo poi che in qualche modo possiamo definire anche sue emanazioni o se vogliamo amplificazioni dell'incancellabile spirito pitagorico.

La scuola pitagorica (530 a.C - 510 a.C.)

Da Samo Pitagora si trasferì nella Magna Grecia a Crotone nell'attuale Calabria, all'incirca nel 530 a.C., dove fondò la cosiddetta "Scuola pitagorica" sull'esempio delle comunità orfiche e delle sette religiose d'Egitto e di Babilonia, terre che, secondo la tradizione, egli avrebbe conosciuto in occasione dei suoi precedenti viaggi di studio.

La scuola di Crotone ereditò dal suo fondatore la dimensione misterica ma anche l'interesse per la matematica, l'astronomia, la musica e la filosofia.

Il pensiero religioso di Pitagora fu di derivazione orfica - Fondamentalmente la scuola pitagorica fu una setta mistica legata alla religiosità propria ai misteri orfici ma mentre l'orfismo fu un movimento puramente religioso il pitagorismo è un orfismo più spiccatamente dai caratteri filosofici.

Definire la scuola fondata da Pitagora una "setta" tuttavia non è nè errato nè esagerato in quanto era una vera e propria comunità religiosa, oggi diremmo una "comune" mistica, che praticava la vita in comune con tanto di comunione dei beni e i cui adepti si facevano chiamare "pitagorici" con fortissimi legami tra di loro dovuta anche a una severa selezione e iniziazione.

La filosofia quindi con Pitagora giunge nella Magna Grecia e qui fa breccia soprattutto presso l'aristocrazia e molti dei cui esponenti infatti divennero suoi discepoli. La scuola di Pitagora inoltre era molto selettiva per cui anche qualora si riusciva ad entrare a farne parte si rimaneva e si veniva considerati ancora per un certo lasso di tempo adepti solo in prova. Questo cementava ancora di più i legami all'interno di questa vera e propria organizzazione comunista che benchè mirasse a prendere il potere nell'amministrazione delle città in cui era presente era molto di più che un movimento politico fortemente aristocratico ma una organizzazione radicalmente religiosa.

Quanto proviene da Pitagora stesso si confonde con le ulteriori elaborazioni dei suoi allievi pitagorici a partire da quanto egli elaborò e infatti da qui nacque la famosa espressione "ipse dixit" che tradotto significa "l'ha detto lui in persona" per far acquisire valenza di autorità alle ulteriori elaborazioni del verbo pitagorico.

Si è detto che la scuola dei pitagorici era antifemminista ma tale tesi è confutata dal fatto che venivano accettate e partecipavano alla scuola anche delle donne le quali partecipavano alle lezioni del maestro proprio come gli uomini.

La scuola pitagorica nella commedia greca - Siccome presso tale comunità vigeva un forte ascetismo in materia di cibarsi di carni la commedia greca ironicamente volle rappresentarli come dei morti di fame.

La tradizione del corpo come tomba dell'anima - E' proprio con Pitagora e la sua comuninità comunista ma aristocratica e ascetica che prende il via quella tradizione ceh ha marcato profondamento tutta la tradizione dell'occidente con Platone prima e con il cristianesimo poi e che ancora adesso molti pensatori anche di varie scuole parlano del corpo nei termini di semplcie "involucro" della vera anima.

Insegnamento essoterico e insegnamento esoterico - La scuola, che come abbiamo detto poteva essere frequentata anche dalle donne, offriva due tipi di lezione: una pubblica e una privata.

« Quanto Pitagora comunicava ai discepoli più stretti, nessuno è in grado di riportare con sicurezza: in effetti presso di loro il silenzio era osservato con grande cura. » (Porfirio)

E' verosimile immaginarlo come un orgoglioso capo religioso dalla personalità carismatica. Venne considerato profeta, guaritore, mago e si giunse ad attribuirgli veri e propri miracoli.

« Sembra adunque che questi filosofi nel considerare il numero come principio delle cose esistenti ne facciano una causa materiale come proprietà e come modo. Come elementi del numero fissano il pari e il dispari, il primo infinito, l'altro finito. L'uno partecipa di ambedue questi caratteri (essendo insieme pari e dispari). Ogni numero proviene dall'uno e l'intero universo, come già ho detto, è numeri. Altri fra di loro dicono che i principi sono dieci [...] » (Aristotele, Metafisica, I, 5, 986a)

La sua vera fisionomia infatti si mescola alla leggenda narrata nelle numerose Vite di Pitagora, composte nel periodo del tardo neoplatonismo e del neopitagorismo, nelle quali il filosofo viene presentato come figlio del dio Apollo profeta, guaritore, mago e ad attribuirgli veri e propri miracoli.

«Tutte le cose che si conoscono hanno numero; senza questo nulla sarebbe possibile pensare né conoscere.» (Filolao)

In Giamblico (Siria, 245 – 325) fondatore di una scuola neoplatonica ad Apamea, in Siria, e nei Neoplatonici in particolare, gli si costruì attorno un alone di soprannaturale del filosofo quale mito della religiosità pagana in opposizione all'emergere con il cristianesimo del nuovo mito del Cristo.

Ci sono pervenute un insieme di dottrine e di frammenti in cui è difficile distinguere il pesniero di Pitagora da quello dei pitagorici e tra quetsi dei primi pitagorici e dei secondi pitagorici per cui lo stesso Aristotele che fu il primo storeico della filsoofia parla genericamente dei "cosiddetii pitagoprici".

Pitagora non lasciò nessuno scritto e le opere "Tre libri" e "Versi aurei" vanno ascritte ad autori sconosciuti, che li scrissero in epoca cristiana o di poco antecedente.

Vegetarianesimo e dottrina della metempsicosi

Rigorosamente vegetariano credeva nella dottrina della metempsicosi ossia nella reincarnazione o trasmigrazione delle anime di corpo in corpo.

Poiché i pitagorici erano sostenitori delle teorie orfiche dell'immortalità dell'anima e della metempsicosi, ritenevano che per mantenerla pura e incontaminata occorresse svolgere delle pratiche ascetiche, sia spirituali che fisiche.

Tra queste, solitarie passeggiate mattutine e serali, cura del corpo ed esercizi quali corsa, lotta, ginnastica e diete costituite da cibi semplici e senza l'assunzione di vino.

Diogene Laerzio riporta attribuendolo a Senofane questo episodio:

« Si dice che un giorno, passando vicino a qualcuno che maltrattava un cane, [Pitagora], colmo di compassione, pronunciò queste parole: 'smettila di colpirlo! La sua anima la sento, è quella di un amico che ho riconosciuto dal timbro della voce'. » (Diogene Laerzio)

« Ciò che Pitagora diceva a quanti giungevano per ascoltarlo, non può essere formulato con certezza: in effetti, regnava tra loro un silenzio eccezionale. Tuttavia, i punti ammessi sono i seguenti: prima di tutto, che l’anima è immortale; inoltre, che essa trasmigra in altre specie di animali; inoltre, che in periodi determinati, ciò che è stato rinasce, che nulla è assolutamente nuovo; e che bisogna riconoscere la stessa specie a tutti gli esseri che ricevono la vita. In effetti sono questi, secondo la tradizione, le dottrine che Pitagora per primo introdusse in Grecia. » (Porfirio)

Siccome Porfirio e Giamblico non accennano ad alcun interesse di Pitagora per la matematica mentre insistono sul problema dell'anima, questo ha fatto pensare che Porfirio e Giamblico (altro tardo autore fonte del pitagorismo), che appartenevano entrambi alla scuola platonica, abbiano determinato una specie di sincretismo tra la dottrina pitagorica e quella platonica, una «platonizzazione del pitagorismo».

La crisi della scuola pitagorica

La crisi della scuola si originava anche da motivi politici: i pitagorici sostenitori dei regimi aristocratici che governavano in numerose città della Magna Grecia furono travolti dalla rivoluzione democratica del 450 a.C. e furono costretti a cercare rifugio in Grecia dove fondarono la comunità pitagorica di Fleio o si stabilirono a Taranto dove con Archita rimasero fino alla metà del IV secolo a.C. A Siracusa operarono Ecfanto e Iceta, a Tebe Filolao, Simmia e Cebete, a Locri Timeo.

Importanza del filosofo Pitagora

« Non so di nessun altro uomo che abbia avuto altrettanta influenza nella sfera del pensiero. » (Bertrand Russell - Storia della filosofia occidentale)

« Ciò che appare come il platonismo, si trova già, analizzandolo, nell'essenza del pitagorismo. L'intera concezione di un mondo eterno rivelato all'intelletto, ma non ai sensi, deriva da lui. Se non fosse per lui, i Cristiani non avrebbero pensato a Cristo come al Verbo; se non fosse per lui i teologi non avrebbero cercato prove logiche di Dio e dell'immortalità. Ma in lui tutto ciò è ancora implicito. »

(Bertrand Russell - Storia della filosofia occidentale)

Una annotazione in merito: quando l'autore dei "Principia Mathematica" dice "Se non fosse per lui, i Cristiani non avrebbero pensato a Cristo come al Verbo" il riferimento al quarto vangelo e al suo autore Giovanni Evangelista che non a caso viene soprannominato l'"Aquila Spirituale" è esplicito.

Il neopitagorismo (I secolo a.C. fino al III secolo d.C)

fu un movimento filosofico e religioso, che diede un impulso alla rinascita della filosofia di Pitagora e delle dottrine elaborate dalla scuola pitagorica.

L'area di diffusione del Neopitagorismo non è più la Grecia bensì la Magna Grecia di età ellenistica. I primi sintomi di questa nuova corrente filosofica si avvertirono nel III secolo a.C. e presero lo spunto da alcune sentenze attribuite a Pitagora nonché dagli scritti di antichi pitagorici come Archita di Taranto, Timeo di Locri e Ocello Lucano.

Figure importanti del Neopitagorismo furono Nicomaco di Gerasa, Numenio di Apamea e soprattutto Apollonio di Tiana.

Il Neopitagorismo sbarcò a Roma nel I secolo a.C. ed ebbe come cultori Publio Nigidio Figulo (vissuto nel I secolo a.C.), il poeta Publio Virgilio Marone, Nicomaco di Gerasa (prima metà del II secolo) e Moderato di Cadice, che con le sue Lezioni pitagoriche influirà il pensiero filosofico verso il Neoplatonismo. Infatti all'inizio del III secolo d.C. con Filostrato si esaurisce il Neopitagorismo per far posto al Neoplatonismo.

Il neopitagorismo è in definitiva una setta basata sulla divinizzazione e sul culto di Pitagora (come dimostrano le numerose biografe romanzate scritte dagli stessi neopitagorici), tendente anche a conciliare la filosofica greca coi culti orientali


Pensatori pitagorici o comunque pensatori formatisi presso scuole pitagoriche

Questa è una sorta di genealogia il cui albero genealogico ha al suo vertice la figura di Pitagora di Samo (VI secolo a. C.)

- Mnesarco, figlio di Pitagora

- Aristeo di Crotone, (Il neoplatonico Giamblico riferisce che assunse per volere dello stesso Pitagora, già vecchio, la direzione della scuola)

- Bulagora, sotto il cui scolarcato avvenne il sacco di Crotone he pose fine alla prima e originaria scuola pitagorica.

- Gartida di Crotone, successore di Bulagora.

- Aresa che, salvatosi dall'incendio causato dal partito democratico alla scuola pitagorica di Crotone, riprese, dopo qualche tempo, la direzione della scuola.

- Della scuola di Crotone facevano anche parte i filosofi: Timeo, Menone, Fedone, Critone.

- Mentre della scuola di Taranto era il filsofo Filolao

- Alla scuola dei pitagorici delal città di Metaponte apparteneva invece il filosofo Senofante

- Empedocle di Agrigento

- Parmenide di Elea (che invece diede inizio a una nuova tradizione filosofica focalizzando sulla problematica dell'Essere la sua riflessione fondando così una sua propria scuola detta parminedea più squisitamente ontologica)


I nomi dei pitagorici a noi pervenuti, verosimilmente coloro che per qualche motivo risultarono essere più fqamosi in tutto furono duecentodiciotto e tra queste le donne pitagoriche furono diciassette anche queste verosimilmente le più famose o più in vista tra le allieve di Pitagora che così ci vengono riportati dagli storici del pensiero filosofico:


1. Timica, moglie di Millia di Crotone;

2. Filtide, figlia di Teofrio di Crotone e sorella di Bindaco;

3. e 4. Occelo ed Eccelo, sorelle dei lucani Occelo e Occilo;

5. Chilonide, figlia di Chilone spartano;

6. Cratesiclea, della Laconia, moglie dello spartano Cleanore;

7. Teano, moglie di Brotino di Metaponto;

8. Miia, moglie di Milone di Crotone;

9. Lastenia, arcade;

10. Abrotelea, figlia di Abrotele di Taranto;

11. Echecratia di Fliunte;

12. Tirsenide di Sibari;

13. Pisirrode di Taranto;

14. Teadusa, della Laconia;

15. Boio di Argo;

15. Babelica di Argo;

16. Cleecma, sorella dello spartano Autocarida.

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