Quattro concetti fondamentali

Da LogicaUnitaria.

Quattro concetti fondamentali per dissipare ogni equivoco sulla Rivoluzione Logica promossa dal Pensiero Uno quale psicoanalisi oltre la psiconalisi



1. Uno e Uno vero

Un test anche se non infallibile, per sapere se un individuo appartiene alla nuova o alla vecchia umanità potrebbe proprio essere quella di sapere se costui o costei possiede il concetto di "uno vero" come altro dal semplice concetto di "uno".

Autori che hanno aiutato a comprendere la mistificazione del concetto di Uno, a parte Silvia Montefoschi ovviamente, sono le filosofe rappresentanti del Pensiero della differenza sessuale che hanno sottoposto a critica radicale il concetto di neutralità dell'Uno.

Se poi tali pensatrici del movimento femminista hanno poi preso altre strade nell'ulteriore elaborazione filosofica, questa è un'altra questione, ma a loro va comunqe il merito di aver fatto chiarezza su questa questione così importante una volta per tutte.


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2. Consustanzialità e identicità

Già più volte abbiamo fatto riferimento negli altri articoli di questo archivio al passo del vangelo in cui il Rabbi Jeschua di Nazareth grazie ad una ennesima nuova intuizione teologica definisce chiaramente il trapasso dalla semplice consustanzialità con il Dio alla vera e propria identicità con Dio. Intuizione questa che prospetta, già quindi fin dall'inizio dell'avventura cristica, il nuovo "Cristo oltre il Cristo".

Da questo punto di vista, per noi non ha più alcun senso definirsi "figli di Dio" e "consustanziali al Padre". Questo andava bene per altre epoche storiche ma i tempo passa e l'evoluzione oggi chiede una vera e propria trasformazione della "consustanzialità" in vera e propria "identicità".

Un testo molto chiaro su questa questione anch'essa fondamentale è un libricino del 1997 scritto dalla psicoanalista Silvia Montefoschi e dal titolo "Il regno del figlio dell'uomo".

Va da sè comunque che è necessaria prima la cristificazione del femminile di Dio e la sua emancipazione dalla logica dicotomica vetero-maschile, per la realizzazione di un tale progetto che chiamiamo "divenire Dio" in quanto la forma finita non solo si fa consapevole di essere la forma finita dell'infinitamente vivente quale infinitamente pensante e quindi consustanziale a Dio, ma di essere egli stesso quell'infinitamente vivente e infinitamente pensante. E anche qui come nel caso della differenza tra Uno e Uno vero, non è la stessa cosa essere solo consustanziali al Dio ed essere identici al Dio.

Sia nel caso della questione dell'Uno che in questo caso della questione della consustanzialità è importantissimo eliminare ogni possibile equivoco pena fermarsi nel nostro infinito andare.


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3. Realtà storica e realtà ontologica

La realtà non è l'unica realtà. Quella in cui viviamo è infatti solo la realtà storica, una parentesi apertasi 13,7 miliardi di anni fa con l'evento Big Bang quale evento della grande frammentazione dell'Intero assolutamente simbiotico che era l'aspetto del reale prima dell'evento della nascita della molteplicità.

La realtà storica si regge grazie all'esserci dell'essere nella forma di spazio-tempo-massa ma questa realtà storica è destinata a "finire" o meglio a "scomparire" nel momento del venir meno dello spazio-tempo-massa.

Lo spazio-tempo-massa è il prodotto di una logica, della logica della separazione, per cui quando verrà meno questa logica della separazione in quell'istante verrà anche meno lo spazio, il tempo e la massa che sono tre aspetti diversi di un'unica realtà logica.

Alcuni potranno sorridere alla leggerezza con la quale trattiamo un fenomeno così concreto come la materia che non è certo pensiero ma anzi appare molto ma molto più solido. Su questa leggenda della solidità e concretezza della materia che noi definiamo "concretismo" il filosofo David Hume con la sua elaborazione del concetto di "abitudine" nella formazione della realtà dell'Io e Henri Bergson con l'equazione di "materia = memoria" ma anche Berkeley con il suo "Esse est percipi" mi pare che abbiano detto molto facendo chiarezza su questa questione della leggenda dell'insuperabilità della realtà materiale propagandata dai materialisti, vecchi e nuovi realisti, scientisti e da molteplici versioni di positivismo antico e moderno.

La verità è che il reale è simbolico ma il simbolico è, cioè coincide, con il reale.

La materia o meglio il concretismo è solo apparenza, apparenza che fa leva sull'impressione. Ecco perchè è anche importante non essere emotivi, proprio per non farsi impressionare. Da qui nasce anche il progetto della psico-analisi quale analisi della psiche proprio per giungere a consumare la psiche. Lo spirito infatti non coincide con la psiche e occorre che il pensiero si emancipi infine ed una volta per tutte dalla psiche. Ed è stata quest ala vera funzione evolutiva della disciplina e del metodo psicoanalitico.


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4. Dalla comunicazione alla nuova percezione

L'evoluzionismo parallelo nel noumenico e nel fenomenico

1. Riproduzione sessuale (Biosfera: Aldiqua)

2. Comunicazione (Noosfera: Aldiqua e Aldilà)


L'Oltre o Pensiero Puro quale unica realtà che pone definitivamente termine ai due aspetti del reale nel noumenico e nel fenomenico

3. Nuova percezione (si tratta del nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente e che pertanto trascende definitivamente i vecchi cinque sensi sostituendosi ad essi come nuovi e più evoluti strumenti di conoscenza e di orientamento nel reale ponendo così definitivamente termine alla preistoria dell'Essere.)


"E il soggetto per esserci non avrà più bisogno di declinarsi necessariamente in un oggetto"

(Silvia Montefoschi, "La storia della preistoria del Verbo", 1987)


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