L'equivoco sulla comunità

Da LogicaUnitaria.

"Ama il tuo prossimo come te stesso"

(L'unico comandamento del Nuovo Testamento cristiano)


Titolo originario: "Nazionalisti, Internazionalisti o Psicoanalisti? L'equivoco sulla comunità"


SOMMARIO: Nazionalisti (la comunità vicina), Internazionalisti (la comunità remota) e Psicoanalisti (la comunità del Regno dell'Invisibile): tre posizioni sul fatto comunitario.


PRESENTAZIONE: Nazionalisti, Internazionalisti o Psicoanalisti?

Prima era più facile scegliere poi purtroppo è nato Freud o meglio è nata la psicoanalisi e certo si può anche adesso essere nazionalisti piuttosto che internazionalisti ma non è più la stessa cosa poichè tanto si sa che dopo Freud indietro non si torna: ormai siamo condannati a sapere.

Sapere cosa?

Sapere che le relazioni esterne sono solo un riflesso della relazione cosiddetta interna, un transfert, una proiezione.

Perchè abbiamo specificato "cosiddetta"?

Perchè non esiste affatto un rapporto intrapsichico e un rapporto interpersonale (rapporto in greco antico si dice "Logos") poichè il rapporto interpersonale è una illusione che sia interpersonale ma è intrapsichico e viceversa: il rapporto o relazione non è nè interno nè esterno ma è, semplicemente è.

In questo senso l'ultima psicoanalista che è Silvia Montefoschi ha riletto la teoria del transfert di Freud concludendone che non esiste alcun transfert o proiezione.

Quando l'analista interpreta il dire del paziente come transfert, ecco questo è già un controtransfert cioè una difesa o resistenza dell'analista, è cioè un suo agire il "tabù universale dell'incesto simbolico" ossia è un riconoscersi come una parte del tutto invece che nel tutto.

L'unico vero psicoanalista è Dio ossia un individuo che cessa di vedersi come individuo per vedersi come individuo unico e l'individuo unico è la relazione stessa.

Quindi quell'altra psicoanalisi, Freud, Jung e tutti gli altri, non è che non sia psicoanalisi ma è ancora la preistoria della psicoanalisi.

Ma se finora abbiamo detto che il nucleo della psicoanalisi è proprio la teoria del transfert/proiezione non è più psicoanalisi questa: non è più psicoanalisi ma è la vita vera della nuova e vera umanità, i fondatori del REGNO (specificamente) UMANO.

Il transfert-controtransfert sono proprio l'agire il tabù universale dell'incesto simbolico per cui anche il paziente vede l'analista come altro da sè mentre invece è proprio sè, il che significa che quando parla dell'analista in verità parla di sè ma è giusto che sia così poichè l'analista è sè, stante che fuori non c'è niente.

La psicoanalisi quindi e occorre farsene una ragione, non è una psicoterapia nè una disciplina scientifica ma è la vita vera, un nuovo stile di vita proprio della nuova e vera umanità.

I nazionalisti e gli internazionalisti fino a che parlavano nell'ottocento e se vogliamo anche un po' nel novecento dicevano cose vere e sacrosante ma oggi è roba vecchia.

Con questo non diciamo moralisticamente che non si deve essere nazionalisti o internazionalisti: forse che con Freud si cessa di respirare, di mangiare, cagare, pisciare e fottere cioè biosfera ma anche comunicare e produrre cultura cioè ancora la vecchia e obsoleta noosfera o infosfera che dir si voglia?

Il problema non è fare o non-fare ma è dare o non dare significato a queste attività del passato preistorico dell'ultima e più evoluta specie vivente.

Si continua quindi ma sono tutte attività umane troppo umane e quindi ormai insignificanti mentre in altri tempi erano il significato stesso.

Oggi il significato è più solo il sole che è sorto da Vienna: magari ad alcuni non piace ma è così, occorre farsene una ragione e mettersi l'anima in pace e del resto io stesso sto un po' con i nazionalisti e un po' per altre cose con gli internazionalisti ma è sempre e solo sindacalismo poichè la vera Politica,la Grande Politica la fanno solo gli psicoanalisti.

La città nuova, la città di Dio: la verità è che Freud è un urbanista, un vero amministratore della città.

Domani a Geruisalemme!.

"In principio era il rapporto (il Logos)" (Giovanni Evangelista)

Chiaro il concetto no! Non c'è nè fuori nè dentro ma c'è solo il rapporto che non è nè fuori nè dentro ma è la vera realtà: l'alfa, l'omega e l'oltre omega.

Tutto il resto è ancora il tabù universale dell'incesto simbolico.

Detto in altri termini: non c'è alcun nemico ma siamo sempre noi.

Si potrebbe obiettare: tu la fai semplice!

Non è che la faccio semplice: se tu ti sei drogato per milioni e miliardi di anni con la credenza che l'altro da te è fuori di te, non è che da un giorno all'altro puoi rinunciare a questa credenza che nel frattempo si è fatta istinto per il tramite dei cosiddetti cinque sensi che dicono che non è una credenza ma che è proprio così per cui ti incitano a drogarti ancora di più invece di scalare con le dosi.

Qual'è la risposta giusta allora?

Non esiste una risposta giusta per il semplice fatto che è' la domanda che è sbagliata.

Dice Zarathustra ai suoi discepoli:

"Voi cercaste me perchè non trovaste voi.

Ecco io adesso mi allontanerò da voi affinchè voi vi cerchiate

e solo dopo che voi vi siete trovati io ritornerò a voi

e vi amerò di nuovo amore."

Di "nuovo amore" parla Nietzsche/Zaratustra ma il nuovo amore è il silenzio.

"E il pensiero infine cesserà di pensarsi per più solo sentirsi."

(Silvia Montefoschi - biologa specializzata in genetica e psicoanalista)

Che brutto! Che brutto avvenire della specie! Diranno gli umani troppo umani.

Si nasce rivoluzionari e non si diventa o meglio solo coloro che sono già nati rivoluzionari poi devono anche diventarlo ma solo questi, i "mutanti" anzi adesso andrebbero chiamati gli "ultimi mutanti" che pur essendo una minoranza sono comunque "i tutti".

Il mio prossimo vicino e il mio prossimo lontano

Circola un grosso equivoco sulla comunità.

Molti ritengono o sono giunti infine a ritenere che l'unico vero valore è la comunità proprio perchè l'anthropos è un animale socievole e che si può solo realizzare e valorizzare solo grazie alla comunità che pertanto gli è necessaria non soltanto per la sua crescita materiale ma soprattutto per la sua crescita spirituale.

Alcuni hanno trovato già un primo equivoco, un vero e proprio malinteso su questo valore comunitario è hanno pensato di correggerlo chiarificando che la prima comunità è quella più vicina cioè la famiglia, il quartiere, la città, la nazione e che se non si è in grado di considerare questa comunità vicina un valore non ha alcun senso poi predicare il valore della comunità più remota.

Questo ha dato luogo alla famosa diatriba in ambito politico tra nazionalisti e internazionalisti.

Il primo Io-Tu o l'arcano della vita comunitaria

A mio parere hanno fatto bene costoro a precisare un tale equivoco ma c'è una corrente di pensiero che è andata ancora più in là svelando l'arcano della vita comunitaria. Prima però di andare oltre vorrei precisare che non può esistere in alcun modo un Robinson Crusoe poichè l'anthropos è un prodotto comunitario e perfino quando parla è la sua comunità che parla, i suoi stessi pensieri, il linguaggio oltre che il copro stesso sono un prodotto comunitario che manifesta sè stesso nel suo pensare e nel suo parlare: è sempre una comunità che parla anche se costui avendo una identità ancora individuale crede di essere lui che parla come singolo ma è un equivoco su se stesso. La verità è che anche quando parla un singolo è sempre una rete che parla, una rete fatta di tanti nodi di singolarità a loro volta in rete con latre singolarità o per meglio dire impigliati a loro volta in una rete sociale.

Precisato questo ciò che volevo dire è che c'è una nuova disciplina nata alla fine dell'800 che ha compreso l'arcano della comunità.

Questa disciplina è la psicoanalisi che ha infine chiarito a noi tutti che la prima comunità non è la famiglia, il quartiere, la nazione ma è ciò che all'inizio la stessa psicoanalisi nella sua fase preistorica chiamava "relazione intrapsichica" per distinguerla da quella interpersonale. Orbene è questa la prima comunità, quella tra questo Sè e l'Altro da sè ancora interno a Sè.

Non solo è questa la prima relazione. la più vicina e che non ci lascia mai un minuto ma è anche qeulla relazione che determina tutte le altre relazioni le quali sono a sua volta uno specchio, una proiezione di questa prima comunità tutta interna.

La vita comunitaria nel Regno dell'Invisibile

Silvia Montefoschi biologa e medico-psicoanalista è andata ancora oltre facendo trapassare dopo Freud e Jung la stessa psicoanalisi oltre le sue prime fasi preistoriche più o meno avanzate e lo ha fatto affermando che questo altro da sè ancora interno a sè non è una funzione psichica, anima o inconscio come lo si voglia chiamare ma è una persona in carne ed ossa in dialogo con noi. Così oggi sulla questione comunitaria ci troviamo di fronte tre posizioni teoriche: internazionalisti (il nemico è in casa nostra), nazionalisti (il nemico non è in casa nostra) e poi la psicoanalisi ( il nemico è solo una proiezione, un transfert della relazione prima ossia del rapporto di noi con noi stessi).

A voi scegliere quale di queste posizioni è più vicina alla verità.

Già agli inizi della storia della filosofia l'interrogativo che si posero i primi filosofi fu la questione dell'Archè e nemmeno dopo 600 anni di dibattito filosofico, un ebreo che però non era estraneo a questo dibattito svoltosi in terra di Grecia essendosi acculturato anche alla grecità tanto che scriveva i suoi testi in greco anche se con uno stile ancora ebraico, affermò rielaborando la teoria del logos come logos incarnato:


"In principio era il logos"


Questo logos giovanneo è proprio questo rapporto primo di cui abbiamo parlato in questo scritto: è proprio questa relazione prima l'arcano del fatto comunitario.

In questo senso non solo il rabbino eterodosso di Nazareth, come sostiene invece la chiesa ufficiale, è l'incarnazione del logos ma tutti siamo l'incarnazione di questo logos che era in principio e che continua a manifestare la sua luce malgrado le tenebre della dimensione orizzontale e oggettuale dell'Essere cerchino di spegnere in maniera definitiva questa sua luce che non è di questo mondo.

Sta a noi scegliere se metterci al servizio di una tale luce o se preferire la luce del mondo.

Sta a noi scegliere se preferire la luce cioè la conoscenza di un Logos che sta ancora presso la madre del Logos o se preferire uno pseudo-logos cioè una conoscenza che non sa più e che quindi è ormai dimentico di avere anche una madre del logos e da cui pertanto si è reso autonomo (il logos del "Dio-Ignorante" come chiamavano i cristiani gnostici un tale logos ritendolo proprio che ignorasse di averci una madre).

E' anche la tesi del fisico quantistico Heisemberg che il soggetto dell'esperimento non è neutro, non può tirarsi fuori dall'esperienza ma è parte integrante dell'esperienza.

Salvare l'anima!

Salvare non il logos ma il logos che era in principio, la relazione prima, la comunità prima di cui tutte le altre sono solo un suo riflesso.


"In principio era il logos

ma questo logos che era in principio

in principio stava ancora PRESSO il Dio."


(Giovanni apostolo ed evangelista soprannominato l'Aquila spirituale)

Biosfera, Noosfera, Pensiero Puro

Queste nostre tesi espresse in questo articolo acquistano inoltre maggior valore e veridicità se si considera che se i nostri antenati ominidi si trovavano immersi in uno scenario storico universale che li vedevano farsi protagonisti di un nuovo trapasso da una obsoleta biosfera (regno vegetale e regno animale) a quella novità del Pensiero Vivente che era la noosfera (la comunicazione, la cultura, il mondo simbolico), oggi invece noi abbiamo di fronte un nuovo e diverso scenario storico che ci vede essere coloro che realizzeranno il trapasso da una noosfera, divenuta a sua volta obsoleta evolutivamente parlando, al Pensiero Puro ossia al momento in cui il Pensiero cesserà di pensarsi per più solo sentirsi che detto altrimenti è il trapasso dai vecchi cinque sensi come strumenti di conoscenza e di orientamento nel significato, al nuovo sesto senso del pensiero che percepisce il pensiero come realtà concreta e vivente, vero "novum storico" questo il quale non solo è un nuovo organo di percezione, l'unico in grado al soggetto di percepire non più l'oggetto ma l'altro soggetto ma è anche il nuovo organo sessuale dei nuovi umani, i mutanti che poi sono anche gli ultimi mutanti essendo la storia dell'universo proprio in questa nostra epoca giunta in direzione di arrivo.

La fine della storia

Nazionalisti (la comunità vicina), Internazionalisti (la comunità remota) e Psicoanalisti (la comunità del Regno dell'Invisibile): tre posizioni sul fatto comunitario.

Siamo così giunti alal fine delal storia ma qeusta fine delal storia non è la fien delal vita inq aunto al vita non necessita di fare storia per essere la vita dunque questa fine sarà anceh un nuovo inizo ad un livello evolutivo ancora più evoluto per cui semplciemnete si chiude quelal lunga parentesi tra un prima dell'evento big bang (momento alfa) e la nascita del nuovo soggetto duale quale omega e oltre omega. Parentesi questa durata già ababstanza ossia 13,7 miliradi di anni.

Ciò che in defiunitiva scompare è solo la dimesnione spazio-temporale, il passato e il futuro e quidni la massa essendo spazio-tempo anceh ciò che fa la massa sia la massa material eche la massa immaterilae.

Dove vivrà la vita allora?

Certamente non più in un passato ma nenanche in un futuro ma solo in un infinitamente presente che è l'Oltre rispetto allo stesso Aldilà dove invece è ancora presente lo spazio-tempo-massa.

Indicazioni per la prassi

DALLA CONSUSTANZIALITA' CON IL DIO ALLA IDENTICITA' CON IL DIO


Andrea Morelli: “Quindi, se ho ben compreso, tu accetti il processo?”

Silvia Montefoschi: “Io non accetto il processo: io sono il processo.”

(“Dialogando con Silvia Montefoschi” )


C'è poco da dire per quanto riguarda la prassi rivoluzionaria:


1. assecondare l'Automaton ossia il processo stesso che è processo rivoluzionario che procede in modo autonomo e automatico verso la meta.

2. la pazienza è la virtù principe del rivoluzionario

3. fare opera di ermeneutica interpretando il movimento dell'Automaton: dove va? Verso dove spinge? Dove vuole arrivare? Qual'è la sua tattica e strategia? E liberare ogni impedimento e ogni ostacolo e ogni resistenza al suo infinito andare accelerando così il suo procedere.


In fondo quale è stato l'operare psicoanalitico se non proprio quello di non indirizzare (psicoanalisi non è comportamentismo nè pedagogia) ma solo di liberare ogni resistenza che fa di intralcio al procedere del processo rivoluzionario?!

Così bisogna continuare ad operare senza preoccuparsi di riuscire poichè è compito dell'Automaton quello di riuscire: nostro compito è solo metterci la buona volontà dopodichè tutto va da sè in automatico poichè il processo evolutivo è già inscritto in maniera incancellabile nell'Essere come le istruzione da elaborare di un programma informatico.

Presto dopo l'uomo nascerà Dio ma è già nato nella forma di un prototipo della'archetipo dell'ultima coniucntio che ha infranto una volta per sempre il tabù universale dell'incesto simbolico ossia la vecchia legge dell'evoluzione stessa che il Pensiero Vivente si era dato.

I nostri nemici, i nemici del movimento rivoluzionario psicoanalitico non si chiamano "nemici" ma solo "resistenze", resistenze al processo rivoluzionario, ma non sono nemici, non sono cioè soggetti ma solo memorie, tracce mnestiche.

Considerarli "soggetti" è di nuovo "transfert": sono solo un sogno da svegli che si dissolveranno appena ci svegliamo veramente dal lungo sogno dell'evoluzione. Tali tracce mnestiche pertanto ci sono perchè utilizzano solo forza d'inerzia, forza d'inerzia che però si consuma a ogni ripetizione della traccia come un disco che a ogni ascolto consuma la traccia. Ecco perchè ancora sentiamo nella nostra mente questo ronzio: " E quello c'è l'ha con me" "E quell'altro ha fatto quelal mossa allora io faccio quest'altra e gli do' scacco al re" e via dicendo: la solita litania interdipendente sado-masochista e paranoica che però sottende e cela l'intersoggettività tra l'uno e l'altro del discorso

Perchè la verità è che l'evoluzione è un sogno, un sogno dell'unico soggetto duale, il sogno di Dio, di un Dio che dorme ma che adesso si è già risvegliato, sia pure solo come prototipo di nuova e vera umanità, alla piena coscienza di sè.

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Bibliografia

  • Silvia Montefoschi, "L'uno e l'altro - Interdipendenza e intersoggettività nel rapporto psicoanalitico", 1977
  • Silvia Montefoschi, "Il principio cosmico o del tabù dell'incesto - Storia della preistoria del verbo", 1987
  • Silvia Montefoschi, "La rivoluzione radicale del reale", 1996
  • Silvia Montefoschi, "Scherzo in attesa della fine del mondo", 1996 (sembrerebbe che con questo nome "scherzo" Silvia intenda il manifestarsi di una controrivoluzione esorcistica dell'ultima rivoluzione quale ultima resistenza del mondo all'avvento dell'Essere Vero)
  • Silvia Montefoschi, "L'avvento del REGNO (specificamente) UMANO", 2004

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