L'energia dell'universo e la fenomenologia del transfert

Da LogicaUnitaria.

GIOVANNI PARLA DELL'ENERGIA PENSANTE

3 πάντα δι' αὐτοῦ ἐγένετο,

καὶ χωρὶς αὐτοῦ ἐγένετο οὐδὲ ἕν. ὃ γέγονεν

4 ἐν αὐτῷ ζωὴ ἦν

(Vangelo di Giovanni 1, 3-4)

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3 "Tutto ciò che è venuto ad essere

è venuto ad essere per suo mezzo

e senza il Logos-che era-in principio (IL PENSIERO VIVENTE)

nulla sarebbe venuto ad essere di ciò che è venuto ad essere

4 nel Logos-che era-in principio era la VITA" (coincidenza in Giovanni di VITA e Pensiero)

Dall'energia pensante all'energia dell'universo

Abbiamo detto che la questione delle questioni, la questione principe sia della filosofia che della scienza ma anche di una teologia per adulti e non più per una umanità ancora infantile che crede ancora alle fate o agli gnomi o all'asino che vola è invece la questione energetica.

Questo perchè non esiste alcun fenomeno nell'universo che sia soprannaturale ma tutto è naturale compreso i fenomeni considerati fino ad oggi soprannaturali.

In questo articolo trattiamo dei rapporti tra l'energetica universale e la fenomenologia del transfert.

Dalla più ristretta teoria della libido (Freud) alla più generale energetica dell'universo (Jung-Pauli-Montefoschi)

Con il termine di "energetica universale" intendiamo riferirci a quell'energia chiamata "libido" da Freud per ciò che concerne il vivente e estesa da Jung anche al non-vivente ossia all'universo intero per il tramite della teorizzazione di un principio di sincronicità che mette definitivamente in soffitta le vecchie teorie causalistiche solo apparentemente scientifiche ma in realtà ancora pregiudiziali di un soggetto conoscente che si vede ancora separato dal suo oggetto conosciuto.

Con il termine di "fenomenologia del transfert" intendiamo riferirci invece a una modalità ancora preistorica per il Pensiero Uno che è il vero Vivente di rapportarsi a se stesso per il tramite di un "altro da sè" che però vede ancora "fuori da sè" mentre in verità pur essendo veramente "altro da sè" è invece ancora in sè essendo appunto il Pensiero proprio il Pensiero Uno ossia irreversibilmente Uno ma anche irreversibilmente Due.

Il concetto di "transfert"

"Il transfert è praticamente una normale proiezione che può essere positiva (transfert positivo), con connotazioni di stima, affetto, amore per il partner della relazione, oppure avere una valenza negativa (transfert negativo) quando le emozioni che vengono messe in gioco dal transfert sono per lo più di competitività, invidia, gelosia, aggressività o anche con connotati ambivalenti. Nell'ambito del colloquio clinico, nella relazione tra analizzato e analista per lo più nel linguaggio che descrive questo tipo di relazione, viene comunemente usato il termine di transfert al posto di quello di proiezione.

La relazione tra analista e analizzato è infatti paragonabile a una qualsiasi storia d'amore, dove forze di attrazione e anche forze di repulsione hanno modo di dispiegarsi. Sta alla capacità dell'analista e alla buona volontà dell'analizzato saperle gestire nel migliore dei modi. In questo gioco di forze emotive affettive anche l'analista è pienamente coinvolto, si parla infatti nel gergo proprio di questa disciplina, di controtransfert per intendere la reazione immediata emotiva e affettiva al transfert del paziente da parte di chi dovrebbe sostenere la funzione analitica ed è qui che l'analista che sa il suo mestiere può mettere in atto le sue capacità che consistono fondamentalmente nel riuscire a prendere distanza dal suo stesso immediato sentire il transfert del paziente.

Questa capacità non è richiesta al paziente proprio per il suo essere nel ruolo di paziente, ma la sua emancipazione da questo ruolo avviene proprio nella misura in cui anch'egli apprende dall'esempio e quindi dalla conoscenza dell'analista a prendere distanza da questo suo immediato sentire che produce il transfert. L'azione dell'analista in questo modo oltre a testimoniare la potenza del metodo analitico e della funzione analitica, conduce a dissoluzione la dipendenza del paziente dall'analista come figura autoritaria sia pure solo conoscitiva che era stata indotta da un transfert non risolto o non del tutto risolto nella vita quotidiana dove come si sa, la dipendenza per lo più viene valutata modalità normale del relazionarsi umano."

(brano tratto dalla voce "Transfert" dell'enciclopedia Wikipedia)

Sulla ripetizione (acting out)

In controtendenza rispetto alla scienza psicoanalitica la biologa e medico-psicoanalista Silvia Montefoschi che ha portato avanti il progetto junghiano di unificare l'energetica psichica ("libido" per Sigmund Freud) e l'energetica propria delle scienze fisiche-naturali sostiene che:

"Chi ricorda il passato è condannato a ripeterlo" (Silvia Montefoschi)

anche se, anche in questo caso, muovendosi la scienziata della natura e psicoanalista, comunque sempre in continuità con il pensiero di Freud e Jung, la finalità rimane la stessa di tutta la storia centenaria della psicoanalisi: quella di andare oltre ogni forma di acting out potenziando così la funzione riflessiva.

La fenomenologia del transfert tra Chimica e Religione

Trattiamo qui il fenomeno del transfert in Psicoanalisi, nuova disciplina considerabile in quanto scienza dell'anima ("psiche" in greco) in qualche modo anche come nipotina della religione tanto che i preti videro negli psicoanalisti dei "competitors" sul loro stesso terreno e l'Alchimia che fu invece l'antenata della più moderna scienza chimica.

Ricordiamoci inoltre che sia Freud che Jung furono entrambi figli di preti, un rabbino per quanto riguarda l'ebreo Freud e un pastore protestante per quanto riguarda il cristiano Jung.

Il fenomeno del transfert in psicoanalisi è finalizzata alla trasformazione della sola materia psichica mentre nella scienza alchemica è finalizzata addirittura alla trasformazione della stessa materia materiale.

Carl Gustav Jung, psichiatra e pioniere della psicologia analitica, ha usato l'esempio dell'alchimia in merito al processo di trasformazione dei metalli, ipotizzando che costituisca inconsciamente anche una lucida illustrazione di quanto accade realmente nella pratica del trattamento del transfert ad opera dello psicoanalista, rivolto anch'egli ad un'opera di trasformazione - sia pure di natura esclusivamente psichica e non metallurgica.

Jung diede alle stampe nel 1946 "Psicologia del Transfert", che contiene le sue riflessioni su questo parallelismo, esaminando e commentando minuziosamente con questo criterio, quadro per quadro, le illustrazioni del "Rosarium Philosophorum" (antichissima opera alchemica).

Pensieri sul transfert

  • Il transfert o proiezione non è una malattia ma è solo una modalità ancora preistorica per l'essere che è il Pensiero di rapportarsi a sè stesso ancora fuori di sè.
  • Il transfert prima ancora di riguardare la psicoanalisi riguarda la questione dell'ordine pubblico e quindi le forze poliziesche di uno Stato per il rispetto della legge e del costume morale di singoli atomi umani riuniti in collettività.
  • Il transfert non solo non è una malattia ma anzi è la normalità ed è solo quando viene estremizzato mettendo a repentaglio l'ordine pubblico che viene considerato malattia e quindi medicalizzato.

Bibliografia

  • Carl Gustav Jung, "Energetica Psichica", 1928
  • Carl Gustav Jung & Wolfgang Pauli, "Naturerklärung und Psyche", 1952 (tradotto con il titolo "Il principio di sincronicità")
  • Silvia Montefoschi, "L'uno e l'altro. Interdipendenza e intersoggettività nel rapporto psicoanalitico", 1977
  • Silvia Montefoschi, "Il principio cosmico", 1987

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